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Hannibal Lecter. Le origini del male

Brutto film “Hannibal Lecter. Le origini del male” di Peter Webber, regista eclettico, pare. Visto che si muove da film artistici come la “Ragazza con l’orecchino di perla” (2003) a film così sanguinolenti. Comunque, qualsiasi sia il genere i suoi film rimangono inconcludenti, insoddisfacenti. Ottima soltanto la scelta e dunque l’interpretazione del protagonista, Gaspard Ulliel, il bel francese di “Una lunga domenica di passioni” (2005) qui un viso che è un’esaltazione perfetta della follia; ma per il resto il film è solo un’esasperazione negativa. Come è stato diffuso, la storia intende descrivere l’infanzia e l’adolescenza di Hannibal Lecter, per dare una sorta di prologo a quelli che sono stati i tre film precedenti. La storia c’è, ma serve solo a “giustificare” un mostro, quello che tutti noi conosciamo.

Magari era buona l’idea di ribaltare la posizione dello spettatore: da colui che rifiuta di condividere ciò che fa Hannibal, eroe tragico e mostro senza scrupoli, a colui che sicuramente lo innalza a suo “eroe, che tragicamente è diventato quello che è diventato, ma aveva le sue buone ragioni, almeno all’inizio”. Comunque non regge, il film si riduce a un elenco di personaggi da uccidere, un  po’ alla Kill Bill – senza nulla togliere a quel capolavoro – e con un finale sospeso in maniera brusca, che, se voleva intendere che il tutto doveva continuare, in realtà dà la spiacevole impressione che il regista si era stufato di girare. La pecca più grande è stato un evidente errore di montaggio.
Per mantenere il ritmo e per lasciare il massimo spazio alle azioni, viene saltato ogni passaggio logico, e lo spettatore si ritrova a farsi domande impensabili più di una volta durante il film: “ma questo come fa a ricordarsi così bene di Hannibal?”, “è un genio che già intuisce che l’avrebbe trovato lì?”, “come fanno a chiamarlo mostro già all’inizio che non sanno niente di lui?” e via discorrendo… domande del genere indicano che il film lascia troppo lavoro allo spettatore, e che quindi ha una evidente carenza di elementi narrativi.

Pessimo film, mi sarei addormentata se non fosse che il sangue, si sa, mantiene svegli.

 

di Alice Rinaldi

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