E’ proprio vero che certe volte la vita ti porta ad intraprendere percorsi, forse dettati da un destino, dei quali ti rendi conto piano piano in modo impercettibile; ogni giorno si aggiunge un tassello (positivo o negativo) che illumina la tua strada, che appare insignificante come una goccia d’acqua il piu delle volte, ma piano piano, goccia dopo goccia, in natura nasce un mare.
Queste righe escono di getto dopo una semplice riflessione avvenuta a seguito del “dibattito” sulla realta’ radiofonica, basato sulla testimonianza diretta e l’esperienza di “chi fa” radio, di chi produce sapere musicale, culturale e umano, di chi si trova a diretto contatto con il pubblico, di chi ha tanto da dire in merito al “motto” :”Radio-dalla passione alla professione”.
La riflessione e’ scaturita da una domanda rivolta a me stessa: “Ed io, che ho la fortuna di fare lo stesso lavoro, che risposta potrei dare a questo binomio passione-professione?”
La risposta e’ arrivata senza indugio:”Basta anteporre il termine Professione a Passione” poiche, la mia esperienza ha seguito il percorso inverso, ora, lo posso affermare.
E’ un pizzico di fortuna, che non guasta mai, cio che condisce o, forse e’ meglio dire, rende speziata la vita; cosi, piu di un anno fa ho messo per la prima volta il dito sul citofono si una radio, le cuffie sulle orecchie, le mie mani su una strumentazione d’avanguardia e la mia voce attraverso l’etere.
Avevo preso il coraggio a due mani, era ora di cominciare ad affacciarsi sul mondo del lavoro,cio che avrei voluto mi si prospettasse a seguito del percorso universitario intrapreso, del un lavoro che sarebbe stato per me un divertimento oltre che un impegno.
Gli elementi da mescolare erano semplici: sto studiando comunicazione, mi piace la musica, mi piace parlare (anche di musica), mi piace trasmettere emozioni, adoro la radio perche’ gode di un ascolto se vogliamo definirlo “passivo” in quanto ti accompagna in ogni azione quotidiana impercettibile, a volte, se sei impegnato, un piacevole sottofondo nella propria giornata che non ti chiede nulla ma, ti da compagnia, sorriso ed anche la possibilita di immedesimarti in una realta’ altra dalla tua.
Il piu era fatto, imparare ad usare un mixer e lettori cd, gestire anche cinque computer, assieme a messaggi, telefoni e soprattutto informazione musicale e non; ora veniva la parte piu difficile, alzare il fader del microfono, fare un grosso respiro, e diventare “Chiara”, essere a volte un libro aperto, oppure una maschera, diventare “Qualcuno” che veicola attraverso la propria voce, emozioni, fiducia, affetto, sicurezza; cio significa uscire dalla propria realta’ quotidiana, come in una scissione, e diventare la “Chiara” fruibile al e dal pubblico, 60.000 ascoltatori per cui tu puoi essere motivo di curiosita’, di acculturazione ma anche solo di minore solitudine, sei tu con la “tua piccola fedele” parte di mondo a cui piu sorriso dai , piu ne ricevi; cominci a capire che ci sono tante tante persone che non fanno altro che aspettare il tuo orario, sara’ complice la musica che il piu delle volte fa sobbalzare qualche ascoltatore indaffarato che si affretta a mandarti un messaggio ringraziandoti per averlo “fatto sognare”, sara’ che il piu delle volte ti rendi conto che sei parte di loro anche se non te ne sei accorta e puoi fare qualcosa di grande ogni giorno per ognuno, anche solo con una semplice parola.
E’ cosi’ che rispondo al perche’ “dalla Professione alla Passione” perche’ ho intrapreso questo cammino, pregno di tante gioie ma anche di tanti momenti faticosi, spinta dal desiderio di approcciare ed imparare “un mestiere” che mi stimolava ed incuriosiva e di li a poco invece ho capito che e’ la mia Passione.
Ho letto le stesse emozioni negli occhi di chi ci ha “regalato” impressioni e consigli, in base alla propria esperienza, durante l’incontro sulla rivoluzione digitale della fruizione radiofonica.
Immancabile, una riflessione in merito alla fruizione del mezzo radiofonico ed alla comunicazione che questo veicola, comunicazione alla quale partecipano contemporaneamente molte persone, dalle molteplici sfaccettature psicologiche, in veste di destinatari e non di emittenti del messaggio.
Una “comunicazione verticale” (da uno a molti) dalla conseguente asimmetria di ruoli in cui quello passivo e’ ad appannaggio degli ascoltatori, in un terreno in cui domina la “liberta’ di espressione” che va aldila del significato letterale di esprimere liberamente le proprie idee ma, puo anche significare, liberta’ di leggere e ascoltare cio che piu ci interessa.
Le nuove tecnologie stanno modificando, da tempo, questa immagine tradizionale cosi’ statica; la disponibilita’ di strumenti e supporti per la registrazione, per esempio, permette al singolo utente di trasformare una “trasmissione” in una “pubblicazione” attraverso la rete, che diventa il canale privilegiato su cui far circolare i bit, grazie ad una comunicazione non piu “mirata” ma “da molti a molti”; questo perche’ tramite la rete e’ estremamente facile passare dal ruolo di “ascoltatore-destinatario” del messaggio al ruolo attivo di chi lo crea e diffonde cioe’ “emittente” (la radio gia da tempo si e’ prestata a simili “esperimenti” durante il periodo delle trasmissioni a “microfono aperto” e delle radio libere).
La rivoluzione digitale e la nascita delle web-radio (grazie alle quali basta disporre dei mezzi tecnologici adatti e si puo trasmettere anche da casa), per esempio, offre la possibilita’ a tutti i partecipanti di diventare fruitori/emittenti attivi di informazione in un ruolo non piu passivo, come nel caso dell’ascolto delle radio in forma tradizionale, ma ogni giorno diretti “editori” del proprio “palinsesto d’ascolto” personalizzato.
Proprio ora che si e’ da poco conclusa questa mia grande esperienza durata quasi un’anno e mezzo, posso dire che la prima cosa che ho fatto appena aperti gli occhi al mattino e’ stato cominciare a cercare altre realta’ radiofoniche (trall’altro anche web-radio, prodotto del futuro) poiche’ spinta da un grosso desiderio di poter ancora comunicare Agli altri, Con gli altri e Per gli altri, di poter essere stimolo per reagire, per sorridere, per conoscere tramite musica e parole (binomio inscindibile, a mio parere, alcune volte, per poter trasmettere agli altri il significato che magari in tante parole sfugge) e per accompagnare una “parte di umanita’ “ nella vita di tutti i giorni.
La radio e’ un dare ed un avere, senza ascoltatori e senza una risposta si parlerebbe al vento ma chissa, anche questa pratica potrebbe diventare una passione, un giorno.
Chiara Grasso
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