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Le Havre di Uwe Rosenberg per Stratelibri

Oggi vi presento Le Havre, l’ultima fatica di Uwe Rosenberg, blasonato autore di titoli come Bohnanza e Agricola. Le Havre (dall’omonima città portuale francese, nome che banalmente significa “porto”) è un gioco gestionale fatto per 1-5 giocatori ed è simile all’ottimo Puerto Rico. In Italia è commercializzato da Stratelibri .  L’obiettivo del gioco è di fare più punti di tutti, commerciando materie prime, costruendo edifici e accumulando denaro. Onestamente questo gioco m’è piaciuto un bel po’, anche se all’inizio sono rimasto parecchio spiazzato: per me Rosenberg era sinonimo di Bohnanza, che ritengo essere un gioco simpatico, rapido e per nulla complesso. Invece Le Havre è tutta un’altra storia. E’ un gioco per gamers esperti, di quelli che hanno voglia di mettersi alla prova.

SCATOLA

Piccolina. Solito look minimalista della Stratelibri, che può piacere o meno. Stavolta a me è piaciuto. Carina soprattutto la auto-citazione con il portuale che scarica una cassa di Agricola dalla nave…

CONTENUTO

Niente di strabiliante, ma Le Havre è un gioco di sostanza e non d’apparenza. Comunque aprendo la scatola troverete: 420 segnalini di cartone (soldi e merci da commerciare), 110 carte, 16 tessere Produzione, 7 tessere Rifornimento, una Giocatore Iniziale, la plancia di gioco divisa in tre pezzi, i segnalini per i giocatori e ovviamente le regole. Inoltre ci sono un bel po’ di bustine di plastica (un’attenzione da premiare) che permettono la divisione razionale dei segnalini, evitando di dover pescare nel mucchio durante il gioco. In generale le illustrazioni sono carine, niente di eccezionale ma carine. L’unica pecca che mi sento di far notare è sulle carte: un po’ “moscette”,  tendono a piegarsi con grande facilità.

GIOCO

La prima volta che aprirete il manuale prendete un bel respiro, respingete l’idea di richiuderlo perché troppo complesso e leggetelo tutto. Fate sedimentare e il giorno dopo (se avete tempo) riguardatelo. Vi renderete conto che Le Havre è infinitamente più semplice di quanto possa apparire a prima vista. E per prima vista intendo proprio l’impatto con il regolamento. Per non parlare dell’appendice sugli edifici: una vera mattonata con file e file di parole strette una sull’altra… praticamente illeggibile….

Comunque, una volta partiti rimarrete stupiti dalla profondità di gioco e dalle innumerevoli variabili in campo, senza che la meccanica risulti mai pesante o fastidiosa. Alla fin fine, ogni giocatore ha a disposizione solo due azioni, più da zero a tre opzionali, e quindi non ci si incasina più di tanto. Ogni scelta, però, va attentamente ragionata: è un gioco in cui vince chi sa impostare la giusta strategia e non chi è più fortunato. Personalmente l’ho provato in due, tre e quattro giocatori e tutto fila liscio. Ma non vi aspettate partite brevi: almeno un paio d’ore ci vogliono sempre! Non ho avuto il cuore di giocarlo da solo perché mi sembra davvero troppo nerd e neppure ho tentato in cinque. Credo che in cinque sia piuttosto complesso, perché la lotta per le materie prime e per il cibo si farà inevitabilmente serrata.  Di sicuro ci troviamo di fronte a un titolo playtestato con grande perizia. Non a caso, in fondo al libretto delle regole, sono citati ben 272 playtester. Mica male!

La sensazione finale che ho ricavato da Le Havre (49.90 euro) è quella di un ingranaggio ben progettato e ben oliato, curato nel dettaglio da un bravo game designer. Quindi, se siete amanti dei gestionali, non posso che consigliarvelo!

PRO

·         Grande profondità di gioco, ogni partita è differente

·         I dettagli economici e gestionali sono ben caratterizzati e coerenti

·         La fortuna influenza molto poco la partita: chi pianifica meglio vince

CONTRO

·         La qualità delle carte poteva essere migliore

·         L’impaginazione delle regole e in particolare dell’appendice degli edifici è poco leggibile

·         E’ un gioco impegnativo: sconsigliato a chi  non ama i gestionali e a chi vuole passare un’oretta tirando dadi senza troppi pensieri

VOTO: 8.5/10

Luca “Oscuro Presagio” Francescangeli

Satyrnet

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