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Belfagor ovvero “Il fantasma del Louvre”

L’originale Belphégor è un film muto del 1927, direttamente dall`autore del romanzo originale, Arthur Bernéde, e co-prodotto da un altro intenditore di misteri parigini: Gaston Leroux, il padre del Fantasma dell`Opera. Come era allora in uso, Belphégor venne proiettato in quattro parti: un`abitudine perduta del grande schermo, che anticipava il fascino degli sceneggiati.

Belfagor ovvero Il fantasma del Louvre è invece una serie televisiva francese, trasmessa su ORTF in 4 puntate dal 6 al 27 marzo 1965, e in Italia dalla RAI in 6 puntate, dal 15 giugno al 21 luglio 1966, prima sul Secondo Canale, poi – gli ultimi due episodi – sul Programma Nazionale: la RAI infatti cambiò «eccezionalmente» non solo il canale di trasmissione ma anche il giorno di programmazione (dal mercoledì delle prime quattro puntate al giovedì per quelle finali). La serie è stata replicata diverse volte: in 4 puntate da 70 minuti e in 19 puntate ognuna da 15 minuti, sempre sulla RAI. L’audience della prima messa in onda nel 1965 in Francia è risultata eccezionale: 10 milioni di telespettatori su 48 milioni di abitanti, il 40% dei quali possedevano un televisore.

La serie, interpretata dalla cantante Juliette Gréco nel ruolo delle due gemelle Borel, si discosta molto dal romanzo scritto da Arthur Bernède. Curiosamente il nome della protagonista, nell’originale francese Laurence Borel, è diventato in italiano Luciana, mentre con lo stesso criterio seguito per trasporre André Bellegarde in Andrea Bellegarde, avrebbe dovuto chiamarsi Lorenza Borel. Nel costume del fantasma recita invece il mimo Isaac Alvarez, che lo spettatore ha l’occasione di vedere brevemente in viso durante la scena della cena a casa Williams, perché appare anche come comparsa nel ruolo di un maggiordomo. Rispetto al romanzo di Arthur Bernède, l’ideatore Claude Barma è intervenuto sul soggetto per aggiungere un tocco d’esotismo e per attualizzare la storia: per esempio, il tesoro nascosto nel Louvre non sono più gioielli dei re di Francia bensì il segreto dei Rosacroce, che possiede anche proprietà radioattive.

Tutti quelli che erano bambini allora, ragazzi allora, sono cresciuti con la paura di Belfagor. Sono passati alcuni decenni dal giorno in cui la televisione cambiò. La rassicurante scatola domestica improvvisamente seppe irraggiare una tale fredda minaccia da segnare per sempre l`immaginario di una generazione. Chi, anche se già grande, non è stato colto dal timore e dall`ansia nell`attraversare le stanze buie della propria casa dopo aver visto il minaccioso passaggio del fantasma nei corridoi semibui del museo del Louvre, reso anche più sinistro dalle note del violino? Niente superava le scariche di adrenalina scatenate dalle centillinatissime presenze di Belfagor. Sono tanti i motivi per cui questo sceneggiato risulta sempre attuale, anche se in bianco e nero e con un immagine di Parigi lontana anni luce dalla metropoli di ora: la regia abilissima di Claude Barma, la sceneggiatura di Jacques Armand, sempre tesa e ricca di colpi di scena, e, non per ultimo i bellissimi occhi di Juliette Greco.

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