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Web Radio: dalla passione alla professione

In occasione del seminario “Com.On” è stato organizzato un incontro moderato dal Prof. Michele Sorice (titolare della cattedra di “Storia della radio e della televisione” di Scienze della comunicazione), in presenza di numerosi professionisti della radio e delle Web-Radio. In occasione del seminario “Com.On” è stato organizzato un incontro moderato dal Prof. Michele Sorice (titolare della cattedra di “Storia della radio e della televisione” di Scienze della comunicazione), in presenza di numerosi professionisti della radio. Argomento della discussione: in che modo la rivoluzione di internet e del digitale possono stravolgere le caratteristiche della radio e soprattutto la sua fruibilità. Ogni ospite ha parlato della sua esperienza in radio, partendo dagli esordi, descrivendo e raccontando le trasformazioni che con il passare degli anni hanno caratterizzato la radio. Per avere una panoramica totale del mondo radiofonico sono stati invitati professionisti di radio con caratteristiche molto diverse, una radio pubblica come Radio 2, radio libere come Radio Città Futura e Radio Città Aperta, e le web-radio.

La Radio Pubblica e le Radio Libere
Alex Alongi, Radio 2, regista del programma “Il Cammello”, racconta: “Quando già le altre radio erano digitalizzate, la Rai andava avanti ancora con i nastri…”.
Alongi, nel suo discorso, ha cercato di spiegare la grande responsabilità che caratterizza il ruolo di regista di un programma radiofonico di una radio pubblica, “se il conduttore dovesse bestemmiare in diretta, l’unico responsabile della sua azione è il regista”.
 
In parallelo alle radio pubbliche, negli anni 70 ci fu un boom di radio libere. Fabio Luzzetti, il responsabile della programmazione di Radio Città Futura racconta: “fondata nel 1976 da Renzo Rossellini, Radio Città Futura fu la terza o quarta radio libera in Italia. Nata in un’epoca molto difficile, in cui non c’era una regolamentazione, ha avuto una storia molto travagliata. Da tre anni è una cooperativa, vicina all’agenzia nazionale Aria, che fornisce servizi a circa 150 radio.
L’idea iniziale –continua Luzzetti- era quella di far conoscere ciò che non veniva passato dalle radio pubbliche, adesso abbiamo un 50% di parlato e un 50% di musica, con playlist di circa 150 brani.”
 
Radio Città Aperta, è nata nel 1978 come una delle voci del movimento della sinistra extraparlamentare (il primo nome fu Radio Proletaria); poi ha preso l’attuale nome, perché la radio racconta gli eventi di Roma, le lotte nei quartieri, rappresenta la comunità romana, senza trascurare l’informazione internazionale.
A differenza di Radio Città Futura, Radio Città Aperta non ha pubblicità commerciale, non ha playlist (regna l’idea che la musica debba essere scelta dai dj e dagli ascoltatori, non dalle case discografiche). Ciò che è certo è che questa radio ha saputo mantenere una grande passione, non seguendo i passi di molti “giornalisti –manovali” di adesso, legati soltanto all’evento, al gossip.
 
 
Le Web-radio
Nelle web-radio si possono trovare molte analogie con le radio anni ’70 (scarsità di risorse, possibilità di rivolgersi a un pubblico settoriale e specializzato).
Tre sono le tipologie di radio sul web in Italia:
      radio on demand, senza diretta con programmi registrati e preconfezionati;
      radio con dirette periodiche, anche solo poche ore a settimana;
      radio live 24 ore al giorno.
Quest’ultimo gruppo si può a sua volta dividere in due sottogruppi:
      le web-radio vere e proprie nate per trasmettere esclusivamente per internet (in Italia si  registrano 26 emittenti);
      le web-radio “streaming” che ritrasmettono via web il segnale che continuano a trasmettere nell’etere.
 
 
La nascita della prima web-radio italiana è datata 1997, quando vide la luce Radio Cybernet (www.kyuzz.org/cybernet), una radio che trasmette live e che offre ai propri ascoltatori musica on demand in formato mp3.
Le regioni italiane che registrano il maggior numero di queste radio sono il Lazio, la Lombardia e la Campania (insieme contano 14 delle 26 emittenti totali).
La radio su internet è il luogo da cui partono tutti i nuovi progetti; chiunque voglia comunicare mette la radio sul proprio sito. Inoltre prima di entrare nel web gli elementi visuali delle radio erano limitati: c’era il marchio, i gadget, gli adesivi, i cartelloni pubblicitari (Radio Deejay per esempio ha sempre pubblicizzato con grande forza l’immagine del suo marchio). Internet amplifica in modo significativo questa caratteristica e consente a una radio di mettersi in mostra attraverso il variegato uso dei caratteri e dei colori, dell’impostazione delle pagine del sito e dei servizi offerti. Oltre a questo, la visualità di un sito ha consentito alle radio di esplorare un mondo comunicativo a lei sconosciuto: la circolarità dell’informazione in un flusso continuo di trasmissione di messaggi tra radio e ascoltatore.
I servizi interattivi per il pubblico sono fondamentalmente tre:
      l’ e-mail di servizio, della quale dispongono praticamente tutte le web-radio;
      il forum di discussione, che consiste nell’allestimento di pagine web del sito che vengono dedicate ad argomenti vari;
      la bacheca, forma di comunicazione più statica del forum, che consente agli ascoltatori di lasciare un messaggio che gli altri visitatori potranno vedere.
Il fenomeno delle web-radio è destinato a crescere; in questo periodo infatti si sta registrando una grande crisi dei palinsesti generalisti (questo avviene in radio come anche in tv).
 
 
Il caso di Fusoradio
Nata due anni fa da un’idea di un gruppo di ragazzi, Fusoradio è una web-radio,ma non ha una linea editoriale ed è uno spazio libero. Recita il sito: “radio che fonde, che unisce, che accomuna, che miscela; fonde idee, unisce energie, accomuna esperienze, miscela persone e personalità, una contaminatio di generi, un pout porri di voci e suoni, una joint-venture di cuori e cervelli…” e ancora: “radio no borders no nations, nessuna latitudine nessuna longitudine, nessuna preclusione, nessuna intolleranza e discriminazione, uno spazio libero senza censura che vuole rimanere incontaminato, che vuole essere un’ alternativa agli ormai saturati e inquinati canali di comunicazione tradizionali, aperta ed accessibile a tutti.” L’unicità di Fusoradio sta nell’utilizzo del sistema peer to peer, “per il quale ogni ascoltatore connesso al sito, ascoltando la radio, metterà a disposizione automaticamente parte della sua banda per consentire ad altri utenti di potersi sintonizzare, creando un sistema di connessione ad albero le cui ramificazioni sono potenzialmente infinite” spiega l’invitata di Fusoradio  intervenuta al seminario. “In questo modo ognuno aiuterà automaticamente gli altri pagando un insensibile dazio in termini di riduzione di banda, rendendo reale il principio stesso alla base di Fusoradio: collaborazione, sinergia, costi abbattuti.” Ognuno può partecipare, basta collegarsi al sito www.fusoradio.net e prenotare il proprio spazio (il tempo a disposizione è un’ora e mezza, ma può prolungarsi in assenza di altre prenotazioni). “Chiunque abbia un computer e una connessione ad internet può essere un Wj (web-jokey) ed essere ascoltato in tutto il mondo diventando parte attiva di Fusoradio”.

di Claudia Faggioni

 

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