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Guerre Stellari tra marketing e merchandising

A partire dal 1977, Guerre Stellari non fu solamente un esempio cinematografico unico nel suo genere, bensì anche una novità assoluta nel settore promozionale. Nonostante la Fox avesse deciso di proiettare il film solamente in pochi cinema, facendolo accompagnare da un trailer quasi privo di suoni e musica e da poster senza immagini, Star Wars riuscì comunque a diventare uno dei loghi più conosciuti e richiesti di tutti i tempi. Fu infatti a partire dall’anno di uscita che la Lucasfilm cominciò a chiudere contratti di licenza con produttori e distributori delle più svariate tipologie, al fine di cavalcare l’effetto “blockbuster” ma soprattutto cominciare a gettare le basi di quello che, di lì a poco, sarebbe diventato uno dei più grandi imperi finanziari della storia del cinema.

Nell’estate del 1977 la produzione di merchandising di Guerre Stellari era diventata frenetica ed irrefrenabile tanto che la Fox decise di produrre 200 copie di un doppio disco di vinile della colonna sonora, accompagnato dal poster della pellicola: a fine giugno riuscirono a spedirne più di 200 mila copie.

Nei primi giorni di proiezione presso il cinema Mann’s Chinese Theater di Los Angeles, la Fox propose a Ted Mann la vendita di gadget da $1,50 ciascuno prodotti dalla George Fenmore Associates, offerta che il proprietario declinò salvo poi accettare solo pochi giorni dopo, quando Star Wars era di fatto diventato il film dell’estate: Mann ordinò ben 5.000 gadget che, sommati a quelli venduti negli altri cinema, costituirono un mercato da circa mezzo milione di pezzi.

Ted Mannfu uno dei pochi ad Hollywood ad accettare di proiettare Star Wars nel suo cinema: la vera motivazione, tuttavia, è che il film tanto atteso della Universal, Sorcerer, adattamento dell’opera drammatica del 1953, The Wages of Fear di William Friedkin, ebbe un ritardo di produzione e non poté perciò uscire nel periodo prestabilito. Guerre Stellari fece perciò da tappa buchi temporaneo. Quando Sorcerer uscì e fu un vero fiasco, Mann decise di riproporre Star Wars come film di punta.

Prima dell’uscita ufficiale del film, Charles Lippincott, responsabile marketing della Lucasfilm, decise di chiedere alla Marvel Comics di distribuire una serie di fumetti (per la precisione sei, tre prima dell’uscita e tre dopo) ispirati a Guerre Stellari: nonostante la disapprovazione di Stan Lee, la Marvel decise di chiudere un contratto che prevedeva il pagamento dei diritti alla Lucasfilm solo nel caso che le vendite avessero sorpassato la soglia delle 100.000 copie: numero che venne superato in tempi brevi. Le condizioni finanziarie precarie della Marvel convinsero Stan Lee ad accettare la collaborazione: il successo planetario di Guerre Stellari contribuì perciò a risollevare la compagnia. Mentre il film era ancora nelle sale e raggiungeva profitti senza precedenti, molte aziende erano pronte ad inserire il famoso logo in qualsiasi oggetto potesse essere venduto, garantendo così una presenza massiccia di prodotti Star Wars sul mercato. Tra le tante compagnie, la Factors Etc. produsse delle t-shirt con le scritte “May the Force be with You” e “Wookiees Need Love Too” che ben presto cominciarono ad essere vendute in tutti i cinema da un rivenditore non autorizzato. Ad aggiungersi ai prodotti appena visti, si inserì anche la serie limitata di bicchieri venduti dalla catena di ristorazione americana Burger King: servendosi anche di uno spot tv di circa 30 secondi, Burger King commercializzò i bicchieri ispirati a Darth Vader, Chewbacca, Luke Skywalker ed ai droidi C-3PO e R2-D2. Nessun prodotto di merchandising legato a Star Wars tuttavia, ebbe lo stesso impatto creato dalle serie di action figures e modellini che accompagnarono i tre film della Trilogia Originale e che vedremo nel prossimo articolo.

Fonte: Angelica Busato, “Dal collezionismo alle mostre: la svolta espositiva del merchandising cinematografico

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