Il cinema di Roman Polanski si rivela stregonesca premonizione personale quando, nel 1969, Charles Manson e i suoi seguaci compiono l’atroce strage di Bel Air, sventrando la moglie Sharon Tate (incinta) durante un droga – party nella villa del regista. Dopo aver trasposto il Macbeth, il dramma shakespeariano più stregonesco, con fare umoristico e truce, Polanski gira nel 1972 in Italia “Che?”, commedia grottesca che si riallaccia all’assurdo dei cortometraggi per tracciare una amara parabola sulla condizione femminile e sulle abiezioni morali della borghesia.
Un’autostoppista disinibita (Sydne Rome), per sfuggire a tre malintenzionati, si rifugia in una lussuosa villa sul mare. Qui compie una piccola Odissea comico-erotica, maliziosa Alice nel paese dell’alta borghesia depravata, durante la quale incontra una serie di tipi buffi: un maniaco in una torre che si eccita in uniforme da carabiniere, un pianista che la ispeziona nel sonno, donne avvenenti più o meno spoglie, ospiti spiritati, servitori cadenti ladri, e l’anziano padrone di casa, languido sado-maso che viene generosamente soddisfatto. Alla fine però, la ragazza si spaventa (le hanno rubato ad uno ad uno i vestiti e la rincorrono nuda), e se ne va, saltando sul primo camion che si ferma: un camion carico di porci.La società ridotta alla stanca ripetizione di gesti insignificanti. Quando la ragazza lo capisce, li abbandona al loro (volontario) destino. Ingenuità e fiducia nel prossimo la tradiscono, e cade preda di teppisti, maniaci, etc…; fugge da loro per finire su un camion di porci. Galleria di macchiette allucinanti, il vecchio satiro patriarca, il giovane tiranno sadico,… di tutti Rome si innamora: del primo per pietà, del secondo per masochismo (la frusta prima di prenderla).
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