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Cross-Media – Le Nuove Narrazioni

Le Nuove Narrazioni sono come i pollini, sono dovunque. Passano da un mezzo di comunicazione all’altro e contaminano il cinema con i videogames, la pubblicità con il mobile, la letteratura con la tv e i social network, i fumetti con il web e le performance spettacolari. I nuovi narratori sono utenti, scrittori e player, individui o communities che re-inventano i brand mondiali dell’intrattenimento (da Star Wars a Harry Potter, World of Warcraft ecc.) per mezzo di forme alternative di racconto diffuse in tutto il mondo. È la X-Media Generation, la generazione dei “media incrociati” che si esprime attraverso fanfiction e web-serial, romanzi collettivi e d-cinema, spot e games ambientati in universi reali e virtuali.

Le Nuove Narrazioni di oggi e di domani, esplorate in questo saggio con decine di esempi, mostrano agli studiosi e agli appassionati della comunicazione e del racconto come i new media ci stanno chiamando a sperimentare modi sempre più interattivi per narrare, nell’intrattenimento come nella pubblicità, nella comunicazione d’impresa come nell’edutainment, nell’informazione e nella scrittura creativa. Sembra un’istantanea scattata nel futuro. È, invece, il ritratto di un nuovo habitat in cui abbiamo già iniziato a raccontare diversamente le nostre storie.

Max Giovagnoli dirige la prima laurea italiana in Cross-media Communication a Roma, e lavora come media consultant per major cinematografiche e broadcaster televisivi e online. È direttore editoriale della tv per ragazzi Arcadia Tv (web e Sky) e della webzine Cross-media.it. Autore di romanzi (All’immobilità qualcosa sfugge per Meridiano Zero, Fuoco ci vuole per Hacca Edizioni), manuali (Web Writing.Scrittura creativa nella Rete e Come si fa una tesi di laurea con Internet per Tecniche Nuove) e saggi (Fare cross-media per Dino Audino Editore) sulle nuove frontiere della comunicazione e della scrittura creativa, tra i blogger è Proiettilixscrittori e su Second Life il suo avatar è Odisseus Writer.

“Quando la Microsoft di Bill Gates ha registrato al Patent and Trademark Office, l’ufficio brevetti statunitense: “il corpo umano come apparato per trasmettere corrente elettrica e dati” la notizia aveva iniziato a circolare già da un paio d’anni. Quel giorno, eppure, noi scrittori e studiosi della narrazione ci sentimmo tutti, per qualche secondo, al cospetto del futuro di una narrazione affidata ai tessuti del nostro corpo piuttosto che ai suoi sensi percettivi. Era vero? Presto ossa e muscoli sarebbero stati utilizzati come processori e trasmettitori, e la nostra pelle avrebbe collegato tra loro diversi media ipodermici (telefoni cellulari, lettori di dati, immagini, suoni…)? Lo scenario di un racconto che non si trasmetterà più, come nei millenni passati, attraverso le nostre orecchie e le nostre corde vocali e neppure, come quello digitale, per mezzo dei nostri occhi e delle nostre dita bensì usando come veicolo la pelle o il sangue, è suggestivo e affascinante ma allo stesso tempo insidioso. Inquietante. Vicino e fantascientifico. Fatto di racconti interattivi, di ibridazione di contenuti e della contaminazione virale tra storie e business del mercato globale. Basta guardare i nostri ragazzi però, coi loro capelli scolpiti, le sopracciglia depilate, i vestiti sagomati e la cartoonizzazione dell’aspetto che li avvicina sempre di più ai loro brand, nelle scuole come sugli schermi disseminati nelle nostre case, per rendersi conto che anche quell’ennesima frontiera tecnologica, in fondo, l’abbiamo già superata. Di esperienza in esperienza. Di racconto in racconto. Contaminando i mezzi di comunicazione tradizionali e i new media con la fantasia e le sceneggiature invisibili della nostra quotidianità. Risultato? Un immaginario collettivo ancora più potente e interattivo. E un repertorio di racconti che ha sempre più del reale e del virtuale insieme”.

Satyrnet

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C'è un mondo intero, c'è cultura, c'è Sapere, ci sono decine di migliaia di appassionati che come noi vogliono crescere senza però abbandonare il sorriso e la capacità di sognare.

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