L’Underground anni ’60 secondo Lucca Comics & Games 2010

Arrivano dalla rete le prime immagini dedicate alle mostre di Lucca Comics & Games ospitate al Palazzo ducale. Leggi tutto “L’Underground anni ’60 secondo Lucca Comics & Games 2010”

Dakota di Piero Cioni

Piero Cioni si è guadagnato un posto di rilievo nel panorama dei giochi da tavolo con il suo primo titolo pubblicato da NG International, con il rinomato marchio Tenki Games. L’opera che ha catturato l’attenzione dei giocatori di tutto il mondo prende il nome di “Dakota” e trae ispirazione dalla suggestiva epoca della conquista del West.

Dakota, caratterizzato da meccaniche lineari e da un’ambientazione coinvolgente, si distingue per la possibilità offerta ai giocatori di gestire una tribù di nativi o un villaggio di coloni. In una sfida che mescola cooperazione e competizione, ogni partecipante si impegna per portare alla vittoria la propria fazione, lottando per le risorse naturali che la regione offre e decidendo il loro utilizzo in base alle proprie tradizioni e usanze.

I coloni sono mossi dall’obiettivo di sfruttare al massimo il territorio, rendendolo produttivo per l’industria e l’agricoltura. D’altra parte, i nativi sono chiamati a fare di tutto per preservare l’integrità del territorio, mantenendolo il più possibile incontaminato e tutelando le risorse per garantire la prosperità della loro tribù.

Quello che rende Dakota unico è la sua innovativa meccanica di gioco, che permette di giocare in modo bilanciato anche con un numero differente di giocatori che scelgono di impersonare i nativi o i coloni. Questa caratteristica, unita alla vasta gamma di strategie che si possono adottare, rende il gioco adatto a un pubblico ampio, composto da 3-5 giocatori di età superiore ai 10 anni.

La durata di una partita varia tra 60 e 90 minuti, garantendo un’esperienza coinvolgente e avvincente. Dakota è disponibile sul mercato al prezzo consigliato di 59,90 euro, rappresentando un’opzione attrattiva per tutti gli appassionati di giochi da tavolo in cerca di una nuova avventura nel selvaggio West.

Quartier Lointain, il film live-action tratto dal manga di Jiro Taniguchi,

Tratto dall’omonimo manga del maestro Jiro Taniguchi, “Quartier Lointain” è un film live-action del regista Sam Garbarski che  torna alla regia dopo il successo di Irina Palm con l’adattamento dal manga di Jiro Taniguchi. Tornando in città, Thomas prende il treno sbagliato e si ritrova nella città natale dove sopraffatto dai ricordi perde coscienza, una volta rinvenuto si rende conto di essere tornato bambino.
Tornando a casa da un viaggio di lavoro, Thomas (Pascal Greggory), cinquantenne sposato, padre di famiglia ed in crisi creativa, prende il treno sbagliato e si ritrova nella città in cui è cresciuto e in cui non è più tornato da anni. Visitando la tomba della madre, Thomas è sopraffatto dai ricordi, in particolare del padre, scomparso 40 anni prima senza lasciare tracce, alla vigilia del compleanno del figlio. Questo ritorno sulle orme della sua giovinezza si trasforma in un salto nel passato. Sta forse sognando? O ha viaggiato indietro nel tempo? Tornato bambino (Leo Legrand), non ha altra scelta che ritornare a casa, dove ritrova sua sorella minore e sua madre (Alexandra Maria Lara); la scuola, i vecchi amici, le insegnanti e la ragazza di cui era segretamente innamorato. Ma subito si accorge che qualcosa è diverso: suo padre (Jonathan Zaccai) non li ha abbandonati, o almeno non ancora.

Il Futurismo e la pop culture

Il Futurismo è stato un movimento artistico e culturale che ha rivoluzionato le arti e la società dal novecento ad oggi, influenzando anche la cosiddetta pop culture. Il suo fondatore e principale ispiratore è stato Filippo Tommaso Marinetti, poeta, scrittore e attivista politico, che nel 1909 pubblicò il Manifesto del Futurismo sul quotidiano francese Le Figaro.
Il Manifesto esprimeva il rifiuto del passato, della tradizione e della nostalgia, e l’esaltazione del progresso, della velocità, della tecnologia e della guerra. Il Futurismo voleva celebrare la vita moderna, dinamica e violenta, in contrasto con la decadenza e il conformismo dell’epoca.
Marinetti fu il narratore e il protagonista di questa avventura, che coinvolse artisti di diverse discipline, come la letteratura, la pittura, la scultura, la musica, l’architettura, il cinema, il design e la pubblicità. Il Futurismo fu un movimento internazionale, che ebbe seguaci in Italia, Francia, Russia, Spagna, Brasile e altri paesi.
Il Futurismo ebbe un impatto profondo sulla cultura e sulla società del novecento, anticipando molti aspetti della modernità. Tuttavia, il movimento ebbe anche delle critiche e delle contraddizioni, soprattutto per il suo legame con il fascismo, la sua visione maschilista e bellicista, e la sua scarsa attenzione ai problemi sociali e ambientali.
Il Futurismo ha lasciato un’eredità artistica e culturale che si può ritrovare anche nella pop culture, in ambiti come la musica rock, la fantascienza, il fumetto, il videogioco e la street art. Il Futurismo è stato un movimento di arte e vita, che ha cercato di esprimere la complessità e la sfida del vivere nel presente e nel futuro.

Chi è Jacula la Vampira?

Nonostante le apperenze e le supposizioni superficiali, Jacula è un personaggio moderne, audace e liberata, una vampira sfrontata e senza freni che ha rapito i cuori non solo dei lettori italiani ma anche di quelli stranieri. Pubblicata in Francia e in altri Paesi, Jacula è diventata un’icona di imprese erotiche, horror e gotiche. Il suo fascino strepitoso è sostenuto da centinaia di lettere inviate alla redazione, dove uomini e donne si identificano con questa eroina disinibita e combattiva. La sua sessualità senza inibizioni è diventata un manifesto del femminismo, un simbolo delle donne che gestiscono il loro desiderio senza paura.

Ma non è solo le sue imprese che affascinano, anche il suo aspetto grafico si evolve nel corso degli anni. Infatti, Jacula assume le fattezze della famosa cantante italiana Patty Pravo, rendendo ancora più affascinante il suo personaggio.

La serie di Jacula, che esce in edicola nel 1969, è un successo sorprendente. Le sue avventure erotico/horror/gotiche attirano non solo gli italiani, ma anche i lettori stranieri. La serie viene pubblicata anche in Francia e in altri Paesi, raggiungendo un grande successo. La donna forte, emancipata ed affascinante che è Jacula diventa un simbolo rivoluzionario per l’epoca, entusiasmando non solo i lettori italiani ma anche quelli stranieri. Nonostante l’enorme successo, la serie è costretta a chiudere a causa della grave crisi del fumetto popolare degli anni ’80 e dell’affermazione del mercato dei video porno. Jacula chiude dopo 327 volumi, lasciando un grande vuoto nella vita dei suoi lettori.

Oltre alla serie principale, ci sono anche due volumi speciali: “Il colore della morte”, un albo interamente a colori e supplemento del numero 100, e “Seme di vampiro”, un supplemento in formato gigante uscito nel luglio 1976. Inoltre, la serie viene ristampata dalla Ediperiodici in 129 volumi nella serie Jacula Collezione, con due episodi per volume e copertine inedite.

Jacula è diventata un’icona immortale nel mondo dei fumetti italiani. Una vampira che, nonostante il suo desiderio di sangue e avventure spettrali, ha conquistato i nostri cuori con il suo fascino e la sua audacia.

I grandi successi dei giochi da tavolo verso il digitale

Da diverso tempo i giochi da tavolo e quelli di carte hanno trovato un’ulteriore opportunità di diffusione nelle trasposizioni digitali su console e dispositivi mobile. Sono molti i gruppi di sviluppo impegnati nella conversione di specifiche meccaniche ben note al pubblico dei boardgamer, che sfruttando le potenzialità del mezzo elettronico offrono nuove esperienze ludiche. Anche l’Italia, insieme alla crescita degli autori di giochi che conquistano la scena internazionale, segue questa tendenza.

Le sfide della conversione

Trasporre un gioco da tavolo o di carte in una versione digitale non è un compito semplice. Oltre a dover rispettare le regole e il design originale, bisogna anche tenere conto delle differenze tra i due media e delle aspettative dei giocatori. Alcuni elementi che caratterizzano i giochi da tavolo, come la gestione dei componenti fisici, l’interazione sociale e la casualità dei dadi, possono essere difficili da riprodurre in modo soddisfacente in un ambiente virtuale. Allo stesso tempo, i giochi digitali offrono delle possibilità che i giochi da tavolo non hanno, come la grafica, il sonoro, l’intelligenza artificiale e il multiplayer online.

Per riuscire a creare una buona conversione, i gruppi di sviluppo devono quindi trovare il giusto equilibrio tra fedeltà e innovazione, cercando di mantenere lo spirito del gioco originale ma anche di sfruttare le potenzialità del mezzo digitale. In alcuni casi, questo può comportare delle modifiche o delle aggiunte alle meccaniche di base, per rendere il gioco più fluido, accessibile o coinvolgente. In altri casi, invece, può essere sufficiente una buona cura dell’interfaccia, della grafica e del sonoro, per trasmettere al giocatore la stessa atmosfera e la stessa emozione del gioco da tavolo.

Alcuni esempi di successo

Tra i numerosi esempi di giochi da tavolo e di carte convertiti in digitali, ne possiamo citare alcuni che hanno ottenuto un buon riscontro sia dalla critica che dal pubblico.

– Ticket to Ride: uno dei giochi da tavolo più famosi al mondo, in cui i giocatori devono costruire delle linee ferroviarie tra le città di una mappa. La versione digitale mantiene le stesse regole e lo stesso stile grafico del gioco originale, ma aggiunge diverse modalità di gioco, tra cui il multiplayer online, le sfide contro l’intelligenza artificiale e le espansioni con nuove mappe e scenari.
– Carcassonne: un altro classico dei giochi da tavolo, in cui i giocatori devono posizionare delle tessere per creare un paesaggio medievale con città, strade, monasteri e campi. La versione digitale riproduce fedelmente il gioco originale, ma lo arricchisce con una grafica dettagliata e animata, una colonna sonora evocativa e diverse opzioni di personalizzazione. Inoltre, offre la possibilità di giocare online o in locale con altri giocatori o contro l’intelligenza artificiale.
– Gloomhaven: uno dei giochi da tavolo più complessi e apprezzati degli ultimi anni, in cui i giocatori devono collaborare per esplorare un mondo fantasy pieno di avventure e pericoli. La versione digitale è ancora in fase di sviluppo, ma promette di riproporre tutte le caratteristiche del gioco originale, come la narrazione, la gestione dei personaggi, il combattimento tattico e la progressione. Inoltre, sfrutta le potenzialità del mezzo digitale per offrire una grafica tridimensionale, una fisica realistica e una modalità cooperativa online.

L’Italia segue il trend

Anche l’Italia, insieme alla crescita degli autori di giochi che conquistano la scena internazionale, segue la tendenza delle trasposizioni digitali. Alcuni esempi di giochi italiani che hanno avuto una versione digitale sono:

– Bang!: un gioco di carte ambientato nel Far West, in cui i giocatori devono interpretare dei ruoli segreti e scontrarsi a colpi di pistola. La versione digitale mantiene lo stesso stile grafico e le stesse regole del gioco originale, ma aggiunge una modalità multiplayer online, una modalità single player con intelligenza artificiale e diverse espansioni con nuovi personaggi e carte.
– Potion Explosion: un gioco da tavolo in cui i giocatori devono raccogliere delle biglie colorate per creare delle pozioni magiche. La versione digitale riproduce il gioco originale con una grafica accattivante e un effetto sonoro divertente, ma introduce anche una modalità multiplayer online, una modalità single player con intelligenza artificiale e una modalità sfida con obiettivi da raggiungere.
– Brutal Kingdom: un gioco di carte in cui i giocatori devono competere per il potere in un regno medievale, usando le abilità dei personaggi che controllano. La versione digitale conserva il gioco originale con una grafica minimalista e una colonna sonora suggestiva, ma aggiunge una modalità multiplayer online, una modalità single player con intelligenza artificiale e una modalità torneo con classifiche e premi.

I giochi da tavolo e di carte sono sempre più diffusi anche nelle loro versioni digitali, grazie al lavoro di gruppi di sviluppo che riescono a trasformare le meccaniche originali in nuove esperienze ludiche. Questo trend coinvolge anche l’Italia, che vanta diversi autori di giochi di successo e diverse trasposizioni digitali di qualità. I giochi digitali non sostituiscono i giochi da tavolo, ma li arricchiscono e li rendono più accessibili a un pubblico più ampio e diversificato.

Alice Dark. Lorenzo Bartoli nel paese delle meraviglie

La serie dark pop di Lorenzo Bartoli per i disegni di Andrea Domestici e i colori di Valentina Gambino, intitolata Alice Dark, sta conquistando il pubblico con la sua rivisitazione moderna e tenebrosa dell’opera di Lewis Carrol. Pubblicata da Editoriale Aurea, la serie si inserisce tra i nuovi progetti della casa editrice romana e viene distribuita in volumi di formato bonellide, a colori e con cadenza mensile sin dal settembre 2011. Al momento, la serie conta otto volumi e promette ancora tanto.

Alice Dark racconta la storia di una ragazza di diciotto anni alle prese con problemi reali e immaginari.

Vero e fittizio sono categorie dello spirito, punti di vista che possono cambiare a seconda dell’osservatore. Questa serie si propone di esplorare i tormenti dell’adolescenza e le sfide che ogni giovane deve affrontare. Con uno stile unico e originale, gli autori cercano di trasmettere l’atmosfera che ha caratterizzato la genesi di questa idea.

I primi due volumi della serie rappresentano la storia principale che è contenuta nel computer dello scrittore e che coinvolge tutti i personaggi. Il terzo volume, invece, si concentra sull’infanzia della protagonista, gettando luce sulle sue origini e sulle esperienze che l’hanno plasmata. Nei tre volumi successivi, invece, viene raccontata l’adolescenza di Alice, mostrando i suoi primi amori, le delusioni, le insicurezze e le scoperte del mondo che la circonda. Gli ultimi due volumi, invece, affrontano la fase adulta di Alice, mostrando come il suo passato e le sue esperienze adolescenziali abbiano influenzato la sua vita da adulta.

L’idea di Alice Dark nasce dalla mente di Lorenzo Bartoli, il quale si occupa della stesura dei testi e della sceneggiatura degli albi. La creazione grafica del personaggio, invece, è opera di Andrea Domestici, autore anche dei disegni dei primi due numeri. Nella serie, oltre a Domestici, abbiamo l’opportunità di ammirare i disegni di Federica Manfredi, Mirka Andolfo, Michela Cacciatore e Walter Trono, che si alternano nel dare vita a questo mondo dark e gotico.

Il lancio della serie è stato preceduto dal rilascio di un numero zero al Lucca Comics & Games 2010, con un formato simile a quello dei bonellidi. Da quel momento in poi, Alice Dark ha conquistato il cuore dei lettori con la sua storia avvincente e i disegni suggestivi. I volumi che seguono il numero zero hanno un formato leggermente più ridotto, ma mantengono la stessa qualità e attenzione ai dettagli.

Alice Dark è un fumetto unico nel suo genere, che riesce a catturare l’attenzione del pubblico grazie alla sua trama avvincente e ai personaggi ben sviluppati. Un’opera che va oltre le convenzioni editoriali e che invita il lettore a riflettere sulle sfumature e i dilemmi della vita adolescenziale.

Fauna, mettetevi alla prova e scoprite il mondo degli animali!

Signori e signore, ben ritrovati!
Dopo molto, troppo, tempo torno a presentarvi un nuovo gioco da tavola. Stavolta si tratta di Fauna, pubblicato in Italia dalla dVGiochi e originariamente ideato da Friedman Friese, anche noto come “il game designer dai capelli verdi” (date un’occhiata su Google e capirete perché…^^).

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Zora la vampira, l’incubo sexy di Renzo Barbieri

Zora la vampira è il sogno proibito di ogni adolescente degli anni ’70 e ’80. Creato da Renzo Barbieri, questo personaggio immaginario ha lasciato il segno nella storia dei fumetti italiani. Ma non solo per la sua storia, ma anche per il suo aspetto fisico mozzafiato. E come se non bastasse, è ispirata addirittura a Catherine Deneuve. Cosa c’è di meglio di una vampira sexy ispirata a una delle donne più belle di sempre? Niente, ragazzi, niente.

Zora è la figlia di un famoso professore Pabst. Durante una spedizione in Transilvania, il buon professore trova il cadavere del famosissimo Conte Dracula e, perché no, decide di portarlo a Londra. Peccato che il conte decida di resuscitare involontariamente grazie a un morso alla nostra carina protagonista, che diventa una vampira. Che sfiga! O forse no?Grazie a un magico filtro, Zora può sopravvivere alla luce del sole! E cosa c’è di meglio di una vampira che può fare shopping anche durante il giorno? Niente, ragazzi, niente. Armata di coraggio e sensualità, Zora decide di dare la caccia al suo creatore, il malvagio Conte Dracula, per vendicare la sua nuova condizione di non-morta.

Tutto ciò non poteva che diventare un successo immediato, tanto che la testata di Zora è stata pubblicata in ben cinque serie diverse dal 1972 al 1985. Immaginatevi, ragazzi, quanti numeri di fumetto si sono dovuti stampare per accontentare tutti gli appassionati di questa sexy vampira. Le storie di Zora sono state scritte da Renzo Barbieri e Giuseppe Pederiali, due mente geniali che hanno saputo regalare ai lettori avventure avvincenti e piene di passione. E i disegni, ragazzi, i disegni! Birago Balzano ha dato vita a un personaggio ricco di sensualità e fascino, mentre Giuseppe Montanari, Giovanni Romanini e Saverio Micheloni hanno contribuito a rendere Zora ancora più irresistibile. Il successo di Zora è stato così travolgente che anche in Francia ha conquistato il cuore del pubblico. L’edizione francese, curata da Elvifrance, ha continuato a pubblicare le avventure di Zora anche dopo la fine della serie originale in Italia nel 1985. Che dire, ragazzi, Zora ha veramente conquistato il mondo! Dopo la fine della serie originale, sono state realizzate altre serie ispirate a Zora, come “Zora Nuova Serie” e la ristampa “Super Zora”. Sembra non esserci fine al successo di questa vampira seducente e affascinante.

Se non avete ancora avuto il piacere di conoscere Zora, ragazzi, non sapete cosa vi state perdendo. Certo, è un fumetto erotico/horror, ma c’è molto di più dietro a questo personaggio. Ci sono avventure mozzafiato, suspense e una protagonista che vi farà innamorare. Nonostante sia una vampira, Zora è una donna forte e determinata, pronta a lottare per la giustizia e a fare shopping nelle ore diurne. Cosa volere di più dalla vita?

Zora la vampira (2001) - Trailer

Ah, e non dimenticate di guardare la trasposizione cinematografica del 2000. Cosa c’è di meglio di vedere Zora prendere vita sul grande schermo? Zora la vampira è il titolo di un lungometraggio del 2000, diretto dai Manetti Bros., che si ispira alla serie di fumetti omonima degli anni settanta di Renzo Barbieri e Giuseppe Pederiali. Tuttavia, a differenza del fumetto originale di stampo erotico, la trama del film è completamente diversa. La principale fonte di ispirazione per i registi e gli sceneggiatori è stato il film Blacula di William Crain, un vero e proprio cult della blaxploitation degli anni settanta. Il film è stato girato a Otranto e a Roma, e cerca di rielaborare il personaggio di Dracula in una sorta di parodia, seguendo lo stile di Mel Brooks. Carlo Verdone interpreta il ruolo del Commissario Lombardi, che incarna il cliché del coatto, aggravato dal fatto di essere un uomo delle forze dell’ordine. Dopo aver visto il film Carràmba! Che sorpresa, un Conte Dracula del terzo millennio decide di lasciare la Transilvania e trasferirsi nella vivace e accogliente Italia. Arrivato su un cargo di clandestini, finisce per essere trattato come un normale extracomunitario e si ritrova in un centro sociale romano. Con difficoltà a trovarsi una sistemazione, Dracula incontra presto l’incarnazione del suo eterno amore, la scrittrice Zora. Sfortunatamente per il Principe dei vampiri, i problemi non mancano: è braccato dal commissario Lombardi e da due rapper romani, mentre il suo fedele servitore ha problemi con il permesso di soggiorno e deve affrontare le esigenti richieste del suo padrone abituato ad uno stile di vita molto elevato.

Addio papà Cunningham

Era il «ferramenta» più famoso del mondo, un adepto della «Loggia del Leopardo» e soprattutto l’uomo che col suo inattaccabile buonsenso metteva un freno alle sparate di Fonzie e ai sogni rock’n’roll del figlio Richie Cunningham e dei suoi amici Potsie e Ralph. Tutti lo conoscono come Howard Cunningham, una delle caratterizzazioni più efficaci del serial Happy Days ma Tom Bosley – scomparso ieri a 83 anni nella sua villa di Palm Spring in California per un’infezione – era un attore di lungo corso e di grande versatilità. In Happy Days papà Cunningham, coi suoi consigli e le sue battute, era il prototipo di quei padri americani conservatori e un po’ bigotti ma al tempo stesso aperti alla rivoluzione giovanile. Solo la (finta) svampita moglie Marion lo mette sotto con battute al tempo stesso candide e taglienti; per il resto il suo faccione pacioso tiene a bada persino il ribelle machismo di Fonzie.
nningham.

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