Glossario nel cinema

Il cinema è una forma d’arte moderna nata alla fine del XIX secolo, nota anche come la settima arte. La rapida successione di immagini che contengono una ripresa frazionata della medesima azione è alla base di quella illusione ottica che noi conosciamo con il nome di cinema. È molto diffusa la convinzione che il fenomeno della persistenza delle immagini sulla retina consenta allo spettatore di avere l’illusione del movimento. Questa affermazione è sbagliata. Il fenomeno ora descritto consente all’occhio di percepire come un fascio di luce continuo ciò che, al contrario, è una rapida sequenza di lampi (nel cinema professionale 48 al secondo, pari a 24 fotogrammi al secondo: ogni fotogramma viene illuminato due volte); l’illusione del movimento è invece opera del cervello il quale, secondo meccanismi non ancora del tutto chiariti, “assembla” la raffica di immagini che gli vengono trasmesse in modo unitario e, ciò che più conta, in movimento.

 

Abbagliamento (dazzling): è la perdita momentanea di sensibilità da parte di un senso, causata da uno stimolo eccessivamente forte o inaspettato. L’abbagliamento può essere ottico (si pensi alle fortissime dissolvenze in bianco di Film bianco, 1994, di krzysztof kieslowski) o acustico (uno spettatore abituato ad ascoltare quartetti d’archi sarebbe probabilmente abbagliato dalle esplosioni in dolby sorround di un qualunque action-movie).

Aberrazione (aberration): è l’alterazione della geometria, del colore o della definizione dell’immagine dovuta all’imperfezione dei sistemi ottici di ripresa.

Abrasione (clinch mark): si dice della pellicola segnata o graffiata a causa di polvere o sporcizia.

Academy award: premio oscar assegnato ogni anno dall’academy of motion picture arts and sciences (associazione americana dei produttori e cineasti). È l’unico premio che viene assegnato anche alle singole fasi della lavorazione. É il maggior riconoscimento mondiale per chi si sia distinto nel cinema. La consegna è annuale e avviene a hollywood. A quanto sembra, il nome del premio è dovuto a una battuta di margaret herrick. Impiegata della academy, disse un giorno che la statuetta le ricordava suo zio oscar. Nel 1934 walt disney fu il primo a riferirsi alla statuetta con il nome di oscar, durante la celebre premiazione. Dopo l’exploit di disney, numerosi giornalisti americani cominciarono a loro volta a chiamare la statuetta oscar. Nel 1939 la academy rinominò ufficialmente l’academy award “oscar”.

Accartocciamento (curling up): è la deformazione della pellicola spiegazzata.

Accelerazione del movimento (fast motion): ripresa cinematografica svolta a cadenza inferiore rispetto alla normalità, con la quale è possibile accelerare movimenti molto lenti. Si pensi a tutte le scene di decomposizione dei corpi animali in zoo di venere, 1985, di peter greenaway. L’accelerato può, naturalmente, essere usato anche in chiave ironica e parossistica. Si pensi agli inseguimenti nelle vecchie comiche o al menage a trois, con sottofondo rossiniano, di arancia meccanica, 1971, di stanley kubrick.

Accoppiamento (composite assembling): operazione di montaggio che permette di far coincidere la colonna visiva con quella sonora.

Accumulatore (accumulator): è l’apparato che eroga energia elettrica a corrente continua sul set. Si distingue dalla batteria perché, a differenza di quest’ultima, può essere ricaricato.

Acetato (acetate base): è il supporto trasparente dell’emulsione. Ha un alto coefficiente di flessibilità e un basso coefficiente di elasticità. L’acetato ha sostituito il nitrato di cellulosa, che era altamente infiammabile. In nuovo cinema paradiso, 1988, di giuseppe tornatore, il nitrato di cellulosa è la causa dell’incendio che distrugge il vecchio cinema, durante la proiezione dei pompieri di viggiù.

Acquisto del film (film buying): l’acquisto del film da parte del distributore o del noleggiatore, per ottenere la proprietà dello sfruttamento commerciale della pellicola. Può essere concluso a scatola chiusa (quando ci si fida del cast, del soggetto o del regista), durante la lavorazione (quando l’unica cosa visibile sono i giornalieri), o a film finito (visionando la copia campione). Un film può essere acquistato anche in blocco: pur di assicurarsi la proprietà di un probabile blockbuster si compra un pacchetto con altre pellicole meno interessanti.

Acustica (acoustic): parte della fisica che si incarica di studiare la produzione, la propagazione, la riproduzione e la ricezione delle onde sonore.

Acutanza (acutance): è la capacità di riprodurre i minimi dettagli di un oggetto ripreso. L’acutanza è uno dei parametri che permette la classificazione della qualità della pellicola.

Ad libitum: nella sceneggiatura all’americana è la scritta che indica le inquadrature messe a disposizione del regista.

Adattamento (arrangement): trasposizione di un’opera letteraria, teatrale o musicale al cinema.

Adattamento del doppiaggio (arrangement dubbing): è l’operazione che coordina il doppiaggio ai movimenti delle labbra degli attori.

Adattatore del doppiaggio (arranger): è colui che cura l’adattamento del doppiaggio.

A filo macchina (border camera): si dice dello sguardo dell’attore diretto a lato della macchina da presa.

Afono (dead): ambiente totalmente privo di riverbero acustico.

Agenzia di noleggio (film rental agency): sono le agenzie che distribuiscono le copie da proiezione agli esercenti cinematografici.

A.g.i.s.: associazione generale italiana dello spettacolo. Riunisce i gestori di tutte quelle aziende che si occupano dello spettacolo in generale: cinema teatro, circo ecc.

Aiuto assistente operatore: tuttofare dell’operatore. Si occupa della manutenzione della macchina da presa e di altri lavori come il trasporto delle bobine.

Aic: associazione italiana cinema.

A.i.c.: (associazione italiana autori della fotografia cinematografica); i direttori della fotografia italiani.

Aits: associazione italiana tecnici del suono.

Aiuto capo elettricista (best boy): colui che posiziona le luci secondo le disposizioni impartite dal direttore della fotografia.

Aiuto regista: si occupa di coordinare la regia con la troupe e il cast.

Aiuto montatore (editing assistant): aiuta il montatore nell’assemblaggio dei giornalieri, nella sincronizzazione del sonoro e nella predisposizione dei trucchi.

Aiuto operatore (clapper boy): aiuta l’assistente operatore nella manutenzione e nella pulizia della macchina da presa e dei suoi accessori.

Aiuto regista (first assistant director): colui che coordina le esigenze e gli ordini del regista con la troupe e il cast. L’aiuto regista verifica la preparazione degli attori, controlla i costumi, il trucco e più in generale ha la responsabilità che tutto ciò che serve per girare sia presente e in ordine.

Al volo (passing by): ripresa effettuata senza prove, in set arrangiati o costruiti con gli scarti altrui, e quasi la necessità di chiudere con il fatidico “buona la prima”. Roger corman, pur lavorando in questo modo, ha costruito una delle più fruttuose carriere registiche di sempre.

“allarga” (“flood”): ordine impartito dal direttore della fotografia per aumentare l’area illuminata o diminuire l’intensità della luce.

Alone (halation): riflesso che crea una macchia di colore intorno al soggetto ripreso.

Alta chiave (high key): tecnica fotografica che privilegia i toni chiari e medi. Precludendosi la possibilità dei toni scuri la fotografia non è contrastata.

Alta velocità (high speed): ripresa effettuata a una velocità maggiore rispetto a quella standard, che è di 24 fotogrammi al secondo. Grazie all’alta velocità è possibile rallentare l’azione e diluire, con effetto enfatico, il tempo. Si pensi ai celebri ralenty de il mucchio selvaggio, 1969, di sam peckinpah nei quali le pallottole lacerano i corpi con una inesorabile lentezza.

Alterazioni della pellicola (film alteration): danni subiti dalla pellicola mal conservata, causati in particolare dalla disidratazione, dall’eccessivo calore o dall’azione combinata di luce e calore.

Altezza del suono (pitch): banda di misurazione dell’acutezza o della gravità di un suono. Il calcolo dell’altezza è dato dal numero di vibrazioni per secondo (l’unità di misura è l’hertz). Si passa dai 20 hertz dei suoni più gravi ai 20.000 hertz dei suoni più acuti.

Alto contrasto (high contrast film): qualità della fotografia che, non riproducendo i grigi, si concentra sul contrasto tra i neri e i bianchi.

Ambiente (set): il luogo fisico in cui si girano una o più scene del film.

Amc: associazione montatori cinematografici.

Americana (catwalk): ponte sospeso sul set sul quale vengono fissati i corpi illuminanti. Ampere: unità di misura della corrente elettrica.

Amplificatore (amplifier): circuito che amplifica i segnali elettrici con lo scopo di diminuirne le distorsioni.

A.n.a.c.: associazione nazionale autori cinematografici.

Anacromatico (anachromatic lens): tipo di obiettivo usato per le riprese con effetto flou, perché non corregge le aberrazioni cromatiche.

Anaglifi (anaglyphic): immagini stereoscopiche che, se viste con gli appositi occhiali, creano un’impressione di tridimensionalità.

Analogico (analogic): si dice di un sistema che procede per analogia. La registrazione di un dato reale avviene senza una trasformazione in codice del messaggio. Quando si gira un film, l’azione viene riprodotta sulla pellicola grazie alla sua proprietà fisica di essere “impressionata” dalla luce. Il sistema che si è affiancato all’analogico è il digitale.

anamorfico: tecnologia cinematografica capace, per mezzo di lenti montate sulla macchina da presa con caratteristiche “anamorfiche”, di schiacciare l’immagine sul negativo distorcendola e comprimendola. In fase di proiezione, un altro sistema di lenti simili, provvede a riportare l’immagine alla proporzione desiderata per essere proiettata sullo schermo in formato cinemascope, vistavision, panavision, ecc.

Anamorfico (anamorphic): Anamorfosi (squeezing): deformazione prospettica dell’immagine dovuta ad una posizione troppo bassa, troppo alta o troppo angolata della macchina da presa rispetto al soggetto.

Anello (loop): spezzone di pellicola o di nastro sonoro in cui la testa è giuntata con la coda in modo da permetterne il passaggio circolare e quindi infinito. Questa tecnica risulta particolarmente efficace per il doppiaggio (la ripetizione continua della scena permette al doppiatore una più facile sincronizzazione) e per lo sfondo sonoro (una sola sequenza di rumori e suoni può essere utilizzata come sottofondo costante).

Angolazione (camera angle): posizione della macchina da presa espressa in gradi che definisce l’altezza e l’angolo del punto di vista rispetto al soggetto ripreso.

A.n.i.c.a.: associazione nazionale industrie cinematografiche e affini.

Animatore (animator): colui che realizza l’animazione dei cartoni animati.

Animazione (cartoon): tecnica che, grazie al passo uno, permette l’illusione del movimento per una sequenza di immagini fisse disegnate (cartone animato) o di modellini.

A.n.s.i.: (ex a.s.a.) american national standard istitute; è un ente che ha definito delle norme accettate internazionalmente da tutto il mondo della cinematografia.

Anteprima (première): proiezione di una pellicola per un pubblico selezionato (stampa, vip, ecc.) Prima della sua distribuzione in sala.

Aoci: associazione operatori cinematografici italiani.

Apertura a diaframma (iris fading): tipica dei film muti, è l’apparizione progressiva dell’immagine partendo dal centro dello schermo.

Apertura in assolvenza da nero (fade up): apparizione progressiva dell’immagine partendo da sfondo nero. È il procedimento inverso della dissolvenza in nero.

Area di sovraesposizione (highlite): area dell’inquadratura in cui, per errore o deliberatamente, la riproduzione dei toni cromatici non è corretta.

Archivio cinematografico (film library): luogo in cui vengono conservati e archiviati i film e più in generale tutto ciò che può servire allo studioso di cinema (materiale audio, spezzoni di pellicola impressionati ma non utilizzati, ecc.). Gli archivi cinematografici sono le biblioteche del sapere visivo.

Aria (balance): spazio che circonda la porzione dell’inquadratura sulla quale si intende focalizzare l’interesse dello spettatore. Spetta all’operatore di macchina far sì che il bilanciamento tra le inquadrature sia armonico.

Arredatore (set decorator): chi arreda il set secondo le indicazioni del regista e dello scenografo.

Artificio di racconto (optical puntaction): è l’insieme di quelle tecniche che permettono, secondo una sorta di grammatica della visione, di costruire in racconto le immagini riprese. L’esempio classico è quello della dissolvenza per indicare il passaggio di un certo periodo di tempo all’interno della storia raccontata. La costituzione di queste norme linguistiche è avvenuta attraverso tentativi, esperimenti, buona sorte e fallimenti più o meno clamorosi. La storia di come si siano fissati per convenzione gli artifici del racconto coincide con il formarsi del linguaggio cinematografico. E come dante alighieri può essere considerato il padre della lingua italiana, allo stesso modo david wark griffith è il padre del cinema. Come ha detto billy wilder “tutti gli dobbiamo qualcosa. La sua opera non è stata semplicemente importante. Essa è a tutt’oggi imprescindibile”.

Art director: scenografo, lavora in sintonia con il regista; è responsabile della progettazione e della realizzazione delle scenografie; dirige le maestranze addette alle costruzioni.

A.s.c.: (american society of cinematographers); associazione dei direttori della fotografia americani.

Ascensore (lift): apparecchiatura che consente lo scorrimento verticale della macchina da presa.

Aspect ratio: formato schermo.

Asse di ripresa (shot axis): linea immaginaria (ortogonale ai due assi che incrociano il centro della scenografia), presa come riferimento per collocare correttamente la cinepresa rispetto al soggetto da riprendere. Nel caso in cui la ripresa sia fuori asse si ha una deformazione delle linee orizzontali o verticali dell’immagine.

Assistente alla produzione: coordina molte attività inerenti le riprese, dall’organizzazione dei viaggi, orari ecc.

Assistente alla regia (second assistant director): l’aiuto dell’aiuto regista.

Assistente montatore (editor’s assistant): la spalla del montatore ha il compito di raccogliere e numerare i giornalieri e di tenere in ordine la moviola.

Assistente operatore (focus puller): la spalla dell’operatore ha il compito di preparare la macchina da presa, impostando i fuochi, il diaframma, le tarature e predisponendo i filtri e, più in generale, tutti gli accessori occorrenti.

Assorbimento ottico (light scattering): è la capacità dei corpi di assorbire la luce. I corpi neri assorbono, naturalmente, una quantità maggiore di luce rispetto a quelli bianchi e/o riflettenti.

Asta a mano (fish pole): è l’asta utilizzata dal microfonista per avvicinare il più possibile il microfono agli attori. Ideale per le riprese esterne, può essere sostituita dalla giraffa per i set costruiti in studio. Poche cose sono così fastidiose come vedere il microfono che entra nell’inquadratura a causa di una distrazione o di un cedimento dei bicipiti del microfonista. Attenzione però: la maggior parte delle volte, l’entrata in scena del microfono è dovuta all’utilizzo del mascherino sbagliato da parte del proiezionista.

Attacco (cut): ogniqualvolta nel montaggio c’è un cambio di inquadratura si ha uno stacco (fine dell’inquadratura precedente) e un attacco (inizio dell’inquadratura successiva).

Attacco a tendina (blind take): apertura dell’inquadratura che scopre a poco a poco la scena partendo da un particolare. In velluto blu, 1986, di david lynch, il naso di kyle maclachlan è l’attacco a tendina di un bellissimo movimento di macchina che lentamente scopre tutto il volto dell’attore. Il procedimento usato al contrario può funzionare anche come stacco (partendo da un totale la macchina focalizza un particolare fino a renderlo indistinguibile e a chiudere la scena).

attacco per scavalcamento (inverted cut): attacco in cui il punto di vista dell’inquadratura viene ribaltato da sinistra a destra o viceversa. Considerato un errore di regia, perché disorienta lo spettatore, può essere anche un effetto deliberato per ottenere una sgrammaticatura nel flusso di immagini. Jean-luc godard ha costruito la sua carriera di cineasta sperimentale giocando con questi “errori”.

Attacco sull’asse (axis cut): cambio di inquadratura senza variazione dell’asse di ripresa. Il soggetto viene ripreso dallo stesso punto di vista ma a distanze differenti. Martin scorsese ha detto: “ci sono alcune inquadrature che mi porterò dentro per sempre. Come quella in tirate sul pianista quando il protagonista preme il campanello sulla porta. Truffaut stacca tre volte, venendo sempre più vicino. Quell’inquadratura è in ogni mio film e non so perché”. Truffaut in quel caso eseguì un attacco sull’asse.

Attore (actor): colui che “agisce” sul set, interpretando la parte di un personaggio per il film. I registi possono essere divisi in due grandi categorie a seconda di come lavorano con gli attori. I fautori dell’attore-marionetta (kubrick e hitchcock su tutti) richiedono all’attore di sottostare alle esigenze registiche del film. I fautori dell’attore-persona (renoir e scorsese per esempio) sono disposti a modulare il film in base alle esigenze degli attori.

Attrezzisti (props): responsabile di tutti gli oggetti presenti sulla scena, sono coloro addetti al reperimento dei materiali di arredo e degli oggetti necessari alle riprese. Si favoleggia che a hollywood alcuni attrezzisti possano reperire qualunque cosa (da una pistola d’epoca a un elefante indiano) in pochi minuti.

Avid: marchio di fabbrica che costruisce attrezzature per il montaggio.

Avvolgitore (wind): macchinario che permette il riavvolgimento rapido dei rulli di pellicola.

bagni (batches): le pellicole, proprio come le fotografie, vengono immerse in liquidi particolari per essere sviluppate e stampate. La diversa composizione delle soluzioni chimiche dei bagni permette di interrompere la reazione di sviluppo (b. Di arresto), accelerarne i tempi (b. Di accelerazione), fissare la luce (b. Di fissaggio), eliminare i residui (b. Di lavaggio), sbiancare, indurire e virare (cioè colorare monocromaticamente) la pellicola.

Banco di missaggio (mixer): è l’apparecchiatura che consente di armonizzare e bilanciare tra loro le diverse colonne sonore (dialoghi, rumori di fondo, musica, effetti sonori, ecc.).

Banco ottico verticale (rostrum): sostegno rigido che fissa verticalmente la macchina da presa. È utilizzato in particolare per il passo uno dell’animazione e per gli effetti ottenuti con la truka.

Banda (control band): cartoncino che informa sulle caratteristiche cromatiche ed espositive della pellicola per una sua corretta stampa. Al maschile (bando) indica invece l’intensità della luce, per la stampa positiva.

Bandiera (flag): rettangolo di stoffa o di metallo. Serve a modificare, scurire o correggere la luce proveniente dalla sorgente luminosa su cui la bandiera viene applicata. Può essere tonda, a iride (per controllare l’ampiezza del fascio luminoso), a persiana (per diminuire l’intensità della luce), all’americana (si chiama così la bandiera che ricopre un profilo metallico) o alla francese (quando è snodabile e regolabile).

B&w (black and white): abbreviazione inglese per un film in bianco e nero.

barney: copertura morbida della macchina da presa che permette di insonorizzarla per le riprese in esterni. Tale procedimento sta sostituendo il più antico blimp (copertura rigida), più efficace ma eccessivamente grande, pesante e poco maneggevole. Le più recenti tecnologie lavorano direttamente sulla macchina da presa silenziata, grazie a materiali e meccanismi che producono un rumore minimo.

Bassa chiave (low key): tecnica fotografica che predilige i toni medi e scuri ad alto contrasto.

Battuta (cue): è la porzione minima di dialogo dotata di senso compiuto. Un esempio di battuta che vale da sola il prezzo del biglietto da il dormiglione, 1973, di woody allen. Allen/erno: “credo nel sesso e nel decesso. Solo che dopo il secondo non ti viene la nausea”.

Battuta a vuoto (void cue): nel doppiaggio, battuta recitata senza corrispondenza con il movimento delle labbra dell’attore. Fino a qualche anno fa (oggi la situazione è un po’ migliorata) tutte le telenovelas sudamericane erano doppiate praticamente in asincrono.

Battuta fuori campo (re cue): battuta recitata senza che l’inquadratura riprenda l’attore che la dice.

Bazooka (extension tube): cavalletto formato da una serie di tubi collegabili tra loro.

Bel: unità di misura dell’intensità del suono.

Bianco (white): è l’insieme di tutte le radiazioni monocromatiche che costituiscono lo spettro visibile. È possibile teorizzare il bianco assoluto, ma, in realtà, non esiste alcun corpo che abbia tale “colore”. Esiste il bianco opaco, il bianco traslucido ma non il bianco trasparente.

Bianco e nero (black & white film): pellicola in cui i colori sono tradotti in una serie di grigi più o meno variegata e contrastata. La dicitura si abbrevia per convenzione in b&n.

Bilanciamento (balance): può essere acustico o cromatico. Serve a rendere omogenei tra loro i suoni e i colori del film affinché non vi siano “stonature” (un suono troppo tenue rispetto agli altri o un colore troppo acceso, per esempio).

Blocco (full setting): tecnica che permette la pianificazione delle riprese secondo un calendario preciso, raggruppando azioni e set che hanno una stessa unità logica e temporale. Blockbuster: film di straordinario successo commerciale. Uno dei film che ha incassato di più nella storia del cinema è via col vento, 1939, di victor fleming.

Blue back (o blue screen): tecnica di ripresa che permette di sovrapporre le riprese effettuate con gli attori agli sfondi reali o irreali sui quali sarebbe antieconomico o impossibile girare (foreste secolari, paesaggi lunari, ecc.). Il blue back non consente movimenti di macchina (carrelli, panoramiche, zoom) perché non è possibile evitare la discontinuità tra lo sfondo che resta fisso e la mutazione di prospettiva della macchina da presa in movimento. Questo inconveniente è oggi risolto grazie alla computer graphic che permette la correzione digitale della discontinuità. Il migliore esempio di utilizzo del blue back è la prima parte di 2001: odissea nello spazio, 1968, di stanley kubrick. L’alba dell’uomo, nonostante lo stupore che ancora oggi riesce a creare la bellezza dei paesaggi primitivi, è stata girata interamente in studio.

Bobina (spool): strumento che permette di avvolgere la pellicola e il nastro magnetico.

Bolla (camera level): strumento che consente di regolare la posizione della macchina da presa in modo che sia perfettamente livellata in senso orizzontale.

Bollettino di edizione (negative log sheet): è il bollettino che riporta tutti i dati relativi a una determinata pellicola (metraggio, tipo di diaframma, numero di ciak, inquadrature buone, ecc.).

Botteghino (box office): gli incassi di un film.

Brillanza (brillance): intensità della luce riflessa da una superficie.

Bruto (brute): il più potente proiettore ad arco, capace di una potenza di 225 ampere.

budget: il costo complessivo di un film.

B.s.c.: (british society of cinematographers); associazione dei direttori della fotografia inglesi.

“buona” (“good”): così si definisce la ripresa che, considerata ottimale tra tutte quelle fatte, verrà usata per il montaggio.

Cabina di proiezione (projection room): luogo deputato alla proiezione del film. All’interno della cabina sono installati due proiettori che permettono il cambio sincronizzato dei rulli in modo tale che il film possa essere visto senza soluzione di continuità. La cabina di proiezione è l’antro in cui nasce il fascio luminoso che anima lo schermo bianco di luci e ombre.

Caccole (trashes): in gergo sono così chiamate le formazioni di grasso e polvere che sporcano i proiettori e le macchine da presa. È compito del proiezionista e dell’assistente operatore pulire i macchinari ed evitare che le “caccole” vengano anch’esse proiettate sullo schermo o restino impresse sulla pellicola rovinandola e costringendo così la troupe a rifare daccapo le riprese.

Cadenza di ripresa (camera speed): è la velocità della macchina da presa e si misura in fotogrammi al secondo. Lo standard è di 24 fotogrammi per 1 secondo. Una cadenza di ripresa inferiore allo standard permette l’accelerato. L’accelerazione può variare. E consentire tanto l’accelerato chiaramente percettibile e parossistico degli inseguimenti nelle vecchie comiche quanto quello solo vagamente innaturale che velocizza le scene d’azione, le scazzottate, i combattimenti (jackie chan, in questo, è un maestro). Una cadenza di ripresa superiore allo standard permette il ralenty. Anche la decelerazione può variare. Dai ralenty di peckinpah a quelli praticamente impercettibili che rendono più fluide le panoramiche dei paesaggi. Caleidoscopio (kaleidoscope): filtro prismatico che viene montato sull’obiettivo e permette di moltiplicare in numerose immagini sfaccettate l’oggetto ripreso.

Cambio (change over): passaggio sincronizzato dei rulli di proiezione che consente di vedere il film senza soluzione di continuità. Oggi il cambio avviene in automatico. Una volta era la bravura del proiezionista che non permetteva allo spettatore di accorgersi del cambio di rullo.

Camera car: si chiama così la macchina da presa montata, grazie ad appositi supporti, su un veicolo in movimento. La camera car consente carrellate particolarmente lunghe o per esempio la ripresa degli attori in un’automobile in movimento.

Camera oscura (dark room): è il luogo assolutamente privo di luce dove, nei laboratori fotografici, viene trattata la pellicola non ancora stampata e dunque sensibilissima alla luce. Oppure il vano della macchina da presa in cui si impressiona la pellicola.

Cameraman: vedi operatore di ripresa.

Camerino (dressing room): il luogo in cui l’attore viene truccato e vestito, ripassa le battute, si riposa prima e dopo le riprese e riceve gli ammiratori.

Campo (shots): insieme al piano è una distanza cinematografica. Generalmente si parla di campo quando la distanza è in rapporto con l’ambiente, e di piano quando la distanza cinematografica è in rapporto con la persona. Può essere lungo, lunghissimo e medio a seconda della sua ampiezza. In un angelo alla mia tavola, 1990, di jane campion, uno splendido movimento di macchina all’inizio del film riduce progressivamente il campo passando dal totale del paesaggio alla strada percorsa dalla protagonista fino ad arrivare al suo primissimo piano.

Campo medio: inquadratura di un’intera azione dove l’ambiente è ben visibile e relazionato.

Campo lungo: inquadratura in esterni a larga visuale, dove però si nota un centro narrativo.

Capo attrezzista (property master): il capo degli attrezzisti. È alle dipendenze dello scenografo.

Capo elettricista (gaffer): il capo degli elettricisti. È alle dipendenze del direttore della fotografia.

Capo macchinista (head grip): è il capo dei macchinisti. È alle dipendenze del direttore della fotografia.

Caposarta (dress master): gestisce i costumi e gli accessori d’abbigliamento che occorrono per le riprese.

Caricamento (loading): è l’operazione che consiste nell’inserire la pellicola o il nastro magnetico negli appositi vani dell’apparecchiatura utilizzata. Il sistema di caricamento della pellicola è diverso a seconda del modello della macchina da presa. Un assistente operatore che non sapesse caricare la pellicola provocherebbe perdite di tempo e denaro.

Carrellata (travelling shot): movimento morbido e continuo della macchina da presa che scorre su un carrello montato su apposite rotaie.

Carrello: veicolo su ruote che alloggia la macchina da presa.

Cartone animato (cartoon): vedi animazione.

Cassa acustica (loudspeaker): è il contenitore degli altoparlanti. Per una buona propagazione del suono sono necessarie rigidità, stabilità e bassa risonanza. Le casse acustiche si dividono in bifoniche, trifoniche e multivia.

Cast: tutti gli attori di un film. C’è quello “artistico” (regista, sceneggiatore, attori) e quello “tecnico” (montatore, direttore della fotografia, fonico, ecc.).

Catering (catering): è così chiamato il servizio che distribuisce i cestini dei pasti durante le riprese.

Cavalletto (tripod): è uno dei supporti più usati per la macchina da presa. In genere ha tre gambe e può essere di alluminio, legno (i vecchi cavalletti del muto) o carbonio.

Cellario (stocking room): è la sala dove vengono conservati i film e il materiale d’archivio. La temperatura e il tasso di umidità sono tenuti costantemente sotto controllo.

Centro ottico (optical center): è il punto in cui si intersecano tutti i raggi luminosi che attraversano un determinato sistema ottico (insieme di specchi e lenti). La distanza tra il centro ottico dell’obiettivo e la pellicola permette di calcolare la lunghezza focale.

Cestino (location lunch): è il pranzo preconfezionato della troupe. A volte, come ne la ricotta, 1963, di pier paolo pasolini, procurarsi un cestino può diventare questione di vita o di morte.

Chassis (loading magazine): contenitore a prova di luce che contiene la pellicola, sia quella da impressionare che quella già impressionata. La capacità dello chassis varia dai 60 ai 300 metri di pellicola. Il suo corretto utilizzo e la sua manutenzione spettano all’aiuto operatore.

Chiusura a diaframma (end iris fading): è la chiusura tipica dei film muti, in cui l’immagine scompare progressivamente fino al nero completo.

Ciacchista (clapp boy): colui che recita e batte il ciak.

Ciak (clapp board): tavola di legno che compare all’inizio di ogni inquadratura sulla quale vengono scritte tutte le informazioni che permettono di riconoscere subito e catalogare il girato. Numero della scena e dell’inquadratura, titolo del film, nome del regista, ecc., serve al montatore per conoscere i dati della scena e per la sincronizzazione del montaggio.

I ciak americani hanno l’asta che si batte posizionata sopra la tavola, quelli italiani sotto. Ed è l’ultimo ordine impartito prima che si cominci a riprendere.

Cinegiornale (newsreels): prima dell’avvento del telegiornale era il notiziario che precedeva la proiezione del film.

Cinema (cinema): come ha detto jea luc godard “il cinema è il cinema”. Come ha detto andrej tarkovskij “fare cinema vuol dire scolpire il tempo”.

Cinema di propaganda (propaganda movie): cinema che intende divulgare e supportare un’ideologia o un credo politico. Goebbles, ministro della propaganda del terzo reich, disse: “è la cinematografia l’arma più forte”.

Cinema didattico (educational movie): cinema che ha lo scopo di spiegare in maniera chiara e diretta l’argomento prescelto. Anche roberto rossellini si è dedicato al cinema didattico a fine carriera.

Cinema documentario (documentary movie): è il cinema che si prefigge lo scopo di raccontare i fatti documentando la loro dinamica reale, limitandosi a registrare quanto accade e senza piegarli a una esigenza espressiva soggettiva.

Cinema industriale (industrial movie): è il cinema che si prefigge lo scopo di pubblicizzare prodotti o macchinari industriali.

Cinema pubblicitario (advertising spot): cinema che si prefigge lo scopo di commercializzare un prodotto.

Cinemascope: sistema di proiezione su schermo panoramico di immagini anamorfiche, cioè un sistema di ripresa/proiezione a schermo largo brevettato dalla twenty century fox.

Cinerama: sofisticato sistema di ripresa/proiezione a grande schermo con tre macchine da presa sincronizzate capaci di coprire insieme un angolo visivo molto ampio. In sala proiezione vengono utilizzati tre proiettori anch’essi sincronizzati ed uno schermo gigante.

Cineteca (film library): struttura che raccoglie e cataloga i film e il materiale cinematografico.

Circuito cinematografico (chain theater): circuito di sale legate alla stessa casa di distribuzione.

Cl (long shot): campo lungo.

Cll (exstreme long shot): campo lunghissimo.

Cm (medium long shot): campo medio.

Coautori (coauthors): se il regista è l’autore di un film, il soggettista, lo sceneggiatore, il direttore della fotografia e l’autore delle musiche ne sono i coautori.

Colonna dialoghi (dialogue track): rullo di nastro magnetico contenente i dialoghi del film.

Colonna effetti e rumori (noise effects track): rullo di nastro magnetico contenente i rumori e gli effetti sonori (porte cigolanti, pioggia, ecc.).

Colonna musicale (musical sound track): rullo di nastro magnetico contenente le musiche appositamente composte o scelte per il film.

Colorazione a mano (film hand painting): metodo manuale di colorazione della pellicola utilizzato all’inizio della storia del cinema. L’inventore di tale metodo fu george meliès. Grazie a questo sistema era possibile, con un lavoro di certosina pazienza, dipingere una scena o un solo elemento della scena, fotogramma per fotogramma.

Colorazione a matrice (matrix painting): metodo di colorazione della pellicola che sostituì la colorazione a mano perché più rapido. Il sistema consisteva nel ritagliare e iniettare di colore una formina corrispondente alla porzione di fotogramma che si voleva colorare.

Colore (color): sensazione ottica che varia a seconda della lunghezza d’onda della luce visibile. I colori possono essere classificati in: primari, che miscelandosi tra loro creano tutti gli altri (blu, verde, rosso); composti cioè risultanti dalla combinazione di due o più colori dello spettro (per es. Verde + rosso = giallo); saturi, quando non contengono componenti di bianco, grigio e nero; principali: rosso, arancio, giallo, verde, azzurro, blu e violetto; caldi: rosso, arancio, giallo; o freddi: violetto, ciano, blu.

Colonna sonora: registrazione sonora di dialoghi, musiche ed effetti miscelati insieme.

Colossal: film nel quale predominano le masse popolari e le ricostruzioni solitamente storico-avventurose.

Comparse (crowds): attori che sono utilizzati per riempire lo schermo. Le comparse possono interpretare la gente che cammina per strada o la folla in uno stadio e così via. Il ruolo di comparsa parlante prevede invece che la comparsa possa anche recitare una battuta, a patto che questa abbia solo fini riempitivi.

Composizione dell’inquadratura (composition): è l’arte di strutturare tutti gli elementi visivi dell’immagine in modo che essi esprimano la poetica attraverso lo stile. Computer grafica (computer graphic): sistemi informatici che elaborano su supporto digitale le immagini.

Condensatore ottico (optical condenser): sistema di lenti o specchi che concentra e uniforma la luce.

Cono fotometrico (photometric cone): grafico che elabora il rapporto tra la distanza e la potenza della distribuzione luminosa di un corpo illuminante.

Consulente tecnico (technical advisor): la produzione può rivolgersi a un consulente esterno per ottenere informazioni dettagliate su un determinato argomento trattato nel film. Per il silenzio degli innocenti, 1991, di jonathan demme, fu chiamato sul set john douglas, il maggior esperto mondiale di serial-killer. Originariamente il regista gli aveva anche proposto di interpretare il personaggio di jack crawford, a lui ispirato.

Continuità fotografica (photographic continuity): insieme di tecniche (posizionamento delle luci, costanza del diaframma, ecc.) Che permettono di rendere il film fotograficamente omogeneo.

Contrappunto (counterpoint): tecnica che deliberatamente oppone per discordanza gli elementi visivi a quelli sonori. Un esempio è la dolorosa trasformazione di david naughton in un lupo mannaro americano a londra, 1980, di john landis, sulle note della celebre blue moon.

Controcampo (reversed angle): inquadratura opposta alla precedente, che conserva la direzione ma inverte la destra con la sinistra o viceversa. Il controcampo deve seguire gli sguardi degli attori per risultare armonico. Un controcampo sbagliato può infatti disorientare lo spettatore.

Controluce (back light): luce proveniente da una sorgente opposta rispetto alla posizione della macchina da presa. Permette di staccare il soggetto dallo sfondo e di aumentare la profondità di campo dell’inquadratura.

Copia campione (answer print): copia positiva definitiva del film. È il prototipo per la stampa di tutte le copie positive.

Copia di lavorazione (work copy): copia positiva dei giornalieri. Viene utilizzata per montare il film.

Copione (film script): vedi sceneggiatura.

Coproduzione (coproduction): film prodotto da due o più finanziatori. La coproduzione offre notevoli vantaggi economici.

Cortometraggio: per la legge italiana un film di lunghezza non inferiore a 290 metri e non superiore a 1.500 metri di pellicola. Questo perchè i parametri di durata differiscono, anche notevolmente, da paese a paese.

Costumista (costume designer): è il responsabile del disegno dei costumi di scena.

Cremer (clamp flag): vedi bandiera.

Croma (chroma): è la componente non luminosa di un colore. La croma è data dalla tinta (o lunghezza d’onda) e dalla saturazione (o purezza) del colore. Entrambi i parametri sono psicologici, pertanto la classificazione delle diverse croma non può essere rigorosa.

Custodia subacquea (underwater blimp): copertura stagna della macchina da presa che permette riprese sott’acqua.

 

Datore luci (toning adviser): è il tecnico addetto alla stampa positiva del negativo originale. Il suo compito è quello di ottenere, secondo le indicazioni del direttore della fotografia, il bilanciamento cromatico ed espositivo ottimale per la pellicola.

Decibel: unità di misura dell’intensità del suono.

Découpage: divisioni in blocchi del film; è una fase della sceneggiatura.

Definizione (definition): è la capacità di riprodurre quanto più dettagliatamente un’immagine. La definizione è misurata in linee per millimetro.

Degradazione del colore (color loss): così si chiama lo sbiadimento dei colori di una pellicola.

Dettaglio (detail shot): tipo di inquadratura che circoscrive un particolare del soggetto ripreso. Alfred hitchcock è stato un maestro nell’uso drammatico del dettaglio. I suoi montaggi a suspence erano studiati in modo che i dettagli si inserissero nel congegno drammatico come picchi della tensione. Basta pensare alla celebre scena dell’attentato durante il concerto alla royal albert hall ne l’uomo che sapeva troppo, 1956.

Diaframma (iris): sistema che permette l’apertura variabile dell’obiettivo in modo da poter regolare la quantità di luce e quindi le profondità di campo e la messa a fuoco.

Diaframmare (stop down): regolazione del diaframma in base al valore che occorre per una determinata ripresa.

Dialoghi (dialogues): è l’insieme delle battute recitate dagli attori. Nella scrittura dei dialoghi, quentin tarantino ha un talento davvero particolare.

Dialoghista: nel doppiaggio è l’adattatore del testo, ricopre il ruolo di garante del rispetto dell’originale adattandolo ai movimenti della bocca dell’attore in video, ma anche alle consuetudini e alle peculiarità linguistiche.

Diario di lavorazione (daily report): diario curato dalla segretaria di edizione che pianifica la lavorazione di un film.

Didascalia (title): si chiamano così le scritte che compaiono sullo schermo. Possono comparire in sovraimpressione, essere fisse, scorrevoli, ecc. Il loro utilizzo può essere informativo (come nei film la cui azione si svolge in giro per il mondo) o drammatico (quando scandiscono la storia raccontata, come ne le onde del destino, 1996, di lars von trier).

Diffusori (broads): luci che possono illuminare un angolo molto ampio a breve distanza dal soggetto.

Digitale (digital): è la conversione numerica, e quindi in codice, di un valore analogico. Le cineprese digitali registrano le immagini reali trasformandole in valori numerici che i lettori digitali decodificano nuovamente in immagini. George lucas, pioniere delle nuove tecnologie, ha scelto il digitale per star wars: episode II.

digital sound: suono digitale.

Diottria (diopter): è la potenza della lente. Può essere positiva (lente convergente) o negativa (lente divergente).

Direttore del cast (casting director): colui che si occupa di cercare gli attori adatti a interpretare i personaggi del film. Per ogni ruolo il direttore del cast seleziona più attori. La selezione definitiva avviene col provino davanti al regista.

Direttore del doppiaggio (dubbing director): colui che elabora il piano di doppiaggio di un film, sceglie i doppiatori, le tecniche più adatte, ecc. Il suo lavoro può contribuire notevolmente alla resa artistica del film.

Direttore della fotografia (director of photography): responsabile tecnico artistico della fotografia di un film. Si occupa di tutto ciò che riguardano le inquadrature e le luci; sceglie e dirige le maestranze che rientrano nelle sue competenze, e quindi, lavorando a stretto contatto col regista, delle immagini in senso lato. Non è un caso che parecchi registi abbiano cominciato la loro carriera come direttori della fotografia né che spesso si siano creati dei sodalizi assai fruttuosi tra le due carriere come per esempio tra woody allen e carlo di palma.

Direttore di produzione (production manager). Ha la responsabilità amministrativa della produzione del film. Elabora il preventivo dei costi, si occupa dei pagamenti e dei contratti e fa rispettare i tempi di realizzazione del film. Viene coadiuvato dagli ispettori di produzione.

Diritto d’autore (author’s right): è il diritto di sfruttamento economico di un’opera d’ingegno. Affinché esso possa essere esercitato l’opera deve essere regolarmente registrata. In italia la registrazione avviene alla siae.

Dissolvenza (fade): tecnica che permette di schiarire, scurire o far sparire progressivamente un’immagine mentre ne compare un’altra. La dissolvenza può essere in apertura (quando l’immagine si forma dal nero), in chiusura (quando l’immagine scompare nel nero) o incrociata (quando la sparizione di un’immagine avviene in contemporanea con l’apparizione della successiva). La tecnica della dissolvenza può essere applicata anche al sonoro.

Dissolvenza incrociata: tecnica per la quale due inquadrature in sequenza si mischiano tra di loro in modo graduale.

Distanza cinematografica: distanza apparente tra il pubblico ed il centro d’azione della ripresa. Si divide in campi quando la distanza è in rapporto con l’ambiente, e in piani quando è in rapporto con la persona.

Distorsione da grandangolare (wide angle distorsion): deformazione prospettica dell’immagine dovuta al grandangolo, un tipo di obiettivo che esaspera l’ampiezza dell’angolo di ripresa.

Distributore (distributor): colui che acquista il film dalla casa di produzione per distribuirlo nei circuiti delle sale cinematografiche.

Dolby: sistema acustico che permette di ridurre il rumore di fondo del nastro magnetico. Prende il nome dal suo inventore: ray dolby.

dolby digital: sistema di riproduzione audio digitale a 5.1 canali, brevettato dalla dolby labs.

dolby labs: marchio di fabbrica che produce tecnologie sonore.

dolby stereo sr: dolby stereo spectral recording: sistema di riproduzione audio a 4 canali, brevettato dalla dolby labs. È l’evoluzione del dolby stereo a.

dolby srd-ex: dolby digital ex: sistema di riproduzione audio digitale a 6.1 canali, brevettato dalla dolby labs. È l’evoluzione del dolby digital.

dolby stereo a: sistema di riproduzione audio a 4 canali, brevettato dalla dolby labs.

dolby surround pro logic: sistema di riproduzione audio in alta fedeltà, simile al dolby stereo sr ma realizzato per sistemi di videoregistrazione, brevettato dalla dolby labs.

dolly (crane dolly): tipo di carrello dotato di braccio mobile a 360 gradi, sul quale è posta la macchina da presa. Il ritorno dell’anziano noodles (de niro) in c’era una volta in america, 1984, di sergio leone, viene svelato da un dolly che scendendo dall’alto lo inquadra nella cabina telefonica di fronte al ristorante di fat moe. Può essere con ruote in gomma per pavimenti perfettamente lisci o con ruote scanalate da binario per terreni accidentati.

Dominante (hue): è la tonalità cromatica che domina in una determinata scena.

Doppiaggio (dubbing): tecnica che permette di sostituire i dialoghi originali di un film con quelli tradotti in un’altra lingua. Se si esclude il doppiaggio, l’unico altro modo di distribuire un film all’estero è quello di sottotitolarlo. La scuola di doppiaggio italiana è tra le migliori del mondo.

E’ anche la registrazione in studio della colonna sonora (dialoghi + musiche + rumori).

Doppiatore (dubber): attore specializzato nella tecnica del doppiaggio.

Doppio ruolo (double roule): sistema per cui un attore interpreta due o più ruoli nello stesso film. Ne il dottor stranamore, 1964, di stanley kubrick, peter sellers interpreta ben tre ruoli. Alcune sofisticate tecniche di ripresa permettono all’attore di comparire simultaneamente nei due ruoli, come fa jeremy irons in inseparabili, 1988, di david cronenberg.

Drive-in: sala cinematografica a cielo aperto, in cui si possono vedere film restando dentro la propria automobile. La paternità dell’invenzione è americana: il primo drive in della storia è stato costruito a camden (new jersey) il 6 giugno del 1933.

dts: digital theater system; sistema di riproduzione audio digitale a 5.1 canali, brevettato dalla amblin/universal.

Eco (echo): è il suono che viene riflesso, dopo un certo tempo, da ostacoli naturali in grotte, gole, vallate e precipizi. Al cinema l’eco può essere creato su nastro, con particolari testine (eco a nastro) o digitalmente (eco digitale).

Edizione (editing): è così chiamato tutto il lavoro (montaggio, sonorizzazione, taglio del negativo, effetti speciali di stampa, titoli, stampa definitiva) fatto sul film dopo le riprese.

Effetti sonori (sounds effects): sono tutti quei suoni e rumori d’ambiente (apertura e chiusura delle porte, passi, ecc.) Che non fanno parte della colonna dialoghi o della colonna musicale e che rendono più realistica la scena.

Effetti speciali (special effects): permettono di realizzare le scene inverosimili dei film (incluse le morti degli attori), girare più agevolmente le scene troppo pericolose o costose o realizzare artificialmente fenomeni naturali (neve, pioggia, vento, fulmini, ecc.). Oggi l’uso del computer (che fa vere e proprie meraviglie come in starship troopers, 1997, di paul verhoeven) sta sostituendo la magia più artigianale dei modellini e delle paste (caucciù, plastilina, ecc.) Che ha fatto miracoli da king kong, 1933, di merian c. Cooper e ernest b. Schoedsack a zombi, 1979, di george a. Romero. Per saperne di più tecnoanalogie.

Effetti speciali ottici (optical effects): si chiamano così gli effetti speciali ottenuti lavorando sulla cinepresa (accelerando o riducendo la velocità di ripresa e attraverso mascherini, specchi, filtri, ecc.) Oppure quelli ottenuti con la truka (tutte le dissolvenze per esempio).

Effetto flou (flou effect): tecnica che permette di sfumare e ammorbidire i contorni dell’immagine.

Emulsione (emulsion): è la gelatina sensibile alla luce spalmata sul supporto della pellicola.

Errore di parallasse (parallax error): errore di inquadratura dovuto alla disparità tra l’asse del mirino e quello dell’obiettivo nella cinepresa.

Esercente cinematografico (movies owner): il proprietario della sala cinematografica. Esposimetro (exposure meter): strumento che permette di misurare l’intensità della luce. Può essere a luce incidente (quando misura solo la luce che cade sul soggetto) o a luce riflessa (quando misura la luce riflessa dal soggetto). Il primo bilancia l’intensità dei corpi illuminanti, il secondo fa rientrare nella latitudine di posa della pellicola le pareti, le lampade, i fuochi e tutti quegli oggetti luminosi eventualmente presenti sul set.

Esposizione (exposure): è la formazione dell’immagine latente sull’emulsione della pellicola. Il tempo dell’esposizione varia in rapporto alla durata e alla quantità di luce che colpisce l’emulsione.

Essiccatore (drier): è la macchina che asciuga la pellicola dopo il trattamento chimico. Può essere ad aria calda o a infrarosso.

Essiccazione (drying): è il trattamento di asciugatura della pellicola dopo l’ultimo lavaggio chimico.

Esterno (external): è l’indicazione sulla sceneggiatura che seleziona il tipo di ambiente in cui si dovrà girare la scena prevista. È seguìto dalle condizioni di luce (giorno, notte).

Extracampo (extra field): parte dell’inquadratura che, pur visibile dal mirino della macchina da presa, non viene impressa sulla pellicola.

Fattore di contrasto (contrast ratio): è il rapporto tra la luce primaria e quella secondaria che illuminano il soggetto da riprendere.

Fedeltà (fidelity): è la capacità, che può essere più o meno alta, di riprodurre qualcosa nel modo più vicino possibile alla fonte originale.

Fegatello (refinishing take): ripresa di raccordo realizzata anche se non presente nella sceneggiatura, perché se ne prevede un possibile uso in fase di montaggio.

Fermo fotogramma (freeze frame): è la sequenza ottenuta stampando più volte lo stesso fotogramma per poter ottenere un’immagine fissa a pellicola in movimento.

Figura intera (full shot): inquadratura che riprende l’attore dalla testa ai piedi.

Film: tecnicamente indica solo il supporto fisico degli elementi fotosensibili. Ma è naturalmente anche il racconto per immagini. In questa seconda accezione può essere muto, sonoro, doppiato e avere un genere di riferimento (fim noir, horror, western, ecc.).

Filtro (filter): corpo trasparente che permette il passaggio di alcune lunghezze d’onda della luce e impedisce quello di altre. Esistono svariati tipi di filtri a seconda degli effetti che si desiderano ottenere.

Final cut: vedi ultimo taglio.

Fissaggio (fixing): è la rimozione dalla pellicola degli elementi ancora sensibili alla luce dopo lo sviluppo.

Flash back: inserimento nel corso del racconto di scene avvenute in un tempo passato rispetto a quello in cui si sta svolgendo l’azione. È il contrario del flash forward che anticipa qualcosa che avverrà in seguito. Stanley kubrick con rapina a mano armata, 1955, e quentin tarantino con pulp fiction, 1994, hanno costruito dei perfetti meccanismi narrativi incastrando flash back e flash forward in un continuo andirivieni temporale.

Flou:vedi effetto flou.

Fondale (background): è lo sfondo del set. La progettazione dei fondali spetta allo scenografo, che può arrivare a fare miracoli con la sola cartapesta.

Fonico (sound engineer): colui che si occupa della ripresa e dell’elaborazione dei suoni del film. Si distingue tra fonico di presa diretta (che lavora durante le riprese) e fonico di sala (che interviene nella registrazione del doppiaggio, nel missaggio e sulle colonne sonore).

Fonico di presa diretta: si occupa della sistemazione dell’attrezzatura audio sul set affinché queste non intralcino la regia e la fotografia.

Formaggio (wedge): termine gergale per indicare un apparecchio posto sulla macchina da presa che permette angolazioni verticali particolari.

Formato della pellicola (film system): è la larghezza della pellicola. Può essere di 8, 16, 35, 65 o 70 mm.

formato schermo: noto anche come formato immagine, formato inquadratura, rapporto dimensionale, formato dimensionale, aspect ratio. È il rapporto tra larghezza e l’altezza dell’immagine cinematografica sullo schermo.

Fotogenia (photogenic): la capacità di un volto di essere ripreso più o meno bene dal punto di vista estetico. La fotogenia dipende dalla forma e dalla proporzione degli elementi del viso.

fotografia cinematografica: la tecnica con cui si ottiene la costruzione dell’immagine per mezzo di opportune forme di luci e della disposizione di tutti gli elementi presenti sul set. In pratica, con la fotografia si realizzano visivamente le richieste artistiche della regia; una particolare “illuminazione” e disposizione degli elementi, compreso gli attori, i costumi e il trucco, definisce l’atmosfera.

Fotografia di scena (set still): fotografia realizzata sul set durante le riprese a scopi commerciali e pubblicitari o per documentare la lavorazione di un film.

Fotogramma (frame): è la foto fissa della singola immagine. Impressionare e proiettare 25 fotogrammi per 1 secondo crea l’illusione del movimento.

Fotometria (photometry): è la scienza che studia le caratteristiche e il comportamento della luce.

Fuoco (focus): è il punto in cui, in una lente, convergono i raggi luminosi. La messa a fuoco permette di rendere il soggetto ripreso con la massima nitidezza possibile e si realizza a occhio nudo o più precisamente misurando la distanza tra il soggetto e la pellicola. La corretta messa a fuoco è di competenza dell’assistente operatore.

Fuori campo (out of field): tutto ciò che si svolge o accade fuori dal campo inquadrato. Fuori quadro (out of frame): durante la proiezione il quadro del film può estendersi o scivolare, per varie cause, oltre lo schermo. Nel qual caso bisognerà gridare al proiezionista di aggiustare il quadro.

Gag: intraducibile termine inglese per indicare l’agire comico. Fisico o verbale.

Gamma cromatica (chromatic gamma): l’insieme di tutti i colori.

Gelatina (gelatin): è la gelatina di origine animale, contenente gli alogenuri d’argento, che si spalma sul supporto della pellicola. È trasparente e permeabile.

Genere (genre): in base a determinate caratteristiche (sviluppo della storia, ambientazione, temi trattati, particolarità dei personaggi, ecc.) Un film appartiene a un genere. Il genere pertanto è la codifica dell’insieme di queste caratteristiche. Codifica non definitiva ma in continua evoluzione col cinema stesso (oggi di fatto il musical è un genere morto). Per saperne di più generi & degenerati.

Giornalieri (rushes): stampa quotidiana del materiale girato, che viene visionato giorno per giorno, durante le riprese, per controllarne la qualità e poter eventualmente decidere il più rapidamente possibile un loro eventuale rifacimento.

Giraffa (boom): asta telescopica che permette di ottimizzare la posizione del microfono (per portarlo il più vicino possibile alla fonte) senza che il microfonista entri nell’inquadratura. È lunga circa tre metri.

Girare (to shoot): far girare la macchina da presa, riprendere una scena.

Giunta (splice): è l’unione di due diversi spezzoni di pellicola. Il montaggio progetta e realizza la serie dei punti da giuntare.

Gobbo (gobo): in gergo è la lavagna o il cartellone che suggerisce le battute agli attori. Graffi della pellicola (scratches): un cattivo uso della pellicola può graffiarla. Sulla copia negativa i graffi sono neri, su quella positiva bianchi.

Grana (grain): granuli di argento metallico che determinano la resa dei toni della pellicola. La migliore riproduzione tonale è inversamente proporzionale alla sensibilità della pellicola.

Grandangolare: obiettivo capace di riprendere un campo visivo maggiore di quello dell’occhio umano.

Griffa (grey): è il meccanismo che consente l’avanzamento intermittente della pellicola sia nella macchina da presa che nel proiettore.

Gru (crane): tipo di carrello con braccio mobile e contrappeso, lungo circa 6 metri, che consente di sollevare la macchina da presa, il regista e l’operatore. Permette di realizzare movimenti verso il basso, l’alto o trasversalmente, nonché panoramiche e carrelli. Nel film una vita difficile, 1961, di dino risi, alberto sordi dialoga con alessandro blasetti mentre sta girando la scena di un film sulla gru che, nel frattempo, scende dalle altezze vertiginose della prima inquadratura a pochi metri sopra l’albertone nazionale.

 

Hi-hat: meccanismo montato sul cavalletto che consente angoli di ripresa molto bassi.

Hot spot: area di eccessiva brillantezza dell’inquadratura proiettata.

Illuminatore (lamp): corpo illuminante. Può essere al quarzo, a scarica o ad arco.

Illuminazione (lighting): è la scelta dei corpi illuminanti e della loro posizione sul set e il dosaggio della loro potenza. È di competenza del direttore della fotografia e serve a creare le atmosfere e la luce del film.

imax: sistema a schermo gigante, con pellicola da 70 mm con 15 perforazioni per ogni fotogramma.

Imbibizione (imbibition): è la colorazione della pellicola attraverso l’immersione di quest’ultima in un bagno di colore versato in apposite vasche. Il sistema, oggi in disuso, dava l’illusione del colore creando degli accostamenti cromatici (scena notturna = blu; scena melodrammatica = violetto; scena campestre = verde; ecc.).

Immagine (image): riproduzione bidimensionale della realtà, che dà l’illusione della terza dimensione (profondità).

Inclinazione della macchina da presa (camera tilt): è l’angolo formato dall’asse di ripresa e dal soggetto rispetto al piano orizzontale. Le inclinazioni danno luogo a distorsioni prospettiche.

Indice di esposizione (exposure index): valore che indica la sensibilità della pellicola. Inquadratura (framing): porzione di spazio inquadrato dalla macchina da presa. A seconda dell’ampiezza le inquadrature si misurano in campi lunghissimi (cll), campi lunghi (cl), campi medi (cm), figure intere (fi), piani americani (pa), primi piani (pp), primissimi piani (ppp) e dettagli (dett). Quindi è l’unità minima di montaggio. In pratica è la porzione di spazio inquadrata dalla macchina.

Insalata (film jam): inceppamento della pellicola all’interno della macchina da presa che provoca pieghe e arricciamenti.

Inserto (insert): raccordo di montaggio girato appositamente a fine riprese per arricchire una scena o correggere un errore.

Interlinea (frame line): striscia nera, non sensibile alla luce, che divide i fotogrammi. Interpreti (cast): l’elenco degli attori che recitano in un film. Si dividono in principali e secondari.

Ispettore di produzione (unit manager): coadiuva nell’organizzazione e nella logistica industriale il direttore di produzione, ne è il braccio esecutivo.

 

Key code: sistema che consente di raccogliere, attraverso un codice, tutte le informazioni utili sulla pellicola per evitare errori in fase di post-produzione.

Kolossal: film ad alto budget, per il quale si impegnano migliaia di persone e costosissime risorse tecniche. Uno dei più famosi kolossal della storia del cinema resta ancora cleopatra, 1963, di joseph l. Mankiewicz.

Labiale (sinchro speak): sincronizzazione dei movimenti della labbra dell’attore con la battuta recitata dal doppiatore.

Lampade (lamps): vedi illuminatore.

Lente (lens): strumento ottico trasparente con entrambi le superfici sferiche o con una superficie sferica e l’altra piana. Le lenti possono essere convergenti o divergenti, acromatiche, afocali, anamorfiche, ecc. La grande varietà di lenti permette di vedere e riprodurre la realtà in modo variegato e molteplice.

Letterbox: formato schermo televisivo. Prevede sullo schermo tv l’aggiunta di bande nere orizzontali di varia ampiezza, sopra e sotto l’immagine, con lo scopo di rispettare il formato cinematografico originale.

Località (location): luogo in cui viene girato un film. Le location si dividono in ambienti.

Loupe (viewfinder): sistema ottico che consente di controllare l’inquadratura.

Luce (light): è lo stimolo che innesca la sensazione visiva. Sul set (sia in esterni che in interni) la luce naturale viene manipolata e quindi resa artificiale dal direttore della fotografia per ottenere la resa desiderata. La luce può essere diretta, diffusa, di taglio, morbida, piatta, riflessa, ecc. Un’altra distinzione si fa tra luce primaria e secondaria.

Luminanza (brightness): capacità di un oggetto di rinviare una quantità maggiore o minore di luce.

Luminescenza (luminescence): emissione di luce da parte di un corpo.

Lunghezza focale (focal lenght): distanza, espressa in millimetri, tra il centro ottico dell’obiettivo e la corretta messa a fuoco del soggetto. La lunghezza focale serve a determinare l’angolo dell’inquadratura (detto angolo di campo). Inoltre permette di classificare i diversi tipi di obiettivi.

Lungometraggio (full lenght film): sinonimo di film. In italia secondo la classificazione ufficiale, del resto assai variabile da paese a paese, la lunghezza della pellicola per un lungometraggio non può essere inferiore ai 1600 metri (per la legge italiana), che corrispondono all’incirca a 60 minuti.

 

Macchina a mano (hand held camera): tecnica di ripresa nella quale l’operatore regge la cinepresa sulla spalla e con le mani. Una scena girata con la macchina a mano è facilmente riconoscibile dall’instabilità dell’asse di ripresa (le immagini sono sempre un po’ ballerine). Il movimento cinematografico dogma ’95 (il cui esponente più famoso è il danese lars von trier), ha fatto della macchina a mano uno dei suoi comandamenti.

Macchina a seguire (follow shot): tecnica di ripresa per la quale la cinepresa segue il movimento degli attori o più in generale dell’azione ripresa.

Macchina da presa (camera): apparecchio che consente la ripresa cinematografica. Le sue caratteristiche variano a seconda dell’uso che se ne intende fare (i modelli presenti attualmente in commercio sono centinaia). Gli elementi base sono: il sistema ottico (obiettivo), l’otturatore, la camera oscura, il motore, il sistema di trascinamento, lo chassis e il sistema di visione.

Macchinista: tecnico addetto al trasporto ed al montaggio delle macchine e degli accessori di ripresa; progetta e costruisce apparecchiature per realizzare riprese particolarmente difficili.

Macchinisti (grips): coloro che si occupano dei problemi pratici di ripresa. Dal montaggio delle attrezzature (binari, gru, proiettori, ecc.), Al loro reperimento e alla loro manutenzione.

Majors: grandi case di produzione, solitamente storiche ed hollywoodiane.

Manovella (cameracrank): prima dell’avvento dei motori nelle macchine da presa, l’avanzamento della pellicola era manuale. Era compito dell’operatore saper girare la manovella ad un ritmo costante che si avvicinasse quanto più possibile alla velocità standard di ripresa.

Mascherino (matte): sagoma ritagliata in modo tale da coprire la porzione di campo che non si intende inquadrare. Sulla cinepresa, può essere montato sia sul paraluce sia direttamente sul piano focale. In sala, a seconda del formato della pellicola, è necessario che il proiezionista monti il mascherino corrispondente.

Master (master): è l’originale, visivo o audio, dal quale si stampano le copie di lavorazione e successivamente quelle definitive.

Messa a fuoco (to focus): vedi fuoco.

Messa a quadro (to frame): è compito del proiezionista far sì che l’inquadratura, durante la proiezione, resti sempre all’interno dei contorni dello schermo.

Metraggio (footage): lunghezza della pellicola espressa in metri.

Mezzi tecnici (equipment facilities): l’insieme di ciò che occorre per girare un film. Si va dalla sola cinepresa agli allestimenti faraonici dei kolossal.

Microfonista (boom operator): addetto al posizionamento dei microfoni. È alle dipendenze del fonico, si occupa della sistemazione dei microfoni.

Microfono (microphone): ci sono svariati tipi di microfono a seconda delle esigenze di ripresa. Si va dal microfono a fucile a quello a nastro, dal dinamico al panoramico all’elettrostatico.

Mirino (viewfinder): sistema che consente di vedere il campo inquadrato dalla macchina da presa. È indispensabile per la corretta composizione dell’inquadratura. I mirini più diffusi sono il galileiano e il reflex.

Missaggio (to mix): operazione che unisce ed elabora le diverse colonne audio (dialoghi, musiche, rumori di fondo). Può essere monofonico (se montato su un’unica pista), stereofonico (se montato su due piste) o multipista.

Montaggio (editing): l’unione di porzioni di pellicola su cui sono state girate le sequenze, ma anche singole inquadrature, con lo scopo di ottenere un’insieme logico, organico e artistico. Il montaggio può essere alternato (due eventi separati sono montati insieme), parallelo (due eventi correlati sono montati insieme), interno (quando non c’è stacco e tutto avviene all’interno della stessa inquadratura) e non lineare (se non segue la successione temporale del film).

Montatore (editor): colui che si occupa del montaggio di un film.

Movimento di macchina (camera movement): è la variazione della posizione o dell’inclinazione della macchina da presa durante la ripresa. Le panoramiche e le zoomate non cambiano il punto macchina (cioè la posizione fisica della cinepresa). I carrelli, le gru, i dolly variano il punto macchina. Muovere la macchina da presa richiede abilità e tempo. Ma i risultati possono essere sorprendenti come nello stupendo inizio de l’infernale quinlan, 1958, di orson welles.

Moviola (editing table): apparecchiatura che serve per montare il film.

Nickelodeon: sala statunitense d’inizio secolo, dove si pagava un nickel per entrare.

Nitrato di cellulosa (nitrate film): veniva utilizzato per la costruzione del supporto per l’emulsione. Il suo alto grado di infiammabilità ha fatto sì che esso fosse sostituito da sostanze plastiche quali l’acetato di cellulosa.

Noleggiatore (film renter): colui che noleggia le copie di un film per distribuirlo agli esercenti.

Noleggio (film renting): l’esercente cinematografico prende in affitto una o più copie del film per poterlo proiettare. Tale operazione è detta noleggio.

Nomination: prima selezione per l’assegnazione del premio oscar.

obiettivo (lens): è il corpo ottico, costituito da lenti, della macchina da presa. Può essere normale (quando l’angolo di campo è proporzionale alla prospettiva dell’occhio umano), grandangolare (quando l’angolo di campo è maggiore rispetto al normale) o telescopico (quando l’angolo di campo è minore del normale). Un obiettivo normale duplica la visione della realtà che ha l’occhio, un grandangolare la amplia, un teleobiettivo la restringe.

Occhiali anaglifici (anaglyphic lenses): particolari occhiali con filtri rossi e verdi che consentono di vedere le pellicole appositamente girate con sistemi stereoscopici avendo l’illusione della terza dimensione.

Oculare (viewfinder): mirino ottico che consente di scegliere l’inquadratura e di fissare il punto macchina. Assomiglia a un piccolo cannocchiale. I registi più scrupolosi lo portano al collo.

Oggettiva: ripresa in cui la macchina da presa, esternamente all’inquadratura, vede tutto ciò che accade.

Olografia (holography): sistema di riproduzione tridimensionale dell’immagine. Ondeggiamento (waving): errore di ripresa durante una panoramica (in partenza o in arrivo) per cui l’immagine viene mossa (come se ci fosse un’onda).

Operatore di macchina (camera operator): chi sta dietro la macchina da presa. L’operatore ha la responsabilità che i movimenti di macchina siano eseguiti correttamente e che la composizione dell’immagine sia quella stabilita dal regista.

Orario francese (french time): orario di lavoro la cui particolarità è quella di cominciare dopo il pranzo e di andare avanti a oltranza fino alla fine del lavoro prefissato per quel giorno. Ordine del giorno (call sheet): foglio di servizio che stabilisce l’organizzazione del lavoro giornaliero durante le riprese, riportando i nomi delle persone e le loro mansioni, i fabbisogni tecnici, il numero delle scene da girare, ecc.

Ordini (orders): prima che la macchina da presa cominci a girare, sul set si susseguono una serie di ordini. “silenzio”, “audio” (per avviare il registratore; il fonico risponde “partito”), “motore” (per avviare la macchina da presa; l’operatore risponde “partito”), “ciak in campo” (il ciacchista, posizionatosi davanti alla macchina da presa, legge e batte il ciak), “azione” (gli attori cominciano l’azione da riprendere). Per interrompere le riprese invece basta che il regista dia un laconico “stop”.

Organizzazione della produzione (production organization film): è il lavoro che ottimizza la sceneggiatura in un piano di lavorazione che tenga conto delle esigenze tecniche, artistiche ed economiche. Una buona organizzazione di produzione tiene conto anche dei particolari più piccoli per eliminare qualunque spreco di tempo e denaro.

Oscar, premio: academy award.

Otturatore (shutter): meccanismo della macchina da presa e del proiettore grazie al quale è possibile controllare che la quantità di luce che colpisce la pellicola per impressionarla o proiettarla sia costante nel tempo. Può essere a movimento rotante o intermittente.

Pan&scan: formato schermo televisivo. Se il film in origine era in un formato panoramico, vengono tagliate cospicue porzioni laterali dell’immagine per proiettarlo a tutto schermo senza bande nere. Artisticamente inaccettabile!

Panaflex: tipo di macchina da presa costruita dalla panavision.

Panavision: marchio di fabbrica che costruisce diversi modelli di macchina da presa. Si identifica anche con un formato schermo.

Panfocus: tecnica di ripresa grazie alla quale è possibile mantenere a fuoco tutti gli elementi dell’inquadratura, dallo sfondo ai dettagli in primo piano. In quarto potere, 1941, orson welles ha praticamente dettato legge sull’uso del panfocus.

Panoramica (pan): movimento della cinepresa per cui la macchina ruota sul proprio asse. La panoramica classica (accelerazione dolce e progressiva in partenza, decelerazione dolce e progressiva in arrivo) può essere orizzontale o verticale. La panoramica a schiaffo, invece, è veloce e improvvisa nello staccare un’inquadratura dalla successiva.

Paraluce (lens hood): attrezzo che, montato sull’obiettivo, evita che i raggi di luce non previsti impressionino la pellicola.

Parco lampade (lighting equipment): l’insieme dei corpi illuminanti.

Partecipazione straordinaria (guest star): ruolo secondario affidato a un attore di gran nome. Come quello di robert de niro in brazil, 1985, di terry gilliam.

Passafilm (wind): macchina che svolge rapidamente la pellicola da una bobina a un’altra. Passaggi per spostamenti di fuoco (focus shifting): tecnica di ripresa che, spostando il fuoco all’interno della stessa inquadratura, fa passare l’attenzione dello spettatore da un particolare a un altro. John mctiernan (trappola di cristallo, predator, caccia a ottobre rosso) sa usare con straordinaria maestria questa tecnica.

Panoramica: movimento rotatorio della macchina da presa attorno al proprio asse.

Pellicola (film): striscia di materiale fotosensibile e relativo supporto che fissa le immagini riprese. Può essere classificata in base al formato. Può essere a colori o in bianco e nero, positiva o negativa, ad alta o bassa sensibilità, ad alto o basso contrasto.

Perforazione (perforation): serie di fori di dimensioni e lunghezza standard che consentono l’avanzamento e lo scorrimento della pellicola.

Persistenza dell’immagine (afterimage): fenomeno ottico per cui l’impressione luminosa di un’immagine persiste sulla retina da 1/8 a 1/9 di secondo dopo che l’immagine cessa di essere luminosa. Tale fenomeno consente l’illusione del movimento se una serie di immagini fisse viene percepita a una velocità standard (25 fotogrammi per 1 secondo) dall’occhio.

Piano: insieme al campo, è una distanza cinematografica.generalmente si parla di pianoquando la distanza è in rapporto con la persona, a differenza del campo dove la distanza cinematografica è in rapporto con l’ambiente.

Piano americano (medium full shot): Tipo di inquadratura che taglia dal ginocchio in giù l’attore ripreso. Prende il nome da una delle inquadrature più classiche dei film western che mostra i fianchi armati del pistolero.

Piano d’ascolto (reaction shot): tipo di inquadratura che riprende la reazione ad una azione che si svolge fuori campo.

Piano di lavorazione (production planning): è l’organizzazione della produzione di un film. Indica i giorni e i luoghi delle riprese, le presenze degli attori, dei tecnici e del cast artistico. Segnala, inoltre, qualunque cosa occorra per la lavorazione del film.

Piano di ripresa (shooting distance): è la distanza tra la macchina da presa e il soggetto da riprendere.

Piano economico (revenue budget): è il preventivo dei costi e dei ricavi in base al quale si decide se produrre o meno un film.

Piano medio (medium shot): tipo di inquadratura che taglia il soggetto dalla vita in giù.

Piano sequenza (plan sequence): ripresa di una scena che avviene continuativamente, senza stacchi. Il piano sequenza richiede una padronanza totale dei mezzi tecnici. Il minimo errore, infatti, comporta il rifacimento dell’intera scena. Esempio superbo di tale tecnica è nodo alla gola, 1948, di alfred hitchcock, film interamente girato in piano sequenza.

Piedaggio (footage): serie di numeri progressivi posti sulla pellicola che permettono di trovare facilmente lo spezzone desiderato al momento del taglio del negativo.

Pilota: film, telefilm, sceneggiato campione, realizzato per il cliente al fine di decidere la realizzazione di un’intera serie.

Pistaggio (strip): inserimento nella pellicola positiva della colonna sonora.

Pizza: rullo di pellicola.

Playback: tecnica che prevede l’utilizzo di colonne sonore preregistrate in studio; si contrappone all’audio di presa diretta che non garantisce, però, l’uniformità del suono.

Ponte narrativo (transition shot): artificio diegetico che collega due scene o due momenti della stessa scena, rendendo la narrazione più fluida e comprensibile.

Post produzione (post production): è la lavorazione delle immagini e dell’audio di un film che avviene dopo le riprese.

Potere risolvente (resolving power): capacità di riprodurre con la maggiore fedeltà possibile i dettagli. Si misura in linee per millimetro.

Presa diretta (original sound track): è la registrazione dei dialoghi e dei rumori d’ambiente di un film durante le riprese. La presa diretta aggiunge veridicità alla scena. Pressa (splicer): apparecchiatura che, composta da una giuntatrice e da due taglierine, permette di unire i diversi spezzoni di una pellicola in un unico rullo.

Primo piano (close up): ripresa ravvicinata di un volto.

Primissimo piano (very close up): tipo di inquadratura che riprende molto ravvicinatamente un volto.

Primo giro di manovella (first shot): viene così chiamato l’inizio della lavorazione di un film.

Processo negativo – positivo (negative-positive printing): tecnica per cui il negativo della pellicola viene stampato su un’altra copia in positivo, cioè ribaltando il nero col bianco e viceversa.

Produttore (producer): colui che investe i soldi e mette in cantiere il film. Spesso ne è anche l’autore, il responsabile sia artistico che tecnico, e alla regia viene delegata solo l’esecuzione.

Produttore esecutivo (executive producer): colui al quale viene affidata la gestione del budget stanziato per la lavorazione del film. Approva le spese.

produzione: tutte le attività, sia economiche che tecniche, messe in atto per la realizzazione di un film.

Profondità di campo (depth of field): è la misura della profondità dello spazio inquadrato che risulta essere correttamente a fuoco. Dipende da una serie di fattori (lunghezza focale, diaframma, messa a fuoco). Se estesa all’infinito la profondità di campo si chiama distanza iperfocale.

Programmista (feature planner): colui che programma la distribuzione dei film nei circuiti delle sale cinematografiche.

Proiettore (projector): apparecchio che consente la visione delle pellicole. È composto da un sistema ottico, un sistema di avanzamento e da una sorgente luminosa.

Proiezionista (projectionist): addetto alla proiezione del film.

Protagonista (star): attore che interpreta il ruolo principale del film.

Provino (casting): ripresa degli attori che potrebbero interpretare uno stesso ruolo, in base alla quale si decide chi è più adatto alla parte.

Punto macchina (camera point): posizione fisica della macchina da presa in relazione agli attori, alle luci, ai microfoni, ecc.

Quadro (frame): fotogramma proiettato.

Raccordo (matching cut): artificio di montaggio grazie al quale, nonostante lo stacco, sembra che la scena si svolga in continuità di spazio e tempo. I raccordi hanno precise regole per ciò che riguarda la posizione della macchina, gli eventuali movimenti e la direzione degli sguardi degli attori.

Ralenty (ralenty): vedi alta velocità.

Rallentatore: tecnica di ripresa che si impiega per dare l’impressione che i protagonisti si muovano più lentamente della realtà.

Rapidità dell’emulsione (film sensitivity): è l’indicazione della sensibilità della pellicola.

Rapporto di apertura (aspect ratio): è il rapporto tra l’altezza e la lunghezza dell’immagine. Il rapporto standard è di 1,33 : 1.

Rapporto di contrasto (contrast ratio): è la relazione tra le luci alte e quelle basse che colpiscono il soggetto ripreso. È compito del direttore della fotografia realizzare un tipo di contrasto che soddisfi le esigenze del regista e farlo restare omogeneo per tutta la durata del film.

Realtà cinematografica (film reality): realtà spazio-temporale immaginaria in cui lo spettatore si immerge durante la visione del film. Può essere più o meno verosimile. Dalla roma occupata dai nazisti di roma città aperta, 1945, di roberto rossellini alle battaglie spaziali di star wars, 1977, di george lucas.

Regista (director): il responsabile artistico della pellicola, ma anche tecnico-professionale di un film; è l’unico che ha in mente tutto quello che si deve fare dalla preparazione e, attraverso le riprese, al montaggio; è l’autore del film salvo alcune rare eccezioni in cui la figura predominante, sia a livello artistico che tecnico, si identifica con quella del produttore. In questo caso si parlerà più che di regista-autore, di regista-esecutore.

regia: direzione artistica di un film. La regia cinematografica, a differenza di quella teatrale che interpreta un’opera compiuta, è la creazione dell’opera stessa.

Regista della seconda unità (second unit director): gira le parti secondarie del film.

Remake (remake): rifacimento più o meno fedele di una pellicola già realizzata. A volte è lo stesso regista a girare il remake di un suo film. Come alfred hitchcock per l’uomo che sapeva troppo (1934 e 1956) e cecil b. Demille per i dieci comandamenti (1923 e 1956). Per saperne di più l’immagine allo specchio.

Renderizzazione (rendering): elaborazione informatica degli effetti video e audio.

Repertorio (library stock): materiale d’archivio utilizzato in un film.

Riduzione (adaptation): elaborazione di un testo letterario per un soggetto cinematografico. Per saperne di più parole in movimento.

Riedizione (riediting): ristampa e ridistribuzione di un film.

Rigature della pellicola (scratches): possono essere bianche o nere e sono causate da sporcizia o cattivo uso dei meccanismi di trascinamento della pellicola.

ripresa aerea (aerial shooting): riprese effettuate con un aereomobile (aereo, elicottero, dirigibile, ecc.).

Ritmo (film pace): scansione del tempo interna all’azione del film. È determinato da una serie di scelte registiche (durata delle inquadrature, numero e tipo di dialoghi, montaggio, movimenti di macchina, ecc.). Un buon regista deve essere padrone del ritmo del film.

Rotoscope: apparecchiatura capace di proiettare i fotogrammi singolarmente.

Rullo (reel): la pellicola avvolta intorno al rocchetto.

Rumorista (sound effects man): persona capace di riprodurre suoni e rumori. Michael winslow dimostra in scuola di polizia, 1984, di hugh wilson, di essere un ottimo rumorista.

Runner (runner): galoppino factotum del set che viene incaricato di risolvere alcuni problemi pratici (come l’improvvisa necessità di un oggetto) nel più breve tempo possibile.

Ruolo secondario (supporting role): attore che interpreta un ruolo importante ma non da protagonista.

Safety film: è la dicitura riportata sul supporto della pellicola che indica la sua non infiammabilità.

Sala cinematografica (motion picture theater): luogo attrezzato per la proiezione dei film. Può avere le forme più disparate.

Sala di registrazione (recording room): ambiente insonorizzato attrezzato per le registrazioni audio.

Salto (jump): inquadratura che spezza il ritmo della narrazione. Può essere causato da un errore in fase di montaggio o venire deliberatamente predisposto con effetto di straniamento.

Sartoria (dressing room): il reparto che costruisce e manutende i costumi di scena.

Saturazione (saturation): è la quantità di bianco contenuta in un determinato colore.

Scala dei grigi (gray scale): serie di grigi che decrescono dal bianco al nero, che viene usata come riferimento cromatico per lo sviluppo e la stampa della pellicola.

Scaletta (outline): nelle fasi di lavorazione preliminari alle riprese, è la prima elaborazione del soggetto. La scaletta divide l’azione in scene anche se in maniera piuttosto approssimativa. È seguita dal trattamento.

Scarto (no good): ripresa scartata a causa di un errore di recitazione, di ripresa o di registrazione audio. Gli scarti non vengono stampati in positivo.

Scavalcamento di campo (no match): errore dovuto al ribaltamento di campo tra la sinistra e la destra dell’inquadratura. Lo scavalcamento di campo, per esempio, fa girare in senso inverso, rispetto alla direzione di marcia, le ruote dei veicoli, creando un fastidioso effetto di spiazzamento. Alcuni registi ne sono semplicemente terrorizzati.

Scena (scene): insieme di inquadrature girate nello stesso ambiente che compongono un’unica sequenza spazio-temporale.

Sceneggiatore (script writer): chi scrive la sceneggiatura.

Sceneggiatura (script): è il film sulla carta. La sceneggiatura riporta i dialoghi e la psicologia dei personaggi, elenca le scene (con indicazioni di ripresa e montaggio) e gli ambienti in cui girarle. Definisce, inoltre, l’arco temporale dell’azione. Può essere all’americana (quando i dialoghi sono scritti insieme alle indicazioni per l’azione) o all’italiana (quando le due cose vengono separate). La sceneggiatura può essere riscritta dopo le riprese (sceneggiatura a posteriori) nel caso in cui il regista abbia deciso di cambiarla, scegliendo altre soluzioni durante la lavorazione del film.

Scenografo (art director): colui che si occupa della progettazione e della realizzazione delle scene (fondali, pannelli, arredamento, ecc.).

Schermo (screen): telo bianco sul quale vengono proiettate le immagini. La scelta del tipo di schermo (direzionale, perlinato, traslucido, ecc.) Viene stabilita in base alla forma e alla grandezza della sala cinematografica.

sdds: sony dynamic digital sound; sistema di riproduzione audio digitale a 7.1 canali della sony.

Seconda unità (second unit): per economizzare sulle spese produttive, specie nelle grandi produzioni, una troupe e un cast aggiuntivi girano, contemporaneamente alla troupe e al cast principali, le scene secondarie. La seconda unità è diretta dal regista della seconda unità, a sua volta alle dipendenze del regista del film. La celebre corsa delle bighe in ben-hur, 1959, di william wyler, fu diretta da andrew morton, regista della seconda unità.

Sedici millimetri: pellicola a formato ridotto rispetto al classico trentacinque millimetri cinematografico.

Segretaria di edizione (script girl): colei che, come dice il regista ferrand in effetto notte, 1973, di françois truffaut, “tiene le fila del film”. La segretaria di edizione infatti si preoccupa, attraverso un lavoro di certosina pazienza, che il diario di lavorazione venga rispettato e annota su un apposito registro tutto ciò che accade sul set e quanto viene tralasciato o è ancora da fare (dalle spese fino ai motivi delle perdite di tempo).

Sensibilità della pellicola (film sensitivity): maggiore o minore capacità della pellicola di essere correttamente impressionata da una determinata quantità di luce.

Set: luogo fisico in cui si girano le scene di un film.

Sequenza: unità narrativa del film composta da una o più scene compiute.

Sfarfallamento (flicker): instabilità dell’immagine proiettata. È dovuta a una errata cadenza di proiezione o alla mancata sincronia tra l’otturatore e il meccanismo di avanzamento della pellicola.

Sfocato (focus loss): messa a fuoco non nitida. Può essere un errore (nel calcolo della profondità di campo per esempio) o un effetto deliberato (per rappresentare i ricordi confusi di un personaggio, per es.).

Sforare (to pierce throught): con questo termine si indicano una serie di errori per eccesso. Superare il budget previsto, sbagliare il montaggio di una scena, riprendere persone o cose estranee al film, ecc.

Siae: società italiana autori editori. La siae tutela la proprietà dei diritti d’autore di qualunque opera d’arte (musicale, cinematografica, letteraria, ecc.) Che venga inserita, tramite iscrizione, nei suoi registri.

Sistema di riproduzione del colore (color riproduction system): i sistemi sperimentati nel corso degli anni per riprodurre il colore, attraverso la sintesi sottrattiva, sono decine. I più noti e usati sono l’agfacolor, l’eastmancolor, il fujicolor e il technicolor.

Sistema di trascinamento (film movement system): meccanismo composto da griffe, controgriffe e rocchetti, che nella macchina da presa e nei proiettori serve per trascinare la pellicola.

Soggettista (novelist): chi scrive il soggetto del film.

Soggettiva (point of view shot): artificio narrativo che fa combaciare il punto di vista di un personaggio con quello dello spettatore. Dario argento ha terrorizzato gli spettatori facendoli partecipare ai delitti più efferati con gli occhi delle vittime o dell’assassino.

Soggetto (story): prima, breve stesura scritta della storia del film, con indicazioni sommarie sui personaggi, gli ambienti e l’azione. Viene seguìto dalla scaletta.

Sopralluogo (spotting): è la verifica sul posto degli ambienti scelti per le riprese.

Sottoesposizione (pulling): difetto della pellicola impressionata, dovuto a un’insufficiente quantità di luce o a un errore nel calcolo del tempo di esposizione.

Sottotitoli (captions): traduzione scritta dei dialoghi di un film, che compare durante la proiezione nella parte bassa dell’inquadratura. Oltre al doppiaggio, è l’unico altro modo per distribuire film in lingua straniera.

Special awards: premi assegnati dall’accademy of motion picture arts and sciences.

Spoglio della sceneggiatura (breakdown): prima lavorazione della sceneggiatura che viene divisa in blocchi indicando i personaggi principali e secondari, gli interni e gli esterni, il fabbisogno tecnico, scenografico, ecc.

spostamento dell’attenzione (attention shifting): serie di artifici narrativi che consentono di incanalare l’attenzione dello spettatore verso il particolare desiderato.

Stabilimento cinematografico (studio): complesso di edifici attrezzato per la lavorazione dei film. Dalla sartoria ai camerini, dai teatri di posa ai magazzini, dagli studi di registrazione ai laboratori di sviluppo e stampa, dalla sala montaggio a quella per il doppiaggio, il missaggio, la sincronizzazione, ecc. Uno stabilimento cinematografico può seguire la vita di un film dalla stesura del soggetto all’anteprima per la stampa. In italia il più grande e fornito stabilimento cinematografico è cinecittà.

Stacco (cut): è il passaggio netto e istantaneo da un’inquadratura ad un’altra.

Stampa (printing): procedimento fotografico per ottenere copie positive o negative dal master. Può essere a contatto (quando negativo e pellicola vergine scorrono insieme), invertita (quando il lato destro e sinistro dell’originale sono invertiti) o ottica (che permette di ingrandire o ridurre il formato originario).

Stampatrice (printer): macchinario che permette la stampa di un film. Può essere a movimento continuo o intermittente.

Steady cam: particolare macchina da presa, ideata da garret brown, dotata di un complesso sistema di leve e contrappesi che formano una sorta di armatura che viene indossata dall’operatore. La steady cam associa i vantaggi della macchina a mano (mobilità e facilità di spostamento) alla fluidità e al rigore dei movimenti della carrellata. Il primo film in cui si è utilizzata la steady cam è stato shining, 1980, di stanley kubrick. Praticamente permette alla telecamera a spalla una linearità di ripresa perfetta e senza tremolii.

Stereoscopia (stereoscopic): sistema di ripresa e di visione in grado di riprodurre l’effetto illusionistico della terza dimensione. Per far ciò è necessario che gli occhi vedano simultaneamente immagini separate. Il metodo più semplice di visione stereoscopica è quello degli occhiali anaglifici.

Stop: variazione nell’apertura del diaframma. Aprire di uno stop significa raddoppiare la quantità di luce esistente.

Story board: descrizione molto dettagliata, attraverso disegni, delle scene da riprendere. È una sorta di sceneggiatura visiva. Per l’omicidio sotto la doccia di psyco, 1960, di alfred hitchcock, disegnò uno story board accuratissimo inquadratura per inquadratura (72 posizioni della macchina da presa per 45 secondi). E’ il fumetto del film.

Stringere (pace up): è la riduzione della durata delle inquadrature per velocizzare il ritmo della scena.

Stunt man: colui che sostituisce l’attore nelle riprese di scene particolarmente pericolose. È naturalmente necessario che lo spettatore non si accorga della sostituzione. L’inseguimento della diligenza in ombre rosse, 1939, di john ford, è forse il massimo esempio della spericolatezza e del coraggio degli stunt man. In italia, prima che il termine entrasse in disuso, gli stunt man erano chiamati cascatori.

Supporto (base): materiale plastico trasparente, flessibile, stabile e insensibile agli agenti chimici usato nel processo di sviluppo e fissaggio della pellicola come base per l’emulsione fotografica.

Sviluppo (developing): processo chimico che trasforma l’immagine latente dell’emulsione in immagine visibile. Può essere a cascata (quando i reagenti cadono a pioggia sulla pellicola), cromogeno (quando si ottengono direttamente le immagini colorate) o forzato (quando si alterano i tempi e le temperature standard per ottenere particolari effetti ottici o per salvare una pellicola sottoesposta).

Tachimetro (tachometer): apparecchio che indica la velocità della macchina da presa, analogicamente o digitalmente.

Taglio (cut): la selezione di un’inquadratura e della sua durata.

Taglio del negativo (negative cut): operazione con la quale il negativo originale del film viene tagliato e incollato secondo le disposizioni del montaggio. Essere precisi e puliti nel taglio del negativo è di fondamentale importanza.

Talent scout: persona incaricata di scovare nuovi talenti. Michelle pfeiffer fu scoperta da un talent scout mentre batteva gli scontrini alla cassa di un supermercato.

Teatro di posa (film studio): ambiente attrezzato per la ripresa cinematografica. I più grandi teatri di posa del mondo sono a hollywood.

Technicolor: azienda specializzata nello sviluppo e nella stampa; inoltre è conosciuta anche come sistema di ripresa a colori.

Telecinema (telecine): apparecchio che permette di riversare un film in segnale elettrico video. Tutti i film trasmessi in televisione vengono sottoposti a questo passaggio.

Teleobiettivo (telephoto lens): obiettivo con un angolo di campo minore di quello dell’obiettivo normale.

Tempo di esposizione (exposure time): tempo richiesto per la formazione dell’immagine latente sull’emulsione. Varia in rapporto all’apertura dell’obiettivo e alla quantità di luce.

Testata (head): apparecchiatura agganciata al cavalletto che fissa la macchina da presa e consente di farla ruotare in orizzontale o in verticale. Ci sono diversi tipi di testata: a frizione, a fluido, a manovella e giroscopica.

thx: tom holman’s experiments; sistema qualità della lucasfilm; copre tutti gli aspetti della

Titoli (titles): sono le scritte che precedono (titoli di testa) o seguono (titoli di coda) il film. Informano su dove è stato girato e quando e danno i nomi dei realizzatori (dal produttore fino alle più basse manovalanze). Possono scorrere o essere fissi. Ed essere bellissimi, come quelli di errore. Riferimento a collegamento ipertestuale non valido. Per la donna che visse due volte, 1958, di alfred hitchcock.

produzione di un film, dalla pre-produzione alla visione in sala.

Titoli di coda: elenco dei collaboratori secondari che non compaiono nei titoli di testa.

titoli di testa: elenco dei nomi della troupe.

todd ao system: sistema su grande schermo, in cui l’immagine è impressa su pellicola da 65 mm a 5 perforazioni.

Tono (hue): è la dominante di colore presente in una determinata inquadratura.

Totale (master shot): inquadratura molto ampia, in genere descrittiva, che riprende il soggetto (e lo sfondo) nella sua interezza.

Trabanello (praticable platform): struttura che permette di alzare il punto macchina.

Trailer: filmato pubblicitario di un film che ne presenta l’uscita. In genere è costituito da un montaggio delle scene più rappresentative.

Trascinamento (drive): movimento costante e continuo che svolge o avvolge la pellicola nella macchina da presa.

Trattamento (treatment): elaborazione della scaletta. L’azione del film viene divisa in scene e organizzata per ambienti, descritti per esteso. I dialoghi sono solo accennati.

Trentacinque millimetri: formato cinematografico (della pellicola) attualmente in uso.

Troupe: l’insieme di coloro che lavorano alla realizzazione di un film, eccezion fatta per gli attori che formano il cast.

Truccatore (make up): colui che si occupa del trucco degli attori. Un buon truccatore sa lavorare in sinergia con le esigenze narrative, fotografiche e tecniche del film.

Truka (optical printer): apparecchio per la stampa ottica di un negativo. Grazie alla truka è possibile realizzare le dissolvenze.

Ufficio stampa (advertising office): ufficio che si occupa di pubblicizzare il film alla sua uscita, inviando ai giornalisti materiale fotografico e promozionale.

Ultimo taglio (final cut): copia definitiva della pellicola. Per estensione indica chi ha l’ultima parola sul film. Di blade runner, 1982, di ridley scott esistono, per esempio, due versioni. La prima definitiva per la produzione, la seconda (blade runner – director’s cut) corretta secondo il volere del regista.

U.n.a.c.: unione nazionale autori e cinetecnici.

Velatura della pellicola (film fogging): difetto della pellicola dovuto a un’infiltrazione di luce nella camera oscura.

Viraggio (toning): processo chimico grazie al quale è possibile dare un tono di colore alle parti annerite della pellicola in bianco e nero. È stato uno dei metodi più usati per dare un impressione di colore prima dell’avvento della cinematografia a colori.

Vistavision: formato panoramico proposto, nel 1953, dalla paramount. sistema in cui l’immagine impressa su pellicola da 70 mm a 8 perforazioni, scorre orizzontalmente nella macchina.

Volume (volume): l’intensità di un suono.

Zona della solarizzazione (solarization zone): inversione dei toni cromatici dell’immagine dovuta ad una forte sovraesposizione della pellicola.

Zoom (zoom): obiettivo che, grazie allo spostamento delle lenti di cui è composto, permette di variare la lunghezza focale.

Zoomata (zooming): inquadratura che si stringe o si allarga grazie all’uso dello zoom. La zoomata non è un movimento di macchina perché il punto macchina resta fisso. Si distingue dalla carrellata perché, al contrario di quest’ultima, non variano la prospettiva e la profondità di campo. La zoomata è stata sempre un po’ disprezzata dai registi cinematografici (perché non naturale e televisiva). Stanley kubrick ne ha fatto un uso eccelso in barry lyndon, 1975.

Widescreen: formato schermo studiato espressamente per la televisore a schermo panoramico, con un rapporto tra base e altezza dell’immagine di 16:9.

Redazione

Autore: Redazione

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