Deuraegon Bor (1990). Questa pellicola racconta che Sohn Oh-Gong (rappresentante Goku), un ragazzino di montagna esperto nelle arti marziali, è in possesso di una delle sette sfere del drago regalategli dal nonno. Un giorno incontra Burma (rappresentante Bulma), una ragazza che desidera impossessarsi di tutte le sfere per evocare il drago Shenron che esaudirà un suo desiderio. Bulma lo convince a mettersi in viaggio con lei. I due però finiscono nei guai quando vengono derubati delle sfere dall’imperatore Parahu che desidera conquistare il mondo ma alla fine riescono a battere il nemico grazie alla forza e alla saggezza di Sohn Oh-Gong. Il film non è mai uscito in Italia.
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Dragonball Evolution: il grande flop della grande saga
“Come autore originale, la mia reazione dopo aver visto la sceneggiatura e il character design è stata “Cosa? Ma il regista, tutti gli attori, lo staff e tutti gli altri sono persone di “ultra” alto calibro!”. Forse il modo migliore per me e per tutti i fan di apprezzarlo è quello di vederlo come un nuovo Dragonball, di una dimensione differente. Forse potrebbe risultare un grande capolavoro di potenza!”.
CRITICA
“Gli eroi dei fumeffi in carne e ossa: occhi blu/verdi per Goku, movenze da ballerina per Bulma, paffido volto da vampiro per Lord Piccolo che vuole la distruzione della Terra, capeffi da bad boy per Yamcha, viso delicato e muscoli d’acciaio per Mai, complice del perfido Lord e per Chi Chi amata da Goku. Sono i buoni e i cattivi di Dragonball Evolution: si presentano a chi non ha molta dimestichezza con i loro personaggi e a chi, invece, conosce perfettamente le avventure della popolarissima graphic novel giapponese creata nel 1984 da Akira Toriyama. (…) Dice il regista James Wong, nato a Hong Kong, cresciuto in California, scelto dalla Fox per il kolossal costato oltre cento milioni di dollari: «Il glamour e l’interesse per ogni età della serie di album Dragonball non nasce solo dalle azioni dei diversi protagonisti, ma dall’intero, ricco mondo che Toriyama ha creato per loro: un universo complesso di esseri umani e supereroi, che nel film è riprodotto in un prossimo futuro e in una realtà multirazziale e multiculturale. Tradizioni del passato e avvenirismo tecnologico si fondono». (Giovanna Grassi, ‘Corriere della Sera’, 8 aprile 2009)
“Malgrado il flop di ‘Speed Racer’, a Hollywood insistono con gli adattamenti da ‘anime’ giapponesi. Arriveranno anche ‘Ninja Scroll’, ‘The Last Airbender’ e ‘Akira’, Qui si scrive di ‘Dragonball Evolution’, fantasy da 100 milioni di dollari più leggero (84 minuti: deo gratias) e simpatico del solito grazie a una trama assurda (perché Goku è americano?), recitazione sopra le righe, attori buffi ed effetti speciali roboanti. Quello ceh non finziona è i l cattivo: Lord Piccolo, con il suo look alla Tin Curry di ‘Legend’, è di una noia mortale. Goku sembra il fratello più espressivo di Harry Potter. Nuova saga? Dipende del box office di dopodomani. (Francesco Alò, ‘Il Messaggero), 10 aprile 2009)