Com .on Festival: Comunicazione Sociale

Recentemente è stata realizzata presso la Facoltà di Scienze della Comunicazione (La Sapienza) la seconda  edizione  del  “Com .on Festival” alla quale ho assistito con grande piacere ed interesse. Tale evento  è stato organizzato in collaborazione  con l’associazione culturale “Satyrnet”, e consisteva nella presentazione da parte  di professionisti ed esperti ,  i quali ci aiutavano a saperne di più, di diverse tematiche, tra le quali: la nascita e la diffusione del fumetto, la creazione degli spot pubblicitari, il volontariato ecc..

Personalmente ho trovato molto interessante e soprattutto utile il seminario riguardante gli usi, gli scopi e le finalità della comunicazione sociale.

L’obbiettivo di questi esperti impegnati ormai da  tempo nel settore del volontariato ,fra i quali :Claudio Tosi, Alessandra Della Ragione, Marco Binotto, e Ksenjia Fonovich  è quello di fare “comunicazione sociale” e cioè diffondere un tipo di comunicazione di utilità’, rivolta  ad uno specifico target di riferimento  composto principalmente da persone giovani aventi un’età compresa fra i quattordici  ed i ventinove anni, con il solo scopo di fare prevenzione riguardo l’uso di sostanze nocive come droghe e alcool.

Fare prevenzione non significa come si può pensare ,imporre necessariamente modelli di comportamento  considerati giusti  o accettati socialmente, ma  al contrario diffondere  più  informazioni possibili,  al fine di favorire soprattutto nei più giovani una maggiore consapevolezza riguardo l’assunzione di determinate sostanze.

Le iniziative di volontariato  messe in atto negli ultimi anni  sono state molteplici ma non tutte hanno dato l’esito sperato.
Affinché  la prevenzione sia efficace non e’ sufficiente utilizzare come unico canale di  trasmissione delle informazioni i media, poiché questi non riescono sempre ad elaborare un tipo di messaggio  adatto a tutti , per tale ragione può essere utile aiutarsi con la diffusione di cartoline, fumetti o meglio creare nei quartieri meno agiati, centri  di servizio per il volontariato.

I  centri di servizio per il volontariato, sono nati recentemente grazie alla Legge n. 266 istituita nel 1991, ed il loro scopo è stato sempre quello di sostenere l’attività di volontariato effettuando un’ accurata analisi dei bisogni, nati nei contesti di appartenenza, e offrendo allo stesso tempo promozione, orientamento, consulenza, formazione e informazione.

Esistono molti modi per avvicinarsi al mondo del volontariato, e una buona strada può essere partecipare attivamente a corsi e seminari formativi organizzati dalle stesse  associazioni.

Un’altra componente essenziale che permette alla comunicazione sociale di arrivare dritta al mittente e’ l’utilizzo di un tipo di linguaggio il più possibile vicino al mondo dei giovani, che possa essere compreso facilmente da tutti e che sia in grado di promuovere una vera e propria cultura della prevenzione.

Negli ultimi tempi e’ stata messa in atto un’iniziativa che sembra aver riscosso particolare successo , che va ad operare proprio negli ambienti  più a rischio e ,per altro anche gli ambienti più amati e frequentati dai giovani: le discoteche.

Questa iniziativa si propone di ritagliare nell’ambito  dei rumorosi locali  dei piccoli spazi  tranquilli e rilassanti chiamati “Chill out”  dove potersi riprendere prima di rimettersi al volante, magari sorseggiando una delle calde tisane che vengono offerte, e allo stesso tempo dove potersi informare sugli effetti di sostanze che sicuramente sarebbero facilmente reperibili nell’ambiente in cui al momento si trovano.

In conclusione ho deciso di trattare questo tema poiché credo sia importante al giorno d’oggi combattere l’indifferenza che ci circonda sempre  più , e soprattutto perché sono convinta che non ci sia  niente al mondo di più gratificante per se stessi e per la propria anima, che  aiutare ed ascoltare il prossimo…

Satyrnet

Autore: Satyrnet

C'è un mondo intero, c'è cultura, c'è Sapere, ci sono decine di migliaia di appassionati che come noi vogliono crescere senza però abbandonare il sorriso e la capacità di sognare.

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