Per chi come me è cresciuta a pane e anime, la saga di Dragon Ball rappresenta molto più di una semplice serie televisiva: è un universo affettivo, un mondo di battaglie e valori che si radicano nel cuore. E da sempre, una delle domande che più incendia le discussioni tra fan è: chi è il Saiyan più forte di tutti? Una domanda che apparentemente ha una risposta semplice – molti direbbero Goku, senza pensarci due volte – ma che, se affrontata con attenzione, rivela un panorama molto più complesso e affascinante.
Per rispondere, bisogna prima fare un passo indietro. I Saiyan sono una razza guerriera nata per combattere, eppure nel corso della saga si sono evoluti in qualcosa di molto più profondo: simboli di crescita, resilienza e legami familiari. Goku e Vegeta, ormai integrati sulla Terra, si sono costruiti una vita, una famiglia. Ed è proprio da qui che parte la mia riflessione: se i due Saiyan puri sono figure leggendarie, cosa possiamo dire dei loro figli, i cosiddetti mezzo-Saiyan?
Il primo nome che viene in mente è Gohan. E non solo perché è il primogenito di Goku, ma perché fin dall’inizio è stato dipinto come l’eletto, il predestinato, colui che avrebbe potuto superare chiunque. Il momento in cui si trasforma in Super Saiyan 2 durante la saga di Cell è stato, per me e per molti fan, uno dei più iconici di tutta la serie. Gohan era il ragazzo tranquillo, lo studioso, quello che non voleva combattere… ma quando lo faceva, lo faceva con un’intensità che travalicava ogni aspettativa.
Eppure, la sua potenza è stata per lungo tempo dormiente, oscurata da una vita dedicata agli studi e alla famiglia. Per quanto io abbia compreso e apprezzato la sua scelta – dopotutto, Gohan rappresenta anche l’idea che la forza non sia tutto nella vita – c’era sempre una parte di me che sperava in un suo ritorno trionfale. Quella speranza ha finalmente trovato risposta con Dragon Ball Super: Super Hero, dove Gohan risorge letteralmente come la fenice con la trasformazione Gohan Beast. Un momento spettacolare, epico, ma anche emotivamente potente. Vederlo accanto a Piccolo, il suo mentore e seconda figura paterna, in uno scontro che lo eleva finalmente al livello di Goku e Vegeta, è stata per me una liberazione. Finalmente, il potenziale che avevamo solo intravisto per anni si è manifestato in tutta la sua magnificenza.
Ma non c’è solo Gohan. Trunks e Goten, i figli di Vegeta e Goku, rappresentano la nuova generazione, e portano con sé la spensieratezza dell’infanzia e la freschezza dell’inesperienza. Hanno mostrato poteri incredibili sin da piccoli, con la loro capacità di fondersi in Gotenks e combattere minacce devastanti come Majin Bu. Trunks, in particolare, ha avuto la sua rivincita narrativa nelle saghe future, diventando un eroe a tutto tondo. Eppure, pur rispettando la loro forza e il loro talento, sento che non hanno ancora raggiunto – né narrativamente, né emotivamente – il livello di maturazione e di impatto che Gohan ha conquistato.
Poi c’è Bulla, l’unica figlia di Vegeta, spesso dimenticata nelle classifiche di potenza ma importante per ciò che rappresenta. Bulla non è una guerriera, almeno non ancora. È un personaggio che incarna una possibilità, una traiettoria non ancora esplorata. Forse un giorno, chissà, prenderà le redini del suo destino Saiyan. Ma per ora, non possiamo certo inserirla nella corsa al titolo di più forte.
E che dire dei mezzo-Saiyan minori, come Pan? La piccola Pan sta crescendo in fretta, e ha già dimostrato un talento sorprendente nel combattimento. Vederla allenarsi con Piccolo e riuscire a tenergli testa mi ha fatto ripensare al piccolo Gohan di un tempo. C’è in lei una scintilla, una determinazione che fa ben sperare. E se guardiamo ancora più in là nel tempo, ai misteriosi Goku Jr. e Vegeta Jr., scopriamo che il sangue Saiyan è destinato a bruciare forte anche nelle generazioni future.
Ma torniamo al punto cruciale: chi è davvero il più forte? Dopo Super Hero, la risposta – almeno per ora – sembra essere una sola: Gohan Beast. Con quella trasformazione dal design mozzafiato, che unisce i capelli argentati a un’aura oscura e maestosa, Gohan ha dimostrato di non essere solo un guerriero potente, ma un simbolo di equilibrio. A differenza di Broly, il cui potere è devastante ma privo di controllo, Gohan ha imparato a dominare la sua forza con lucidità e consapevolezza. E questa, per me, è la vera forza. Quella che nasce non solo dalla rabbia o dalla determinazione, ma dalla responsabilità.
E non finisce qui. Il manga sta continuando a dare spazio a Gohan, mostrandolo in scontri di livello divino, persino contro Goku e Vegeta nelle loro forme più elevate. In uno scontro recente con il padre, Gohan riesce a ribaltare le sorti dello scontro studiando le mosse di Goku e usando una nuova tecnica tutta sua. È qui che ho capito che il cerchio si è finalmente chiuso: Gohan non è più l’allievo. È diventato il maestro.
Eppure, Dragon Ball ci ha insegnato una cosa: la forza non è mai un traguardo, ma un cammino. Black Freezer è all’orizzonte, minaccioso e letale. Ma per la prima volta, io – come tanti altri fan – guardo al futuro della saga con la certezza che Gohan non solo è pronto ad affrontarlo, ma potrebbe persino ridefinire ancora una volta le regole del gioco.
Quindi, chi è il Saiyan più forte di tutti? Finora, è Gohan. Ma il bello di Dragon Ball è che nulla resta immobile. E forse, è proprio questa eterna rincorsa alla vetta che ci tiene incollati a ogni episodio, a ogni battito di potenza, da decenni.
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