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Roberto Ciardiello, la nuova promessa dell’ Horror Italiano

Tra i generi letterari che apprezzo di più, c’è sicuramente l’horror. Tra gli autori horror più originali degli ultimi anni spicca la figura di Roberto Ciardiello. Un giovane talento con alle spalle già due libri e diversi riconoscimenti. Roberto Ciardiello ha iniziato a scrivere qualche anno fa: prima brevi racconti (che hanno passato qualche selezione per comparire in antologie come Delos, Edizioni XII, WePub, Sogno Edizioni) poi altre opere brevissime che si sono classificate benissimo in prestigiosi concorsi on line e festival horror a livello nazionale. Nel 2016 ha pubblicato “La vendetta nel vento” tramite il self publishing di Amazon, riscuotendo un buon riscontro di critica, mentre ad aprile del 2017 ho pubblicato, sempre self, “La casa dalle radici insanguinate“. Oggi ho avuto l’onore di ospitarlo qui, tra le pagine di Satyrnet, per un’intervista. Buona lettura!

Ciao Roberto, benvenuto su Satyrnet e grazie di aver accettato l’intervista. Per prima cosa ti chiederei di introdurti e parlarci un po’ di te.


Ciao a tutti e grazie a te per l’opportunità. Chi sono? Un quarantenne appassionato di scrittura, letteratura, cinema e musica. Prediligo l’horror, il noir, il thriller e il fantastico in generale. Sono molto severo tanto su ciò che scrivo quanto su quel che leggo, difficilmente mi accontento e credo vada bene così. Leggo molto e scrivo meno di quanto dovrei; guardo più film del dovuto, invece. Ho anche altri interessi, per fortuna, che nulla hanno a che vedere con il cupo e sanguinoso mondo dell’orrore.

E se ti chiedessi di presentarti nel tuo stile di narrazione?


Meglio di no. Prediligendo il thriller-horror e dovendomi raccontare, va a finire che metto nero su bianco l’ultimo omicidio.

Quando hai iniziato a scrivere?


Circa 15 anni fa ho deciso di cimentarmi nella stesura di un romanzo, un bel mattone che per fortuna non ha visto la pubblicazione. Era brutto, noioso e scritto male (lo è ancora, visto che riposa nel mio hard disk). Mi sono reso conto che se avessi voluto centrare l’obiettivo “pubblicazione”, avrei dovuto formarmi le ossa pian piano. Così ho iniziato a partecipare a concorsi per racconti brevi, vincendone una manciata, piazzandomi bene in altri e perdendone qualcuno. Ho visto che quello che scrivevo veniva apprezzato (almeno nella supernicchia dell’horror), quindi sì, si poteva procedere con un progetto di più ampio respiro… e sono nati La vendetta nel vento e La casa dalle radici insanguinate, entrambi romanzi editi da Dark Zone Edizioni. Ho da poco firmato un terzo contratto per una raccolta di racconti che vedrà la luce a breve, sempre con lo stesso editore.

C’è un genere che prediligi, oppure ti piace scrivere su più generi?

Al momento mi muovo bene nell’horror, con sfumature paranormali e non. Per quanto riguarda la lettura, invece, spazio dal giallo classico al noir, passando per il thriller e i romanzi di avventura… e tanto tanto horror, ovviamente. Non mi piace lo splatter fine a se stesso, invece, né da leggere né da scrivere. È un elemento che va dosato bene e non tutti sanno padroneggiarlo senza annoiare, secondo me.

Come è nata la tua passione per l’Horror?

Essendo figlio degli anni Ottanta, sono stato bersaglio dell’horror vero alla TV (e qui stendo un velo pietoso sulle ultime produzioni cinematografiche), ma non solo. Oltre ai film (molti passavano in TV l’estate, con il ciclo Notte Horror in seconda serata dopo il Festivalbar… che tempi!), ci sono stati i fumetti di Dylan Dog, anche quelli hanno contribuito a formarmi. Quantomeno a stuzzicare la mia horror-curiosità e ad approfondire negli anni l’argomento.

Quando ti capita di stare in giro e ti viene un’idea, come la “intrappoli” (note vocali sul telefono, appunti veloci su un blocco note etc.)?


Si dice che in guerra e in amore tutto sia concesso. Be’, io direi che è così anche per la stesura di una storia. Vale tutto, senza esclusione di colpi. Io mi trovo bene con gli appunti sul notes dello smartphone, ma ho usato anche vocali, ritagli di carta ecc…

Ci sono autori a cui ti ispiri?


Non credo sia giusto parlare di ispirazione, preferisco pensarla diversamente. Diciamo che ci sono autori che hanno contribuito e contribuiscono tutt’ora alla mia formazione. Mi piacciono molto Stephen King (che reputo un gigantesco romanziere, anche se omettesse la componente horror) e Lovecraft; Jo Nesbo, James Ellroy ed Edward Bunker per il noir; Simenon e Christie per il giallo classico. Insomma, per fortuna sono un lettore a cui piace spaziare. Da autore, invece, cerco solo di non essere la brutta copia dei miei scrittori preferiti.

Quando devi scrivere un nuovo racconto, ci sono mille cose da tenere in considerazione. Noi siamo tutti abituati a leggere i libri in maniera lineare, e molte volte ci sono capitoli interi con flashback o richiami alla lore, o alla storia personale del protagonista. Queste cose tu preferisci definirle prima, oppure scrivi i capitoli in sequenza e le sviluppi man mano?

Fino a ora ho lavorato seguendo schemi ridotti all’osso. Un inizio, qualche idea nel mezzo, un paio di snodi fondamentali, una fine… e poi si inizia a scrivere, seguendo via via l’ispirazione, la fantasia e magari assecondando un paio di idee fulminanti che modificano l’intreccio. Molti invece preferiscono buttare giù un soggetto molto curato e studiato, una scaletta dettagliata al massimo, a volte già suddivisa in capitoli, bozze di dialoghi, personaggi già caratterizzati e definiti. Ha i suoi vantaggi, non c’è che dire.
Navigare a vista o quasi, invece, non è la tecnica migliore. Anzi, forse è proprio la peggiore. Ma è di gran lunga la più divertente!

Come si sceglie il titolo di un libro (o di un racconto)?

Credo basti ideare un titolo che richiami una data sensazione, un certo tipo di atmosfera, o magari una frase che racchiuda il super-succo della storia. Qualcosa che stuzzichi la curiosità del lettore, anche.

Come scegli la suddivisione in capitoli?

Non c’è una regola scritta, dipende molto dal taglio della storia. Un cambio capitolo potrebbe risultare utile quando si cambia punto di vista del personaggio, per esempio. O se serve andare indietro per un lungo flashback. O ancora se nella storia si sta andando al giorno successivo. Ognuno ha la propria tecnica insomma.

Tu sei autoprodotto, o hai un editore?

Sia La vendetta nel vento che La casa dalle radici insanguinate nascono come autoproduzioni, poi tolte dal mercato, accettate dalla Dark Zone e revisionate. L’autoproduzione è buona se ci sai fare, se investi in editing e sei piuttosto attivo con campagne di marketing e sui social, se no si rischia di annegare nel mare delle autoproduzioni-autopubblicazioni (che è davvero molto vasto) e restare invisibili.

Nei tuoi racconti, quanto c’è di attualità, per quanto celata dietro metafore?

Molto. Anzi, moltissimo.
La vendetta nel vento tratta il tema della violenza sessuale, che è sempre troppo attuale ancora. La casa dalle radici insanguinate, invece, va a toccare un altro tema, anch’esso abbastanza attuale: le rapine in villa. Spesso la cronaca di tutti i giorni offre parecchi spunti sui quali costruire storie horror da condire come si vuole. Purtroppo, aggiungo.

E nei tuoi personaggi, quanto c’è di te?

Più che di me, nei miei personaggi (ma diciamo nelle storie in generale) c’è abbastanza del mondo che mi circonda. Vedi, a volte basta fare due passi, captare uno stralcio di conversazione e olè, va a finire che te la ritrovi romanzata in una digressione nel romanzo che stai scrivendo. Stessa cosa vale anche per i personaggi, ovvio. A volte si riporta su carta qualcuno che si conosce per davvero, ci si lavora su e lo si modella adattandolo alle esigenze della storia. Per tutto il resto c’è la fantasia, che va sempre stimolata.

Vuoi lasciare un messaggio ai lettori di Satyrnet che vogliono avvicinarsi alla scrittura?

Morirete poveri.

Siamo giunti al termine anche di questa intervista. Io rinnovo il mio grazie a Roberto per aver trovato il tempo per rispondere e invito tutti voi a seguirlo e a leggere i suoi libri! Di seguito tutti i link cui fare riferimento:

Facebook: Roberto Ciardiello

Libri: La Vendetta nel Vento   |   La Casa dalle Radici Insanguinate

Sito Dark Zone: www.dark-zone.it

Roberto Romagnoli

Roberto Romagnoli

Nato sul pianeta Terra nel 1981, ma cittadino dell'universo.
Conosciuto in rete anche come Ryoga777, RyoGa o Ryoga Wonder.
Cantante degli X-Italy, band attiva tra il 2004 e il 2006, prima in Italia a proporre cover degli X-Japan. Successivamente canta anche nei Revolution, altra band italiana ispirata al mondo del Visual-Kei Giapponese e al Glam americano.
Negli anni si è occupato spesso di organizzazione di eventi a tema JRock, Cosplay, Manga e Musica in generale collaborando spesso con l'associazione Japanimation. È stato anche redattore di L33T, programma per ragazzi in onda su Rai 2 e Rai Futura tra il 2006 e il 2007.
Caporedattore e responsabile per l'Italia di Nippon Project e Presidente delle associazioni VK Records (etichetta discografica indipendente) e Steel Music Promotion (media dedicato alla musica e all'organizzazione di concerti)

Gamer incallito.

Il suo lato geek, sopito fino a qualche anno fa, ha cominciato a farsi sentire sempre più prepotentemente. Quindi alla fine ha deciso di aprirsi il suo blog geek robertoromagnoli.com e ha cominciato a scrivere anche su siti a tema gaming e tecnologia, tra cui Akiba Gamers e Stolas Informatica.

Amante di tutto ciò che riguarda la tecnologia, l'informatica, anime e manga, ma innamorato anche di DC Comics e Marvel.

Fondamentalista Trekkie, da quando c'è il covid e non ci si può più stringere la mano, ha trovato la scusa per fare il saluto vulcaniano.

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