C’è un angolo speciale nei cuori degli appassionati di anime, un rifugio fatto di ricordi in technicolor, sigle indimenticabili e storie che toccano l’anima. In quell’angolo c’è anche lei: Lovely Sara. Un nome che, per chi è cresciuto tra gli anni ’80 e ’90, evoca immediatamente immagini di una Londra nebbiosa, una soffitta fredda, una bambina dignitosa e resiliente, una bambola di pezza e una giustizia che arriva solo dopo mille peripezie. Ma Lovely Sara è molto più di un semplice anime nostalgico: è un capolavoro dell’animazione giapponese che ha saputo trasformare un classico della letteratura in una narrazione commovente e indimenticabile, capace di educare e commuovere ancora oggi.
La piccola principessa che sfidò la povertà con l’immaginazione
Basato sul celebre romanzo La piccola principessa di Frances Hodgson Burnett, Lovely Sara è parte di quel prezioso progetto animato che fu il World Masterpiece Theater, una collana firmata Nippon Animation che portò sugli schermi giapponesi (e poi in tutto il mondo) gli immortali romanzi per ragazzi dell’Ottocento e del primo Novecento. Era il 1985 quando la serie debuttava in Giappone, mentre in Italia arrivò l’anno successivo su Italia 1, conquistando rapidamente il pubblico con la sua delicatezza narrativa, i disegni raffinati e una colonna sonora che ancora oggi fa vibrare le corde del cuore.
Al centro della vicenda c’è Sara Morris, una bambina di dieci anni che da una vita agiata in India si ritrova catapultata in un collegio londinese. Figlia di un ricco ufficiale inglese, Sara sembra destinata a vivere una vita da principessa, almeno fino a quando il destino non le toglie tutto: il padre, la ricchezza, la protezione sociale. In un’epoca in cui la povertà e lo sfruttamento minorile erano realtà diffuse, Sara è costretta a confrontarsi con il lato più crudele della società vittoriana. Ridotta a sguattera nel collegio dove prima era ospite d’onore, affronta ogni giorno con una forza d’animo disarmante, armata solo della sua fantasia e del ricordo dell’amore paterno.
Un anime per riflettere (e piangere)
Quello che rende Lovely Sara ancora oggi un anime straordinario è la sua capacità di raccontare tematiche profonde e dolorose con uno stile elegante e mai compiaciuto. La povertà, il lavoro minorile, le disuguaglianze sociali e la crudeltà umana vengono filtrati attraverso gli occhi innocenti e sognatori della protagonista, in una narrazione che commuove senza cadere nel patetico.
A colpire è soprattutto la trasformazione dell’ambiente che circonda Sara: il collegio, da sontuoso rifugio per ragazze dell’alta borghesia, si trasforma lentamente in un microcosmo spietato dove le maschere cadono e i veri volti emergono. Miss Minci, la direttrice, incarna la durezza e l’ipocrisia di un sistema che giudica in base alla posizione sociale; Lavinia, inizialmente antagonista di Sara, è il riflesso di una gioventù viziata e incapace di empatia. Eppure, anche in questo scenario grigio, spuntano germogli di umanità: Becky, la servetta che diventa amica inseparabile di Sara, Peter il cocchiere, e persino le compagne di classe che, inaspettatamente, riscoprono la solidarietà.
La bellezza della resilienza: un viaggio emotivo
L’anime, episodio dopo episodio, ci accompagna in un crescendo di emozioni che culmina nel più classico dei lieti fine, ma senza mai dimenticare la fatica del percorso. Sara riesce a non cedere mai alla disperazione. Anche quando tutto sembra perduto, anche quando è costretta a dormire nella stalla durante la notte di Halloween, anche quando si ritrova a vendere fiammiferi sotto la pioggia, la sua immaginazione e il suo senso della giustizia le impediscono di perdere la sua umanità. E sarà proprio questa sua luce interiore ad attrarre la benevolenza di Mr. Chrisford, il misterioso vicino che, in una perfetta coincidenza romanzesca, è proprio l’amico e socio del defunto padre di Sara.
Il ritrovamento di Sara da parte di Chrisford non è solo il momento della rivincita della protagonista, ma anche un’occasione per ribadire l’importanza dell’educazione, della bontà d’animo e della dignità. Il finale non è una semplice favola con il lieto fine: è una celebrazione della resilienza e dell’intelligenza emotiva.
Un’eredità che resiste al tempo
Nel corso degli anni, Lovely Sara ha conosciuto una lunga vita fatta di repliche, doppiaggi e restauri. Dopo le prime messe in onda su Italia 1 e altre reti Mediaset, l’anime è tornato nel 2022 in una splendida versione rimasterizzata grazie al lavoro di Yamato Video, con un nuovo formato 16:9 e disponibile anche in streaming su Anime Generation di Prime Video. Anche se l’audio disponibile è solo in italiano e senza sottotitoli, questa nuova edizione ha il merito di far scoprire (o riscoprire) a nuove generazioni un gioiello dell’animazione classica.
A riprova della potenza del racconto originale, nel 2009 è stato realizzato anche un dorama live action giapponese intitolato Shōkōjo Seira, in dieci episodi, con la bravissima Mirai Shida nei panni della protagonista. Un adattamento moderno ma fedele allo spirito dell’opera, che testimonia quanto la storia della piccola principessa continui ad affascinare il pubblico di tutte le età.
Un classico senza tempo
In un panorama animato sempre più dominato da saghe d’azione, robot giganti e magie colorate, Lovely Sara ci ricorda la potenza di una narrazione sobria ma intensa, capace di scavare nelle emozioni più profonde e risvegliare il senso di giustizia, empatia e meraviglia. È un anime che parla ai bambini ma commuove profondamente anche gli adulti, un viaggio nell’Inghilterra dell’Ottocento che ci mette di fronte alle disuguaglianze sociali ma ci consola con la speranza che, alla fine, il bene possa davvero trionfare.
Se non avete mai visto Lovely Sara, vi consiglio di recuperarlo senza esitazione. Se invece l’avete amato da piccoli, forse è il momento giusto per rivederlo con occhi nuovi, scoprendo quanti significati nascosti erano celati dietro quei disegni delicati e quelle lacrime di celluloide.
E voi? Che ricordi avete di Lovely Sara? Vi ha commosso, vi ha fatto arrabbiare, vi ha fatto sperare? Raccontateci la vostra esperienza nei commenti e condividete questo articolo sui vostri social per far conoscere anche agli amici più giovani la magia di questo piccolo grande capolavoro dell’animazione giapponese. La principessa senza regno vi aspetta nella soffitta dei ricordi…











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