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La bibbia dei computer di Grace Hopper

Grace Hopper ha creato il primo manuale di programmazione. Nata nel 1906 con il nome di Grace Brewster Murray, figlia di una famiglia della buona borghesia di Manhattan, si laurea in matematica e fisica al Vassar College, per poi conseguire un dottorato a Yale. Da lì a poco diventa insegnante nel college in cui ha studiato e sposa Vincent Foster Hopper, professore di letteratura, di cui prende il cognome. Una vita perfetta scossa nel ’41 dai bombardamenti di Pearl Harbor. Decide di lasciare famiglia e insegnamento per entrare in Marina, dove sente di poter essere più utile. Nel ’44 viene assegnata, con il grado di tenente di vascello, ad un gruppo di lavoro coordinato da Howard Aiken con sede a Harvard. Lì incontra la “gigantesca macchina misteriosa”: Mark I, un enorme strumento di calcolo automatico di 4 tonnellate e mezzo, 16 m di lunghezza e 2,4 m di altezza.

La storia tramandata racconta che tutto è iniziato con una copia dell’autobiografia di Charles Babbage in mano a Grace e lo sguardo di Howard rivolto verso Mark I quale realizzazione della macchina analitica progettata il secolo precedente dal filosofo e inventore inglese. Hopper ha insegnato a quella macchina, una dopo l’altra, un’infinità di operazioni attraverso comandi impressi su nastro perforato. Il lavoro si è rivelato molto complesso tanto che non venivano scritte più di cinque pagine al giorno.

Il risultato è un testo epocale, A Manual of Operation for the Automatic Sequence Controlled Calculator, pubblicato nel 1946. La maggioranza gli ha conferito un altro nome: La Bibbia dei computer. Si tratta del primo manuale di programmazione chiaramente ispirato a Babbage, l’inventore della macchina differenziale che collaborò con Ada Lovelace, figlia di Lord Byron. Il manoscritto non si presenta come una documentazione tecnica. Ha uno stile curiosamente letterario: ogni capitolo inizia con una citazione e l’introduzione propone progetti e idee innovative di alcuni grandi personaggi del passato legati alla costruzione delle macchine di calcolo. Grace Hopper, inoltre, ha curato l’aspetto iconografico del manuale, avendo riguardo di inserire fotografie e diagrammi schematici per far comprendere meglio il funzionamento del Mark I. Sono state inserite istruzioni estremamente dettagliate su come lavorare con le schede perforate e su come stampare i risultati. Infine, sul frontespizio troviamo l’immagine di una parte della Difference Engine di Babbage e a seguire un suo epigramma.

E proprio come Babbage si era avvalso delle percezioni premonitrici di Ada Byron, Grace Hopper è l’ispiratrice di Howard Aiken. La storia mostra molte coincidenze e Grace e Howard diventano la controparte di Ada e Charles. Quanto più Grace approfondiva la conoscenza della Lovelace, tanto più si identificava con la matematica britannica nota per aver inventato il software per il calcolatore meccanico di Charles Babbage.

Ilaria Regalin
Redazione

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