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NaNà di Takahiro Tsunabuchi

Chi si ricorda di NaNà, il manga creato da Takahiro Tsunabuchi? Il fumetto fu pubblicato inizialmente su Shonen Great Magazine della Kodansha e passato successivamente su Shonen Magazine, sempre della stessa casa editrice, ovvero su una rivista più prestigiosa e seguita da un maggior numero di persone. Il terzo episodio di questo manga presenta infatti alcune pagine di riassunto in modo da far appassionare subito i nuovi lettori di Shonen Magazine. Nanà è composto in tutto da sei volumi ed in Italia è stato pubblicato dalla Play Press. Il titolo di Tsunabuchi non va confuso con il celebre Nana di Ai Yazawa o con l’anime “Nanako S.O.S” di Hideo Azuma conosciuto in Italia come “Nanà Supergirl”.
Il nome originale della protagonista è Nanà e deriva dal fatto che la sigla della protagonista è 707 (Nana-O-Nana in giapponese). All’inizio Nanà può sembrare un clone del manga “Video Girl Ai”, invece se ne differenzia notevolmente: a essere privilegiato è soprattutto l’aspetto comico della storia, ma vengono sapientemente miscelati anche azione e sentimento.Nanà narra la storia dello sfortunatissimo Goro nella cui vita irrompe la robottina numero 707 creata dal padre, scienziato mezzo svitato, intenzionato a testare le capacità dell’ultima invenzione della sua ditta in un ambiente domestico. La ragazza-robot subisce però uno shock e, da efficente e perfettina, diventa una grande combina guai e complica anche il rapporto tra Goro e la sua ragazza Kotomi.
I problemi tra i due protagonisti nascono soprattutto dal fatto che il portello di controllo di NaNà è nascosto dietro al seno; ovviamente la maggiorparte delle situazioni comiche ruotano appunto intorno a questo particolare. Giunge in seguito anche Hachi (Hachi à otto), altra robottina perfettina che ha la capacità di trasformare il suo viso. Sfortunatamente anche lei subirà uno shock e diventerà una specie di ninfomane. Lo stile del disegno è molto semplice, direi quasi essenziale, il che sottolinea a pieno la narrazione lineare, che, nonostante tutto, si rivela essere molto coinvolgente, soprattutto per l’immediata simpatia che suscitano i vari personaggi. Peccato che la trama risulti un po’ ripetitiva ed a volte scontata.
Redazione

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