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Evelyn e la magia di un sogno d’amore

“Evelyn e la magia di un sogno d’amore” è un anime mahō shōjo, prodotto dallo Studio Pierrot e trasmesso in Giappone su Nippon Television tra il luglio 1984 e il maggio 1985. In Italia è stato trasmesso su Rete 4 tra il settembre e l’ottobre 1985. La serie gode anche di una trasposizione manga, distribuita dalla Shūeisha parallelamente alla trasmissione, e di un OAV.

La serie narra le avventure di Persha Hayami (Evelyn, in Italia), una bambina di 11 anni cresciuta in Africa, che torna in Giappone dai suoi genitori. Durante il viaggio, viene trasportata in una dimensione parallela chiamata Lovely Dream (Sogno d’Amore, in Italia), dove le viene affidata una missione: raccogliere l’energia dell’amore per scongelare il regno fatato, minacciato da un eterno inverno. Per farlo, Persha riceve un cerchietto magico che le permette di trasformarsi in una bellissima diciottenne, capace di qualsiasi cosa. Insieme ai suoi amici animali e ai tre kappa di Lovely Dream, Persha aiuterà le persone in difficoltà e scoprirà i sentimenti dell’amore.

“Evelyn e la magia di un sogno d’amore” è la seconda serie della saga delle maghette dello Studio Pierrot, ed è preceduta da “L’incantevole Creamy e seguita da “Magica magica Emi”. La serie si distingue per il suo tono allegro e spensierato, ma anche per la sua capacità di affrontare temi delicati come la solitudine, la gelosia, la famiglia, l’amicizia e la crescita. Il personaggio di Persha/Evelyn è molto carismatico e simpatico, e si fa amare sia nella sua versione bambina che in quella adulta. La sua doppia vita le crea spesso dei problemi, ma anche delle opportunità di divertimento e di apprendimento. La serie è ricca di situazioni comiche, romantiche e avventurose, che coinvolgono il pubblico di tutte le età.

Dal punto di vista tecnico, la serie presenta una buona qualità di animazione e di disegno, tipica dello Studio Pierrot degli anni ’80. I colori sono vivaci e le ambientazioni sono varie e curate. Le musiche sono orecchiabili e accompagnano bene le scene. Il doppiaggio italiano è ben fatto e rispetta i nomi originali dei personaggi, tranne quello della protagonista. La sigla italiana, cantata da Cristina D’Avena, è molto bella e rimane nella memoria.

Redazione

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