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La recensione di Master and Commander

Trasposizione di uno dei libri di Patrick O’Brien, padre della saga che interessa le battaglie navali e le vicende marinare dell’Ottocento. (19 libri all’attivo, la storia si basa per lo più sul libro “Ai confini del mondo” ndA). Come protagonista vediamo in una nuova veste l’ormai celeberrimo premio Oscar Russell Crowe  che smessi i panni del legionario romano veste con disinvoltura la divisa di un capitano di vascello abbandonando così elmo, daga e corazza per appropriarsi dell’ elegante uniforme di ufficiale della marina di Sua Maestà britannica. Lo affianca un bravissimo Paul Bettany  già con il “gladiatore” in “A beautiful mind”.
 
 

Inizi dell’Ottocento. Ci troviamo in pieno svolgimento delle guerre napoleoniche che oltre ad interessare la maggior parte dell’Europa non esula dal mietere vittime anche sui mari. Qui troviamo il capitano di vascello Jack Aubrey (Russell Crowe) che a bordo della sua nave la Surprise cerca di sconfiggere la nave corsara francese Acheron. Al fianco del capitano vi è il suo amico e medico di bordo Stephen Maturin (Paul Bettany) ed una ciurma che è pronta a seguirlo fin in capo al mondo ( soprannominano il capitano “Jack il fortunato” ). Dopo una prima sconfitta subita dalla nave britannica, la caparbietà del comandante porterà la Surprise, con tutto il suo equipaggio oltre che ai confini del mondo ( le isole Galapagos), ad un finale del tutto inaspettato.

 

Un lavoro ben fatto da parte del regista che è riuscito a fare una bella trasposizione dei libri di Patrick O’Brien. Ottimo il raffronto storico soprattutto per quanto concerne la costruzione della nave ed i termini militareschi che forse non sono del tutto comprensibili a chi non è imbarcato su Luna rossa o ad un appassionato di navi. Fortunatamente arriva in aiuto la figura del dottore che non conoscendo a fondo i vari termini marittimi, di volta in volta ne chiede spiegazione consentendo una maggior godibilità del film da parte del pubblico. Molto ben espresso dai due attori protagonisti (forse perche hanno già lavorato insieme; vedere introduzione ndA) il rapporto fra  il comandante ed il dottore che arrivano a contrapporsi quando giungono presso le isole Galapagos, paradiso incontaminato pieno di animali sconosciuti fino ad allora e che il medico nonché naturalista vorrebbe classificare mentre il comandante deve seguire la “ragion di stato” che prevede innanzitutto la distruzione del nemico.

 

Per concludere, interessante come la figura del capitano Aubrey possa essere avvicinata a quella del comandante Acab:  la nave francese qui rappresenta la balena bianca ovvero il termine a cui giungere sia interiore che esteriore, il nemico da sconfiggere. In  quasi tutto il film, infatti, si vede solo la figura della nave e non l’equipaggio che le darebbe troppa “umanità”, qui invece basta solamente la sua figura che serve come simbolo.

 

CONCLUSIONI

 
  • Trama debole quasi inesistente ma che riesce ad essere sopperita da bei combattimenti.
  • Un film da consigliare e non solo agli amanti del genere.
  • Una di quelle poche pellicole in cui farebbe proprio piacere vedere un seguito.
 

 

 

A presto Ajoy Fabbi

Satyrnet

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