Quando mi hanno detto che Sonic the Hedgehog 3 era finalmente uscito al cinema, ho reagito con la stessa foga con cui Sonic parte in corsa alla massima velocità: inarrestabile. Da appassionata cronica di tutto ciò che riguarda l’universo dei videogiochi – e in particolare del riccio blu più veloce del mondo – non potevo assolutamente perdermi questo terzo capitolo, diretto ancora una volta da Jeff Fowler. Dopo Sonic 2 e la serie spin-off su Knuckles, questa nuova pellicola è, senza mezzi termini, un grande atto d’amore per la saga videoludica SEGA e un’evoluzione spettacolare del franchise cinematografico.
E lasciatemi dire subito una cosa: questo film non solo è all’altezza delle aspettative, ma le supera. Ma andiamo con ordine.
La storia prende il via dopo gli eventi di Sonic 2 e si innesta perfettamente con la serie su Knuckles, proponendoci un equilibrio riuscitissimo tra continuità narrativa e nuove emozioni. In scena tornano Sonic, Tails e Knuckles (e le loro dinamiche di squadra sono adorabili e genuine), ma il vero game-changer è lui: Shadow the Hedgehog. Misterioso, letale, carismatico e tormentato, Shadow arriva sul grande schermo direttamente da Sonic Adventure 2 e Shadow the Hedgehog — due capitoli cult per ogni gamer che si rispetti.
E no, non stiamo parlando solo di una new entry qualsiasi. Shadow è doppiato nientemeno che da Keanu Reeves in lingua originale. Sì, proprio lui. E anche se in Italia a dare la voce è Claudio Moneta (voce storica del personaggio nei videogiochi), l’effetto wow resta intatto. Shadow è il perfetto contraltare di Sonic, con un passato oscuro, una rabbia trattenuta e una forza che fa tremare la terra. Le sue prime apparizioni sono pura potenza visiva e narrativa: la regia lo avvolge in un’aura minacciosa, come se ogni suo passo potesse cambiare le sorti del mondo. La trama lo vede collaborare con il Dr. Robotnik (l’immancabile Jim Carrey, che riesce sempre a essere al contempo esilarante e inquietante) e il misterioso nonno Gerald per scatenare la sua vendetta sull’umanità. Il tutto condito da colpi di scena e alleanze inaspettate che non voglio spoilerare, ma che vi faranno sobbalzare sulla poltrona come in un livello bonus.
Parlando di Carrey: il suo Robotnik è sempre una gioia per gli occhi. Un po’ cartoonesco, un po’ folle scienziato pazzo, non riesco davvero a immaginare un Sonic cinematografico senza di lui. Anche se alcune gag legate al suo aspetto fisico risultano un tantino fuori luogo (battute sul peso? Nel 2025? Seriously?), la sua performance rimane uno dei cuori pulsanti della saga.Ma parliamo anche dell’aspetto visivo, perché qui Sonic 3 fa un balzo avanti spettacolare. La CGI è una delizia: i personaggi digitali non solo sono credibili, ma anche pieni di sfumature e personalità. Le scene d’azione sono frenetiche e girate con una cura che non ha nulla da invidiare ai blockbuster hollywoodiani. La sequenza ambientata a Tokyo è, senza esagerare, da cult: un tripudio di neon, riferimenti a Akira, adrenalina pura e omaggi dichiarati alla cultura giapponese che ha dato i natali a Sonic. Un piccolo rammarico per la scena ambientata a Londra, che risulta meno incisiva – ma forse è solo questione di gusti estetici.
Un altro elemento che ho adorato è il tono del film. Resta coerente con quello dei primi due capitoli: divertente, brillante, adatto a tutte le età ma con abbastanza sottotesto da far sorridere anche i fan più cresciuti. C’è una consapevolezza crescente, un voler far crescere la saga con il proprio pubblico. E sì, si nota. Si sente. Si vive.
Chiudo con una considerazione personale: Sonic 3 è, finora, il miglior film della trilogia. Alza l’asticella su tutti i fronti – regia, scrittura, doppiaggio, estetica – e riesce a essere nostalgico senza mai sembrare vecchio, fresco senza rinunciare al suo passato. È una pellicola che sa cosa vuole essere: un omaggio ai fan di lunga data, un’esperienza coinvolgente per chi si avvicina ora a questo universo e, soprattutto, un grande spettacolo.
E visto che già si parla del quarto capitolo, io sono già pronta a correre al cinema. Come Sonic, ma con una borsa piena di gadget a tema.