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Yoshiyuki Tomino: il papà di Gundam

Yoshiyuki Tomino nasce a Odawara, il 5 novembre 1941. Nel 1963 inizia la collaborazione con la Mushi Productions del leggendario Osamu Tezuka, il padre dell’industria manga. Qui si specializza nella produzione di storyboard e di screenplays; tra le altre firma la sceneggiatura di Astro Boy (Tetsuwan Atom, 1963-1966). A inizi anni ’70 debutta alla regia con Umi No Triton, liberamente tratto da un manga dello stesso Tezuka e di radicale rottura con il passato per l’assenza di una netta contrapposizione tra Bene e Male. Contemporaneamente, mentre la Mushi incontra serie difficoltà finanziarie, insieme ad alcuni giovani colleghi ex-Mushi partecipa alla fondazione dello Studio Sunrise. Per la neonata Sunrise dirige le prime due serie di rilevante impatto mediatico, Yuusha Reideen e La Seine No Hoshi, entrambe del 1975.

In particolare Reideen, che in futuro avrebbe fortemente influenzato gli autori di anime del genere mecha, lo convince a sperimentare nuove dinamiche narrative nel sempre più popolare filone delle animazioni TV con protagonisti robotici. Da quel momento in avanti la sua carriera è un susseguirsi di pietre miliari. Nel 1977 dirige l’ironico Daitarn 3, ma l’autentica esplosione si ha con il drammatico Zambot 3 e nel 1979 con il rivoluzionario Kidou Senshi Gundam. In Gundam, inizialmente considerato un progetto a rischio, Tomino crea i Real Robot, esoarmature semi-realistiche inserite in contesti narrativi tragici e dominati da intensi conflitti ideologici tra il potere militare, quello politico e l’inerme società civile. Di replica in replica Gundam conquista gli appassionati giapponesi ed europei, diventando il simbolo della nuova fantascienza robotica e generando una franchise multimediale che ancora oggi viene portata avanti con immenso successo dalla Sunrise.

Sebbene negli anni ’80 e ’90 Tomino sia spesso tornato a riprendere i temi e i personaggi di Gundam, con capolavori come le serie TV Z Gundam (1985) e Turn A Gundam (1999) e il film Gyakushuu no Char (Il Contrattacco di Char, 1988, epilogo della saga-madre gundamiana), la sua attività di creatore innovativo prosegue incessante. Con il cult Ideon, nel 1980, eleva a nuove vette il concetto di guerra spaziale e di realismo nelle trasmissioni televisive per ragazzi. Con Sei Senshi Dunbine nel 1983-1984 estende alle ambientazioni fantasy il suo amore per i mecha e per i caratteristici finali tragici.

Negli ultimi anni si dedica a scenari post-apocalittici con Brain Powerd (1998) e King Gainer (2002), che nonostante le premesse narrative (la Terra sconvolta da disastri climatici), presentano tuttavia situazioni e personaggi sostanzialmente solari con conclusioni ottimistiche. La sua ultima fatica cinematografica è la trilogia Z Gundam: A New Translation, presentata in patria con formidabili incassi tra il 2005 e il 2006 rimasterizzando digitalmente i materiali della serie TV anni ’80 e integrandoli con nuove sequenze girate in computer grafica; ma soprattutto nella trilogia Tomino modifica il finale della sua stessa saga, riscrivendo tutto quello che a distanza di 20 anni non riteneva più in linea con il suo pensiero creativo.

Tra gli innumerevoli premi vinti, da menzionare quello come Miglior Regista alla Tokyo International Anime Fair nel 2006 (per la prima pellicola della nuova trilogia di Z Gundam) e gli Animage Grand Prix Awards nel 1979 e nel 1980 per Kidou Senshi Gundam e per Ideon. 

 

 


 

 

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