Matrix Reloaded

Il sequel di Matrix più che ricaricato, come ci indica il titolo, è pompato, ingigantito, ma in sostanza svuotato della sua identità.In un continuo di effetti speciali, di voli alla Superman, si perde completamente l’essenza e l’originalità del primo Matrix. Per non sbagliare i fratelli Wachowski, hanno preferito seguire la scia di altri film, puntare sugli effetti speciali, sulle scene grandiose piuttosto che sull’essenza di Matrix, sul passaggio attraverso la linea telefonica fra un mondo reale cupo e buio ed uno fittizio, quello in cui noi crediamo di vivere, creato dalle macchine per tenere gli uomini sotto il loro giogo. Il film si apre con immagini che ricordano altri film del genere, e si chiude nella maniera più scontata possibile per un episodio numero due. Fra combattimenti, inseguimenti, fughe a bordo di una Ducati si inserisce una Monica Bellucci che conferma le sue doti di pessima attrice (e già chiamarla attrice potrebbe essere un complimento) quanto mai fuori luogo, e in un ruolo brevissimo. Insomma begli effetti speciali, film che si lascia guardare, ma dove è Matrix? Forse l’anno lasciato al primo episodio.
Valeria Doddi

Tra “Matrix” e la fantascienza c’è una Bellucci di troppo – così divina quando è muta, così terrena quando lo script, impietosamente, le impone qualche battuta. Tra “Matrix” e la fantascienza a cui siamo affezionati – quella di “2001 Odissea nello spazio” o quella di “Blade runner”, per intenderci – c’è una dose di misticismo troppo ossessivamente orientata a tematiche avventistiche ed una piega new age che ricorda più le patinate pagine di un rotocalco da parrucchiera che le ammuffite volute di un rotolo tibetano.Tra “Matrix” e il pubblico c’è l’irriverente e scanzonato gusto dei Wachowski Brothers per la sfrontata esagerazione, per il “tutto è concesso” a patto di rimpinzare lo spettatore di maestosi effetti speciali e travolgenti onde sonore al fine di renderne satolle le orecchie e gli occhi e farlo uscire, stordito ma soddisfatto, dalla sala cinematografica.

“Matrix reloaded” ha un inizio travolgente, al ritmo del bullet-time snocciola sequenze mozzafiato, impossibili riprese da operatore acrobata, angolazioni che smentiscono gli assiomi di Euclide e della sua geometria. Neo (Keanu Reeves) ha imparato a volare e lo fa come fosse Superman. Indossa un soprabito di foggia orientale che ricorda la tunica sacerdotale del Don Camillo di guareschiana memoria; non c’è un Peppone da combattere ma l’agente Smith moltiplicato per dieci, anzi, per cento, che ormai ha un conto personale da regolare con Neo. Neo-Gesù ha fattezze e movenze da Messia, dispensa grazie e miracoli alla popolazione di Zion, è annunciato da San Giovanni Battista – Morpheus (Laurence Fishburne) sempre più convinto della giustezza della profezia che ne aveva previsto la venuta. Deve guardarsi dalla grazie ammaliatrici di Persephone (Monica Bellucci) moglie insoddisfatta, novella Salomè, che in cambio di un bacio di Neo – ah, cos’è un bacio? – gli consegna il maestro di chiavi – Ghostbusters! – l’unico a possedere gli strumenti per aprire la porta che consentirà la salvezza di Zion dalle duecentocinquantamila seppie – immaginatevi che risotto che ci si potrebbe fare – assassine che stanno per raggiungere la sepolta città dei ribelli. Ma per salvare l’umanità umana – l’altra giace ancora nei vasconi ancora affardellata da cavi e cavetti – Neo dovrà effettuare una scelta, anzi la Scelta. Aprire la porta che consentirà di strappare alla morte gli abitanti di Zion o volgersi verso l’altro uscio dove dietro si cela il salvataggio della donna amata, Maria Maddalena- Trinity (Carrie-Anne Moss)?

E qui ci tocca un quarto d’ora di dissertazione su caso e causalità, libero arbitrio ed equazioni, statistica delle emozioni ed ingegneria elettronica: sapida filosofia al silicio che dopo due ore buone di visione risulta francamente indigesta, anche agli stomaci più resistenti. “Matrix Reloaded” è comunque un film da vedere assolutamente al cinema. Per apprezzare scene veramente eccezionali – MAI VISTE PRIMA – come il combattimento di Neo contro l’agente Smith e i suoi cloni, la mirabolante fuga di Trinity su una Ducati fiammante, lo scontro frontale al rallentatore di due enormi autoarticolati: il Tempo secondo i Wachowski. To be continued… arrivederci a novembre 2003 per “Matrix Revolution”. Nel frattempo, riposate le orecchie, abbiate riguardo per i vostri occhi…

Daniele Sesti

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