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Sotto il ristorante cinese

Il cinema è pieno di film che danno emozioni ed esse sono sempre di vario tipo, la tipologia che trovo sempre interessante e che non riesco mai a classificare, sono i film onirici. Essi sono molto particolari, in quanto, per via della trama che abbinata a una buona fotografia e scenografia e anche in alcuni casi una buona colonna sonora,  riescono a catapultarci in mondi e situazioni completamente fuori dal mondo, come in un sogno appunto. Ovviamente mi vengono in mente vari film che possono rientrare in questo genere, come Jurassic Park, è bello vedere la marcia dei dinosauri per le praterie dell’Isola con sottofondo il tema principale, oppure film come Avatar, che con quelle belle ambientazioni ci catapulta in un mondo completamente nuovo e fantastico. L’elenco dei film sarebbe ancora più lungo, e quasi tutti ovviamente Hollywoodiani; però mi soggiunge un titolo di un vecchio film italiano diretto da un regista che i sogni riusciva a rappresentarli molto bene, anche se con l’animazione: il grande  Bruno Bozzetto, autore di pellicole come West & Soda, Allegro non troppo e Vip mio fratello superuomo. Il titolo di questo film che, a tutt’ora è l’unico che girò con attori in carne e ossa, di cui scrisse anche la sceneggiatura, è “Sotto il Ristorante Cinese”, un film del 1987, in cui crea una versione “liveaction” de “I sogni del signor Rossi”, altra creatura del regista italiano.

La trama ruota ad Ivan, un ragazzo che frequenta l’università che, nonostante la sua voglia di indipendenza, vive ancora con la madre. Per mantenersi gli studi Ivan lavora per  Ursula, che oltre a essere il suo principale, è anche la sua fidanzata e i due sono anche in procinto di sposarsi: In pratica Ivan vive una normale vita, casa, lavoro e studio, preparativi delle nozze, tutti i giorni le stesse cose e situazioni. Un giorno però, mentre sta sbrigando una commistione, incontra un suo vecchio amico dei tempi dell’università, dopo anni che non si vedevano, iniziano a parlare dei vecchi tempi, ma, mentre stanno trascorrendo il tempo a parlare, accade che tre rapinatori assaltano una banca. Nonostante Ivan cerchi di star fuori dalla situazione, ne viene purtroppo coinvolto, infatti per una serie di circostanze, vede i volti dei rapinatori, ma anche loro vedono lui e, sapendo che potrebbe riconoscerli, gli danno la caccia per eliminarlo. Durante la fuga Ivan, capita all’interno di un ristorante cinese, ma, non sentendosi ancora sicuro, si dirige nei sotterranei del locale sperando di poter trovare una via di fuga e mettersi in salvo dai tre rapinatori, per dimenticare tutta la brutta faccenda. Mentre vaga alla ricerca di un nascondiglio, Ivan trova rifugio dentro un ripostiglio, ma appena vi mette piede, invece di trovarsi dentro un buio sgabuzzino, si trova davanti a un varco, dentro il quale vede un panorama da sogno, infatti Ivan vede un immensa spiaggia tropicale e un infinito oceano azzurro cristallino. Con la paura alle spalle, Ivan decide andare al di là del varco, così si trova catapultato in quel mondo di sogno. In un primo momento Ivan pensa di sognare, invece scopre che è tutto reale, ma allo stesso tempo anche irreale, infatti quella spiaggia da sogno è abitata da varie creature, una più curiosa dell’altra, anche lo scorrere del tempo per Ivan sembra diverso dal “suo mondo”. Mentre sta girovagando in questo nuovo paradiso terrestre, si imbatte in una stupenda ragazza. La nuova venuta si presenta a Ivan con il nome di Eva, e gli racconta che lei è sempre vissuta lì con suo padre, un professore che grazie al suo genio, è riuscito a inventare uno speciale telecomando con cui  ha potuto aprire il varco che collega i due mondi. Eva, avendo vissuto praticamente tutta la sua vita in quel mondo da sogno, non ha mai visto e conosciuto nessun’altra persona oltre suo padre e di conseguenza non ha mai visto nulla del “mondo” di Ivan, ed è per questo che rimane affascinata da quanto racconta il nuovo venuto. Dopo varie insistenze, Eva riesce a convincere Ivan ad accompagnarla a conoscere i posti e i luoghi di cui ha solo sentito raccontare dal padre. Ivan ritorna così “a casa” accompagnato da Eva. Vedendo l’entusiasmo della ragazza, Ivan cerca di farle conoscere il più possibile del suo “mondo”, ed Eva ogni minuto che passa con Ivan rimane sempre più affascinata da ciò che la circonda, ma, suo malgrado, per via della sua ingenuità e anche della sua bellezza, coinvolge Ivan in tutta una serie di equivoci imbarazzanti. Nel frattempo, però, Ivan pian piano si sta innamorando di Eva, colpito dalla sua genuina sincerità e dal suo carattere allegro e solare. Però, come si suol dire, le disgrazie non vengono mai da sole, infatti, i tre manigoldi della rapina alla banca, non si sono dimenticati di Ivan, l’unico testimone che potrebbe mandarli in galera, e sono ancora sulle sue tracce. Il tempo dei giochi è finito, come dice un vecchio adagio, e, a causa dell’amore, ricambiato, che prova per Eva, la vendetta di Ursula, che pensa di essere tradita e dai tre rapinatori, Ivan e Eva si dirigono verso il varco sotto il Ristorante Cinese. Qui Ivan prenderà la decisione finale che gli cambierà completamente la vita. Ovviamente finisce con un bell’Happy End, nel perfetto stile di Bruno Bozzetto.

Per chi li ha visti, questo film assomiglia molto ai film d’animazione di Bruno Bozzetto, sia come situazioni paradossali che come ambientazione. Come detto in precedenza, sembra davvero la versione in carne ed ossa di uno dei suo cavalli di battaglia “I sogni del signor Rossi”, begli gli effetti speciali, ben fatti e curati nonostante l’epoca in cui è stato girato il film, ma, lo ammetto, io ho sempre adorato i lavori di Bruno Bozzetto e anche questo non è da meno. Spero che anche voi lo troviate soddisfacente come l’ho trovato io.

Alla prossima

 

 

Marco Giovanni Lupani

Marco Giovanni Lupani

grande appassionato di cinema di fantascienza, fantasy, horror e Trash. Interessato anche ai fumetti di ogni genere dai comics ai manga a quelli d'autore. Cosplayer della vecchia guardia dagli anni 90
intrigato da ogni cosa che possa stimolare la sua curiosità

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