Per questo credo proprio che Sheldon, Leonard, Howard e Raj, i quattro geniali quanto disadattati protagonisti, non potranno che stregarvi. Personalmente, non ridevo così tanto dalla prima serie di “My name is Earl” o dal primo “Clerks”… L’intreccio è quello di una normale sit-com sul modello di Friends. Due appartamenti, quattro ragazzi, tutti ricercatori universitari, e una ragazza, bionda, aspirante attrice e che di mestiere fa la commessa alla “Fabbrica dei Cheesecake”. Un bel giorno la bella si trasferisce sullo stesso pianerottolo di Leonard e Sheldon (un vero mito!), interrompendo la loro routine di studiosi e geek. Penny è un vero ciclone e la sua normalità sconcerta i quattro, che sono però determinati a conquistarla o almeno a diventarne amici. In modi e maniere parecchio discutibili, a dire la verità…
The Big Bang Theory è un delirio di situazioni paradossali e tutto si gioca sulla battuta e sulla capacità degli sceneggiatori d’intrattenere il pubblico. Cose normalissime come il montaggio di un armadio Ikea o l’installazione di un impianto stereo diventano momenti esilaranti. Il tutto condito da centinaia di citazioni scientifiche (teoremi, paradigmi, teorie: tutte rigorosamente vere ed esistenti) e di momenti nerd (i quattro giocano a WoW, Halo e Talisman, leggono fumetti, fanno i cospalyer e si lanciano in accese guerre di paintball). Un vero trionfo per gli appassionati e una continua sfida a cogliere ogni rimando.
The Big Bang Theory è arrivato alla fine della seconda serie e per settembre è atteso, in America, l’inizio della terza. Un‘ultima nota la scrivo sul doppiaggio: lasciate perdere la (scadente) versione italiana e vedete tutto in inglese. Con i sottotitoli in lingua, così da non perdere le battute e i giochi di parole. La serie ha una scrittura piuttosto complicata, quindi potreste incontrare delle difficoltà a seguire i sottotitoli in inglese, però è davvero l’unico modo per apprezzarla al 100%. Fidatevi. E ricordatevi: smart is the new sexy!
Luca “Oscuro Presagio” Francescangeli
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