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Roma dedica muri agli artisti di strada

“Muri dedicati agli artisti di strada. In 35 aree dipingere sarà lecito (cfr. metro)”.

Questo il titolo dell’articolo che ho letto questa mattina. Bene, bello! Finalmente gli artisti avranno i loro muri da dipingere. Quello che penso io è che innanzitutto tocca fare una distinzione tra la street art che a mio avviso è da considerarsi una vera e propria forma d’arte senza nulla escludere, e il vandalismo. C’è una linea sottile fra le due cose. Cosa si può considerare a tutti gli effetti atto vandalico? Il vandalismo è definito e classificato come atto barbarico. Ora i disegni possono considerarsi qualcosa di distruttivo? Ovviamente dipende da cosa raffigurano e soprattutto dove. Sulla metro per esempio, graziosa una metro colorata, però c’è sempre un qualche però che lascia perplessi. Se colori la metro… e anche i vetri, impedisci a chi sta dentro di vedere le fermate. Quindi qui si inizia a oltrepassare la linea sottile di cui dicevo prima, il disegno mi reca disturbo. Forse il turista armato di macchinetta fotografica lo trova bello ma intanto il disagio lo vivrà anche lui… Poi ci sono altre categorie di graffiti, le firme, le sigle. Queste le trovo inutili, un puro e semplice sfregio e nient’affatto belle da vedere. Passiamo alle precisazioni e alle distinzioni, ovvero arte di strada o urbana e graffiti. La differenza si riscontra solo nella tecnica utilizzata ma le finalità sono le stesse, difatti si possono classificare come mezzi di comunicazione di massa, espressione culturale e sociale. A cosa voglio arrivare è semplice, secondo me non basta omaggiare il graffitaro con un bel muro candido da colorare. Perché la base è forse quella di andare a rompere una regola, infrangere un divieto. Si parla di atti di sovversione, riappropriazione di uno spazio fino ad arrivare al tentativo di abolizione della proprietà privata. Purtroppo non si può generalizzare il fenomeno, perché molti writers operano nel tentativo di raggiungere uno stile proprio e una propria evoluzione artistica, sono quei writers che compiono un percorso più riservato di ricerca artistica. Il fenomeno dilagante però dice piuttosto il contrario. Da conservatrice del patrimonio artistico non posso che avere una considerazione piuttosto ambivalente del graffitismo. Deprecabile la deturpazione del patrimonio artistico in ogni forma e misura, così come è totalmente  inopportuno sporcare le pareti dei mezzi pubblici e dei palazzi. Apprezzo la forma artistica quando viene realizzata lungo le mura che affiancano i binari ferroviari ad esempio, dove non solo non si ha nessun tipo di danneggiamento visivo/strutturale ma addirittura non vien fatto altro che rendere colorata la città che è già di per sé così grigia, trovo che questi disegni siano quasi di compagnia per il viaggiatore. Siamo di fronte a un’arte in evoluzione che è ancora incomprensibile ai più.

Redazione

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