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Cronache delle Terre Devastate

Ben ritrovati a tutti, dopo un bel po’ di assenza, ritorno proponendovi un bel libro di fantascienza, scritto da un autore italiano di nome Michele Scalini, autore di altri volumi come Dark World (2020), Io sono Joe (2015), da un Altro Mondo (2021) e tanti altri. quello di cui voglio parlarvi oggi è il primo di una trilogia di cui anche il secondo capitolo, Fuga dalle Terre Devastate,  è già stato pubblicato e il terzo, al momento di questa recensione,  dovrebbe essere in fase di preparazione e pubblicazione. Cronache delle Terre Devastate, parla di un pianeta Terra ormai devastato un mondo post-apocalittico dove ormai vige la legge del più  forte e dove quel po’ di parvenza di umanità sembra essersi ormai estinta come la maggior parte del genere umano stesso, in questo mondo di violenza, cannibali e disperazione, un mondo che miscela l’epopea del vecchio west con le ambientazioni alla Mad Max, vengono narrate le gesta delle genti che popolano tali terre che lottano o subiscono per poter vivere un giorno di più.

Trama

L’impatto con i detriti di una cometa e una seguente guerra nucleare, distruggono il pianeta rendendolo un posto arido e sabbioso. Tra cambiamenti climatici e violenza causata dai pochi sopravvissuti, un uomo solitario si fa strada attraverso le terre devastate in cerca di un veicolo che possa permettergli di raggiungere la costa, dove crede che la civiltà sia rifiorita come un tempo.Sulla sua strada incontra una città chiamata WreckageTown, dove i sopravvissuti assemblano veicoli ricavando i pezzi da altri relitti. In cambio di un veicolo funzionante, si offre di recuperare dei mezzi rubati da alcuni banditi al signore della sabbia che regna su quelle terre. Unitosi ad uno dei comandanti di WreckageTown raggiunge l’accampamento dei banditi e si prepara per recuperare quanto rubato. Quando scopre che non ha a che fare con dei banditi, ma con comuni persone, tenterà di salvare quella gente dalla follia del signore della sabbia.

L’Autore Michele Scalini

“Lo spazio è troppo vasto per soffermarci ad osservare un’unica stella.” Michle Scalini nasce nel 1974 a Jesi, dove vive tutt’ora. Ha conseguito gli studi presso una scuola di formazione professionale ed ha lavorato per anni nel settore dell’automazione industriale, svolgendo l’attività all’estero e su territorio nazionale. Amante della lettura, è cresciuto coi classici come “Papillon”, “L’isola del tesoro” e i romanzi di avventura del mitico personaggio Conan. In seguito si è dedicato a letture più specifiche riguardanti la mitologia antica, il mondo del mistero e la geopolitica. Michele è appassionato di film e di serie televisive di fantascienza, con un’innata curiosità rivolta verso quegli scenari post-apocalittici che hanno ispirato alcuni suoi romanzi. Circa sei anni fa, scopre la passione per la scrittura: accadde quasi per caso, in un periodo difficile, dove si trova ad affrontare un lungo periodo senza lavoro. Una mattina, decide di cercare in rete, dei suggerimenti per reinventare la propria vita, per cercare nuovi stimoli, nel tentativo di risollevarsi da quella situazione. Trova una lista di attività da valutare. Le consulta con attenzione, cercando di capire quale fosse più adatta a se. A metà della lista trova scritto “scrivi un libro”. Legge quella voce diverse volte fino a dire a se stesso “ok, scriviamo un libro”. Da quel giorno non si è più fermato, non riesce più a farne a meno. Da quel giorno ha scoperto una nuova parte di se che neanche sapere di avere.

Conclusioni

Come sempre qui di seguito vi dedico la mia opinione personale, che essendo personale, rigurada ciò che io penso di quest’opera. In primis ha molte similitudini con la saga del personaggio cinematografico creato da Mel Gibson, Mad Max iniziata col film Interceptor, infatti le ambientazioni, i personaggi che si incrociano in tale opera li ricordano molto, ma ricordano anche le varie tipologie di gente che sono descritte nelle epopee Western durante la conquista della grande frontiera oppure se vogliamo anche aggiungerci un pizzico di Nipponico, ricordano anche le ambientazione post-atomiche di Ken il Guerriero. Però per quanto Cronache delle Terre Devastate possano ricordare gli esempi che ho citato, oppure altre opere che potrebbero venirvi in mente, quello che mi ha coinvolto nella lettura di questo romanzo, e al momento della pubblicazione di questo pezzo ho quasi finito di leggere il secondo capitolo della trilogia, è per come è scritto. infatti tutto il romanzo è scritto in prima persona, tutto visto, agito e descritto dal punto di vista del protagonista, e come se fosse lui a parlarci, anzi di più da come è narrato, non leggiamo il punto di vista del protagonista, ma ci immedesimiamo nel protagonista, siamo il protagonista, vediamo coi suoi occhi, parliamo con la sua bocca, agiamo come lui agisce, c’è una tale simbiosi tra il lettore e il protagonista che durante la lettura ci fa riflettere che faremo esattamente come lui, siamo lui, e per certi versi ricorda anche  la Storia Infinita, ma in chiave che potrebbe (sperando di no) più realistica.

Ma oltre la tipologia di narrazione, è anche il protagonista che è ben fatto, egli non è un eroe, anzi quando lo acclamano come tale lui non vuole definirsi così, ma non è nemmeno un antieroe, lui ha vissuto l’apocalisse in prima persona come molti, ma a differenza di altri, invece di piegarsi agli eventi e dalla devastazione che ne è conseguita con il totale degrado dell’umanità, lui ha capito che il genere umano si è suddiviso in due tronconi, i superstiti e i sopravvissuti, i primi sono coloro che si sono piegati agli eventi della devastazione e si sono adattati accettando quello che ormai è diventato il mondo, e dove vige ormai la legge del più forte, infatti i superstiti sono quelli che ormai hanno perso ogni speranza nel futuro e sono diventati parte integrante di quello che ormai pensano che esso sia diventata la nuova civiltà, divisa in prede e predatori, mentre invece i secondi i sopravvissuti di cui più di una volta si autodefinisce il protagonista, sono coloro che sono sopravvissuti all’apocalisse e non vogliono piegarsi al nuovo ordine e che in cuor loro sanno che anche se ormai non sarà più come prima dell’apocalisse, sperano un giorno che da qualche parte la civiltà possa ritornare come i vecchi fasti di un tempo e che il genere umano possa uscire dal degrado che stà vivendo, ritornando o avvicinarsi alla gloria di un tempo, con le sue leggi, la sua economia e la tecnologia ormai perduta, e magari imparando dagli errori del passato senza ricaderci. Egli non è ne un buono nel vero senso del termine ma non è nemmeno un cattivo, è solo la persona giusta nel momento sbagliato ma la posto giusto. Io vi consiglio di dargli una lettura, si legge in maniera scorrevole senza mai annoiare e con dei bei colpi di scena

Marco Giovanni Lupani

Marco Giovanni Lupani

grande appassionato di cinema di fantascienza, fantasy, horror e Trash. Interessato anche ai fumetti di ogni genere dai comics ai manga a quelli d'autore. Cosplayer della vecchia guardia dagli anni 90
intrigato da ogni cosa che possa stimolare la sua curiosità

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