Vargame: il calcio balilla made in Italy dotato di intelligenza artificiale per il rilancio della socialità

Le origini del calciobalilla detto comunemente “bilardino” risalgono al periodo compreso tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, anche se vi sono difficoltà di attribuzione all’inventore dovute alla presenza di numerosi brevetti del XX secolo caratterizzati da piccole differenze e miglioramenti.

Ad oggi è giocato in tutto il mondo ed è considerato uno sport ufficiale, con tornei internazionali organizzati regolarmente, grazie al suo ruolo cruciale come strumento di aggregazione sociale, particolarmente significativo nel contesto del ritorno alla socialità dopo il periodo pandemico causato dal Covid-19. Difatti, dopo tale periodo di isolamento e distanziamento sociale, strumenti come il calciobalilla hanno svolto un ruolo importante nel mantenere un minimo di interazione umana e nel preservare il senso di comunità, oltre ad essere considerato anche un catalizzatore per il miglioramento del clima sociale e lavorativo, riducendo il rischio di burnout e favorendo la coesione tra colleghi e amici.

L’introduzione del Var (Video Assistant Referee) nel calcio tradizionale ha segnato una svolta epocale, rivoluzionando il modo in cui vengono giudicate le azioni all’interno del campo, garantendo una maggiore precisione nelle decisioni arbitrali e riducendo di conseguenza le controversie. Tale innovazione non è estranea nemmeno al mondo del calciobalilla, dove proprio in questo contesto nasce VarGame, un sistema innovativo rivoluzionario ideato da Nicola Favale, che ha così introdotto il concetto di moviola nel mondo del calciobalilla.

Il mondo del calciobalilla abbraccia così la tecnologia IoT (Internet of Things) grazie alla presenza di sensori distribuiti strategicamente all’interno delle porte, senza alterare la superficie di gioco, il cui funzionamento è combinato al fine di rilevare i goal in tempo reale e suggerire all’esame del VAR (cruscotto web interconnesso per arbitro) possibili falsi positivi/negativi. Inoltre,la partita viene acquisita da una telecamera dedicata che consente di proporre sullo smartphone degli spettatori anche tutte le “azioni salienti” e, grazie ad un modulo di intelligenza artificiale è possibile analizzare le tattiche e le dinamiche di partita e valutarle/commentarle in ottica “social”. Inoltre sono altresì presenti, all’interno del calciobalilla, dei led a basso consumo energetico specifici per la sanificazione della pallina al fine di garantire un ambiente di gioco igienico.

VarGame rappresenta quindi la combinazione di innovazione tecnologica al potenziale sociale del gioco, coinvolgendo così i nativi digitali verso un nuovo approccio di calciobalilla. Oltre a migliorare l’esperienza di gioco per gli appassionati, tale sistema – non diversamente da altri giochi – può promuovere la socialità e la coesione all’interno di comunità e ambienti lavorativi. Inoltre, con il suo approccio all’avanguardia nella tecnica della rappresentazione e la sua capacità di coniugare tecnologia e tradizione, si pone come un esempio di come l’innovazione possa arricchire e trasformare anche i passatempi più radicati nella nostra cultura.

Biliardino: storia e mito del Calcio Balilla

Il Biliardino, conosciuto anche come Calcio Balilla (ispirandosi al soprannone del giovane patriota genovese Giovan Battista Perasso, detto appunto “Balilla”), è un divertente gioco che si ispira al calcio e simula una partita su un tavolo da gioco. I giocatori utilizzano delle barre o stecche per manovrare le sagome di piccoli calciatori, chiamati omini o pipotti, all’interno di un tavolo da gioco appositamente progettato con sponde laterali. L’obiettivo è spingere una pallina nella porta avversaria per segnare punti.

Le origini del calciobalilla risalgono al periodo tra la prima e la seconda guerra mondiale in Europa, ma l’autore esatto di questo gioco rimane ancora incerto. Diversi possibili inventori sono stati citati, tra cui il tedesco Broto Wachter in Germania e un operaio della Citroën in Francia. Harold Sea Thornton, un inglese, registrò un brevetto per un “apparato per giocare un gioco di football” nel 1922. Tuttavia, nel corso dei primi anni del XX secolo, sono stati registrati numerosi brevetti per giochi simili, rendendo difficile stabilire con precisione l’inventore originale. In Italia si dice che il primo biliardino sia stato costruito artigianalmente da un abile artigiano di Poggibonsi nel 1937. In Spagna, l’invenzione è invece attribuita ad Alejandro Finisterre, che registrò un brevetto per il futbolín nel 1937.

La storia di questo inventore è davvero interessante. Nato nel 1919 in Galizia, a quindici anni si trasferì a Madrid per studiare, ma per sostenersi finanziariamente, fece diversi lavori, dall’edilizia al tip-tap ballerino. Nella sua giovinezza, fu attratto dal movimento anarchico e si unì completamente ad esso nel 1936 all’inizio della guerra civile, che dilaniò lo scenario spagnolo. Pochi mesi dopo l’inizio del conflitto, Finisterre fu vittima di un bombardamento che lo coinvolse in un crollo. Con le macerie dell’edificio che lo circondavano, fu trasportato in ospedale insieme ad altri feriti, tra cui anche molti bambini colpiti dai bombardamenti. Molti di loro subirono gravi ferite alle gambe e Finisterre ebbe l’intuizione che non sarebbero potuti riuscire a giocare a calcio. Fu in quel momento che, ispirandosi al pingpong, ebbe l’idea di creare un gioco di calcio “da tavolo” che potesse essere utilizzato facilmente anche dai mutilati. Con la fine imminente della guerra civile, Finisterre fuggì in Francia per sfuggire alla persecuzione del regime franchista. Tuttavia, anche la Francia imprigionò molti degli esuli che attraversavano i Pirenei. Proprio mentre si trovava in transito verso la Francia, Finisterre perse il brevetto del Biliardino. Rimase detenuto per quattro lunghi anni in Marocco, ma fu poi liberato e decise di dirigersi verso il Guatemala. Tuttavia, nel 1954, fu nuovamente arrestato a seguito di un colpo di Stato. Durante il trasferimento in Spagna, Finisterre simulò di essere armato e dirottò l’aereo verso Panama, un episodio che rappresenta uno dei più antichi casi di dirottamento aereo della storia. Alla fine, dopo la morte del dittatore spagnolo Francisco Franco, Finisterre fece ritorno in Spagna, dove trascorse gli ultimi anni della sua vita fino alla sua morte nel 2007.

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