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Project U.F.O. (serial TV)

Gli U.F.O., sigla che sta per oggetti volanti non identificati, hanno sempre affascinato non solo l’immaginario degli appassionati di fantascienza, ma anche il mondo scientifico, anche se in maniera ufficiosa.  Migliaia sono le opere che sono state realizzate sfruttando quello che veniva definito “fenomeno U.F.O.”, tra libri, film, serie televisive, cartoni animati, fumetti, giocattoli e gadget vari, si potrebbe riempire un’intera enciclopedia, si potrebbero anche realizzare decine di special sull’argomento, cosa che pian piano realizzerò. La serie di cui vi voglio parlare oggi è interessantissima, perché non parla di U.F.O. come in altre serie dove gli alieni sono un nemico ostile e vi è chi in difesa della Terra vi si para contro; ma il discorso è inteso proprio come “oggetto non identificato”, infatti questa serie ha tratto ispirazione dal programma della United State Air Force, riguardanti l’identificazione degli avvistamenti degli U.F.O.il famoso e controverso “Progetto Blue Book” degli anni sessanta, questa serie si intitolava “Project U.F.O.”. Realizzata verso la fine degli anni settanta dalla NBC, per un totale di 26 episodi, suddivisa in due stagioni, e poi cancellata probabilmente per via degli ascolti bassi, in Italia venne trasmessa nei primi anni ottanta solo sulle reti locali.

I protagonisti della serie sono due membri dell’Air Force statunitense, il Maggiore Jake Gatlin e sergente Harry Fitz, il loro compito è investigare su presunti avvistamenti di U.F.O., da parte della popolazione locale, raccogliendo testimonianze, prove fotografiche, prove fisiche dei presunti atterraggi ed eventuali esami clinici; il tutto per scoprire se il presunto “avvistamento U.F.O.” sia reale, un’allucinazione, oppure tutta una montatura atta ad azioni fraudolente, come attirare turisti oppure diventar famosi. Quasi sempre le conclusioni a cui i due militari arrivano, risulta che gli avvistamenti sono sempre fasulli, o a causa di allucinazioni o artificialmente voluti per ottenere fama, anche se poi alla fine di ogni episodio, appare un oggetto o un dettaglio, che mette tutto in discussione su ciò che i testimoni hanno realmente visto.

All’inizio della seconda stagione, Edward Winter prende il posto di William Jordan, nei panni del Capitano Ben Ryan. Una serie dai toni alla X-Files se vogliamo fare un paragone, dove non vi è un vero finale ad ogni episodio, ma anzi solleva più domande che risposte, mettendo anche in dubbio l’operato dei protagonisti, che in molti casi invece di risolvere la questione, sembra quasi che cerchino di insabbiarla, come se in definitiva gli U.F.O. non siano un fenomeno reale, ma una specie di “isteria” di massa. In ogni caso “Project U.F.O.” pur non avendo grandi mezzi in termini di budget riusciva comunque a ricreare bene quell’atmosfera che secondo le reali “testimonianze” si prova durante un avvistamento. Chissà visti i mezzi di oggi, se dovessero riproporre oggi una serie similare, come potrebbero realizzarla?

Marco Giovanni Lupani

Marco Giovanni Lupani

grande appassionato di cinema di fantascienza, fantasy, horror e Trash. Interessato anche ai fumetti di ogni genere dai comics ai manga a quelli d'autore. Cosplayer della vecchia guardia dagli anni 90
intrigato da ogni cosa che possa stimolare la sua curiosità

Nuovo commento

  • Sicuramente una delle serie piu’ interessanti sul fenomeno UFO. Il piu’ delle volte nel finale c’ era sempre qualche dettaglio che metteva in discussione quanto visto prima. Mi piacerebbe rivederle tutte con calma.

Cosplayer Italiani

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