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Dance of the Vampires

Dance of the Vampires (1965) di Roman Polanski è un’esilarante parodia del genere vampiresco e della superstizione in generale. La repulsione e il fascino dell’ambiente quotidiano, l’impossibilità di fuggire e la nevrosi soffocante indotta da questa contraddizione, il disfacimento della vita nel continuo protrarsi e acuirsi di questa nevrosi, impregnano anche Cul de Sac (1966), altra ripresa del triangolo amoroso, ma questa volta nell’ottica di un humour nero molto britannico.

Un industriale vedovo si ritira on la giovane amante nel castello di un isola a condurre una vita monotona e noiosa, vivacizzata soltanto da sporadici ospiti, tutti più o meno sedotti dalla donna; un giorno irrompono due banditi in fuga, uno dei quali muore mentre l’altro obbliga la coppia ad ospitarlo fino all’arrivo del capo; invece del capo arrivano due amici dei castellani, un playboy e la sua amante, che se ne vanno ignari perché il bandito si è travestito da servo; quando il suo capo lo avverte di non poter venire, il bandito decide di fuggire, ma l’industriale, istigato dalla donna che non è riuscita a sedurre il bandito, riesce ad ucciderlo; poi, sconvolto, l’omicida invoca la moglie defunta, mentre l’amante se ne va con il playboy tornato a prenderla.

L’elemento di disturbo del triangolo è questa volta un personaggio comico che, come il giullare del “Re Lear”, funge da coscienza del castellano, smascherando la sua angoscia e la sua solitudine, evidentemente acuiti dalla perdita della moglie e vanamente lenite dall’assunzione di un’amante. In quell’isola l’uomo si rende conto della meschinità di tutti coloro che gli stanno attorno, egoisti, crudeli e ingrati (per repulsione dei quali si è d’altronde segregato nel castello).Il capo dei banditi è un po’ il Godot della situazione: tutti vivono aspettando lui, come minaccia o come salvezza, e quando lui annuncia che non verrà, scoppia la crisi. La donna è una ninfomane cinica e depravata; è lei il male che trionfa; rappresenta tutto quanto vi è di corrotto e decadente nella società borghese. Questi quattro personaggi agiscono l’uno contro l’altro in uno spazio chiuso, che amplifica le loro libidini e le loro paure.

Redazione

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