Ieri sono stato stato ad una serata contro la droga al The Place, un locale vicino alla Mole Adriana. Bella serata, ma un pò sotto tono. Ho rivisto molte persone che conoscevo dai tempi dell’università. Davanti a me, un taccuino vuoto, su cui scrivere. Ad un certo punto ho avuto un’idea, una folgorazione che ha preso in mano le idee che vagavano nella mia testa. Spero vi piaccia.
Attoniti, Attenti Agli Attimi ci Atteggiamo Ad Attori
Banali, Basiti, con Bocche Benpensanti o Bannate
Commensali Compiti, e Complici di Complessità inComprese
Decliniamo Detti, Distici,Definizioni, Dati, Detti Da Diversi,
Ed Esigiamo Essere Eletti ad Esteti Elucubranti Esternando
Futili Feticci Figurativi, che Fingiamo Farci Felici
Gioendo di Gretti Giochi inGialliti che Garantiscano
all’Intelletto l’Inizio di un Infinito Inabissarsi In
un Languore Lascivo e Lurido, senza Lotta
Mossi da Moltitudini di Mode e Malcelati Malintesi.
Nessuno Nega la Necessità di un Nucleo, un Noumeno
O Ostenta un’ Omologazione Ottenuta non Osando
Per Poi Pretendere di Poterla Prescindere; in Pratica
Quando, Quali, Quanti Quesiti Quotidianamente
Restistuiamo Retro iRRisolti alla Ragione?
Siamo Solo inSicuri, Sacerdoti del Sistema
Trappola, da cui Trarre Tecniche Troppo Turpi da Trasmettere
Uni e non Univoci, ci Uniformiamo in Unici Usi
Vacui, che le nostre Volontà Violentate, Vanagloriano
Zittiti, Zelanti. Zampilli di Zizania ci Zavorranno nello Zeffiro
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