ARF! e l’Instituto Cervantes di Roma presentano alla Sala Dalì di Piazza Navona la mostra in prima assoluta “Più di 100 proiettili” del rinomato artista sudamericano, vincitore di 4 Eisner Awards, Eduardo Risso.
Ignacio Peyró – Direttore Instituto Cervantes di Roma, ha dichiarato:
“Dopo aver collaborato con maestri dell’illustrazione, del fumetto e della graphic novel quali David Aja, Issa Watanabe o Juanjo Guarnido, è per noi naturale e siamo fieri di ospitare presso la nostra Sala Dalí uno dei grandi nomi della graphic novel attuale, Eduardo Risso, argentino diventato universale. La sua mostra “Piú di 100 proiettili” è fondamentale nella nostra programmazione di questi mesi, che presta particolare attenzione all’illustrazione, come dimostra la condizione di Paese Ospite conferita alla Spagna nel Festival Cartoons on the Bay, organizzato dalla RAI a Pescara”.
Sul finire degli anni ’90, quell’incredibile decade in cui la linea Vertigo della DC Comics diretta da Karen Berger aveva sfornato pietre miliari come Sandman, Hellblazer o Preacher, Brian Azzarello e Eduardo Risso spararono i loro cento proiettili, e fu una deflagrazione!
Con la lunga saga corale di 100 Bullets, una serie noir di 100 numeri, di crimini e sangue, riscatti e vendette, guerre di potere tra famiglie, in cui i molteplici protagonisti – boss della malavita, agenti sotto copertura, killer spietati, giustizieri solitari, femmes fatales – si spostano come pedine di un’elaborata scacchiera tra New York, Miami, Parigi, la California o il Sudamerica. La popolarità di Risso, che già pubblicava serie come Parque Chas o Chicanos sia nella sua natia Argentina che all’estero (in Spagna, Francia e Italia, anche sulle pagine di Skorpio e Lanciostory), crebbe esponenzialmente con il successo di 100 Bullets, tradotta e pubblicata nei più importanti mercati editoriali del mondo; il suo tratto unico, la sua capacità nel tratteggiare le espressioni di ogni personaggio o nel descrivere nel dettaglio qualsiasi ambiente, riuscivano a trasformare in puro storytelling qualsiasi cosa disegnasse, dai tatuaggi e le catene d’oro dei gangster dei barrios di Los Angeles alle evoluzioni degli skeaters newyorchesi di Central Park, agli spassosi vecchietti che giocano a domino al Parco Maximo Gomez di Calle Ocho, in Little Havana! Ma, oltre 100 Bullets, c’è di più.
La mostra che ARF! Festival e l’Istituto Cervantes di Roma presentano alla Sala Dalì di Piazza Navona, è davvero molto di più; perché le circa 80 tavole originali in esposizione abbracciano altri generi e altre storie, raccontandoci anche quei momenti in cui Risso ha prestato la sua mano a icone supereroistiche come Batman o a speciali iniziative editoriali della DC Comics su Before Watchmen (con Moloch). Più di 100 proiettili ci catapulterà nelle pagine fantascientifiche di Spacemen, nel noir semicomico di Torpedo 1972, nelle disavventure di Hit-Girl o di Jonah Hex, attraversando stili, tecniche e generi, dal western di The Blood Brothers Mother (con tavole ancora inedite in Italia, interamente colorate a mano) all’horror – farcito di zombie nazisti e licantropi hillbilly – delle più recenti Sgt. Rock Vs. The Army of the Dead (“All’infermo e ritorno”) e Moonshine. Di più e ancora di più!
Come sottolinea Stefano “S3Keno” Piccoli, direttore di ARF! Festival e curatore della mostra:
“Con questa esposizione dedicata all’arte di Eduardo Risso, vogliamo proseguire quello stesso percorso intrapreso con altri grandi autori internazionali come David Aja, Frank Quitely e Darwyn Cooke che – nel pubblicare per la Marvel e la DC Comics – riescono magistralmente a far convivere le leggendarie icone pop del fumetto supereroistico nordamericano a un segno d’autore ultra riconoscibile, caratterizzante, di alta cifra stilistica.”
Le opere in mostra saranno raccolte nell’ARFbook 2024, il catalogo delle mostre di ARF! disponibile presso il Bookshop di ARF! Festival dal 24 maggio al Mattatoio La Pelanda a Roma.
Eduardo Risso (Leones, 1959) è senza ombra di dubbio uno dei più importanti fumettisti argentini contemporanei, che – con il suo tratto, il suo taglio dinamico delle tavole, il suo magistrale uso del bianco e nero, dei contrasti tra luci e ombre – è stato capace di far convivere la grande tradizione del fumetto sudamericano al segno più fresco e moderno dei comics USA, arrivando a pubblicare per i maggiori editori del mondo, dagli Stati Uniti alla Francia. Italia compresa, a cui come autore è molto legato. Lavorando con Maestri della sceneggiatura del calibro dei connazionali Ricardo Barreiro (su Parque Chas) e Carlos Trillo (su Fulù, Vampire Boy, Chicanos), sin dagli anni ’80 ha disegnato per quotidiani come La Naciòn e case editrici prestigiose come Editorial Columbia e Fierro, ma anche per periodici italiani come Skorpio e Lanciostory della Eura Editoriale e per Comic Art, per la Spagna, il Belgio e la Germania. E’ però nel momento in cui comincia a pubblicare regolarmente per il mercato USA (inizialmente per la Dark Horse e sul magazine Heavy Metal) che la popolarità di Risso decolla, soprattutto quando nel 1998 incrocia la strada di Brian Azzarello per la miniserie Johnny Double, che dall’anno seguente li porterà a creare quella che diventa la serie a fumetti che li consacrerà entrambi: 100 Bullets (Vertigo/DC Comics), la lunga saga crime/noir che porteranno avanti insieme per 100 numeri e con la quale – in 9 anni di pubblicazioni – si aggiudicheranno 4 Eisner Awards.
Oltre ai famosi cento proiettili, sempre per la DC Comics o per linea adulta Vertigo, Risso illustra un paio di episodi di Transmetropolitan, diverse storie “nere” di Batman, sia per la collana Black & White che sui numeri #620-625 della serie regolare, che diventeranno il libro Batman: Broken Nights (pubblicato in Italia con il titolo Città Oscura), la fantascientifica Spacemen (2011), fino alla miniserie dedicata a Moloch all’interno del franchise Before Watchmen ispirato all’universo narrativo creato da Alan Moore. Uniche concessioni in casa Marvel una storia per Spider-Man (Severance package del 2001) e la miniserie Wolverine: Logan del 2008, scritta da Brian K. Vaughan. Nel 2013, sempre su testi di Azzarello, torna a uno dei personaggi più iconici di 100 Bullets disegnando la miniserie dedicata a Brother Lono, cui seguiranno il capitolo incentrato su Wonder Woman all’interno del Dark Knight III: Razza Suprema (2016) di Frank Miller e la nuova serie licantropica Moonshine (Image) ancora in corso.Parallelamente Risso di dedica anche ad altri progetti su personaggi di culto come The Spirit, Torpedo (su due episodi sceneggiati da Enrique Sánchez Abulí e ambientati nel 1972), il Sgt. Rock (sulla collana DC Horror presents) o la Hit-Girl in Canada scritta da Jeff Lemire, la bambina vigilante nata sulle pagine del Kick-Ass di Mark Millar. Attualmente – e nuovamente insieme all’immancabile Azzarello – sta realizzando un nuovo progetto a fumetti di genere “dark western” intitolato The Blood Brothers Mother (DSTLRY), ancora inedito in Italia.
Eduardo Risso ha dichiarato:
«Il mio legame con il noir è nato in Argentina, dove il noir si legava a doppio filo col fatto che i fumetti fossero in bianco e nero ed era il genere che dominava il mercato. Ma voi in Italia avete i veri Maestri del bianco e nero, tra cui quello che io apprezzo di più: Sergio Toppi. Le mie fonti d’ispirazione più accentuate sono sicuramente Alberto Breccia e Jose Munoz, miei conterranei di cui leggevo le storie che mi hanno sempre appassionato. Toppi l’ho “scoperto” più tardi, quindi non posso rifarmi a lui come ispirazione. Sono comunque cresciuto con Ken Parker, Corto Maltese e qualche numero del Tex; sulla vecchia guardia sono decisamente preparato, sono un fan del fumetto italiano!»