Orme di dinosauri a Bari: la scoperta a Santo Spirito

Cinque orme impresse nella roccia, probabilmente appartenute a degli anchilosauri, animali corazzati che vissero a Bari 100 milioni di anni fa. Sì, avete letto bene: a Bari c’erano i dinosauri! E non solo quelli del museo.

La scoperta

Siamo a Santo Spirito, rione del capoluogo pugliese, dove a due passi dal mare sono state rinvenute delle impronte di dinosauro risalenti al periodo Cretaceo inferiore. Accompagnati dal geologo Vincenzo Colonna, colui che ci ha segnalato il ritrovamento, siamo così andati a visitare il sito preistorico. E no, non abbiamo usato una macchina del tempo.

Scendiamo sul litorale utilizzando delle scalette e notiamo subito sulla sinistra, impressi sulla bianca scogliera, due fossi che ricalcano la forma di una zampa. Sono le prime e più evidenti orme di dinosauro. In una sono addirittura visibili quelle che paiono le impronte di tre dita. “Ehi, guarda mamma, ho trovato le impronte di un T-Rex!” “No, tesoro, sono solo le impronte di un anchilosauro.” “Un anchilosauro? Che noia.”

A pochi metri di distanza scorgiamo un’ulteriore impronta, meno definita delle precedenti, mentre spostandoci un po’ più a sud, ecco altre due tracce. Una risulta più tondeggiante, ma anche l’altra è facilmente riconducibile al passaggio di un grosso animale. “Non è un caso che a distanza di milioni di anni siano sopravvissuti questi segni,” ci spiega Colonna. “Nel Cretaceo inferiore questa era infatti un’area lagunare: il fondale era basso e costituito da frammenti calcarei. I rettili dell’epoca venivano a cercarvi il cibo e ovviamente lasciavano le proprie orme su queste fragili distese di detriti. Poi con il tempo il suolo si compattò andando a costituire le solide rocce, sulle quali però erano rimaste ‘stampate’ le impronte.” In effetti è raro rinvenire reperti fossili del genere. A Bari ne è stato trovato qualcuno nel Porto e sulla costa di San Giorgio e Torre a Mare e in numero maggiore a Lama Balice.

La parola agli esperti

“Questi di Santo Spirito,” ipotizza Rafael La Perna, docente di Paleontologia presso il dipartimento di Scienze della terra e geoambientali dell’Università di Bari, “potrebbero appartenere a dinosauri terrestri ed erbivori quadrupedi, forse del gruppo degli anchilosauri, lunghi poco più di un metro e molto diffusi nel Cretaceo.” L’esperto conferma quindi l’origine “animalesca” delle fosse. “I segni nel corso dei millenni sono stati modificati a causa dell’erosione marina e dell’alterazione superficiale,” avverte La Perna, “tuttavia con ogni probabilità si tratta di tracce lasciate dai dinosauri. Dico questo perché in tutte e cinque è ben visibile un ‘bordo di espulsione’. Quando l’animale poggiava la zampa sui detriti e poi la sollevava, rialzava infatti una certa quantità di sedimenti che andavano a posarsi sul bordo dell’impronta lasciata. Ciò dimostra che queste non sono semplici buche nella roccia calcarea. Tra l’altro una di esse ha una struttura tridattile: vi si vedono i segni di tre antichissime dita.”

Insomma, se vi trovate a Bari e volete fare un salto indietro nel tempo (senza usare una macchina del tempo), fate un salto a Santo Spirito e ammirate le orme dei dinosauri! Ma attenzione: non ci assumiamo alcuna responsabilità se incontrate un T-Rex lungo la strada.

T-Rex sensuali e dove spiarli!

Dopo aver parlato della stravagante corrente letteraria denominata “Dinosaur erotica” abbiamo deciso di prendere un aereo per raggiungere la costa settentrionale della Spagna per “spiare” un tenero atto d’amore antico di 65 milioni di anni!

Oltre a sfoggiare una vasta collezione di resti fossile e repliche di dinosauri, il Jurassic Museum of Asturias, ha infatti un’insolita “teca” con due temibili  Tyrannosaurus rex in una posa “erotica” inequivocabile… che rende ancor più “strane e inutili” le piccole braccine dei terrificanti carnosauri!

Fondato il 31 marzo 2004 e con un investimento di 12 milioni di euro, il museo ha l’obiettivo di illustrare diversi aspetti della vita sulla Terra. Le mostre e le collezioni del museo coprono 3.500 milioni di anni e, sebbene sottolineino le tre fasi del Mesozoico ( Triassico , Giurassico e Cretaceo ), vengono presentate anche informazioni sui periodi precedenti e successivi. I corridoi contengono una ricca collezione di impronte e fossili trovati nella costa asturiana e circa 8.000 fossili del periodo giurassico tra cui 200 fossili di dinosauri, coccodrilli, pesci e tartarughe. Nella sala che rappresenta il Cretaceo , che è l’ultimo periodo del Mesozoico da 145 a 66 milioni di anni fa, sono allestite oltre 20 repliche di dinosauri, tra cui spiccano appunti i Tyrannosaurus Rex “in amore”, un Giganotosaurus argentino, un Deinonychus dai grandi artigli. La volontà dei paleontologi, pur ancora divisi su come determinare il sesso dei resti di T-rex, è quella di descrivere  le abitudini biologiche e sociali dei dinosauri e il periodo della grande estinzione entro la fine del Cretaceo.

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