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Le nuove avventure di Pinocchio

Oggi, in un rinnovato spirito allegro e frivolo, legato alla leggerezza del carnevale, vi parlerò dell’anime o cartone animato o chiamatelo come vi pare, più deprimente, o forse se la batte anche con le varie Api Magà e Maia “mai una gioia”, vabbè, uno dei più deprimenti di produzione giapponese.

Le nuove avventure di Pinocchio (樫の木モック Kashi no Ki Mokku?) è un anime giapponese del 1972, della Tatsunoko di 52 episodi, liberamente tratta dal romanzo Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino di Carlo Collodi. Il titolo originale significa Mokku della quercia.

Nel 1976 la Nippon Animation ha prodotto un’altra serie animata ispirata ai personaggi del romanzo di Collodi, conosciuta in Italia col titolo “Bambino Pinocchio” (Bambino Pinocchio (ピコリーノの冒険 Pinocchio Yori Piccolino no Boken?) è un cartone animato tedesco-giapponese prodotto da Nippon Animation e Apollo Films.). In Italia la progressione delle due versioni è invertita temporalmente, per prima è stata mandata in onda la serie della Nippon Animation, in seguito quella prodotta precedentemente dalla Tatsunoko. Le due serie si differenziano per l’ambientazione: quella della Nippon Animation più leggera, mentre quella della Tatsunoko cupa, inquietante e paurosa.

Non so chi di voi se lo ricorda, è andato in onda anche su Rai1 nel 1980, ma francamente credo di averlo visto su reti private, anche perché nell’80 non ero ancora nata. Questo cartone animato, se Pinocchio già era triste di per sé, lo batte in via definitiva. L’unica cosa allegra era la sigla: Pinocchio perché no, incisa da Luigi Lopez. Durante l’intera serie, in parte a causa della sua delinquenza e ostinata disubbidienza, e vabbé, un discolo lo era sempre stato, vien sottoposto a tutta una serie di dolorose prove esistenziali: viene tormentato, perseguitato, maltrattato, umiliato, ingannato e deriso, emarginato e picchiato. Insomma la gioia e l’allegria adatta ai bambini. Lo sfondo culturale degli episodi ricorda quello di una regione alpina nella seconda metà del XIX secolo, con l’aggiunta del tema mitico comprendente vampiri, fate, streghe e sirene, malvagi o benevoli a seconda delle situazioni.

Ovviamente io ricordo solo l’adattamento più cupo, l’altro, che era quello più fedele al racconto di Collodi non ricordo di averlo visto, era andato in onda su Canale 5 nel 1982.

 

Maria Merola

Maria Merola

Laureata in Beni Culturali, lavora nel campo del marketing e degli eventi. Ama Star Wars, il cosplay e tutto ciò che riguarda il mondo del fantastico, come rifugio dalla realtà quotidiana. In particolare è l'autrice del blog "La Terra in Mezzo" dedicato ai miti e alle leggende del suo Molise.

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