In questi giorni, alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, si scherza sul fatto che Kevin Feige debba essere uno degli sponsor di questa 73esima edizione. Si sono infatti avvicendati sul red carpet ben 9 protagonisti dei cinefumetti targati Marvel Entertainment (e un decimo deve ancora arrivare: in chiusura arriverà Chris Pratt, ovvero Star-Lord); mentrenon si è registrata la presenza di alcun rappresentante DC Comics (speravamo tutti nell’arrivo di Jason Momoa-Aquaman, protagonista dell’apocalittico The Bad Batch, ma sembra essere troppo impegnato sul set). Ha “aperto le danze” (nel vero senso della parola) Emma Stone-Gwen Stacy protagonista di La La Land, presentato la sera dell’inaugurazione; Magneto e Hawkeye, al secolo Michael Fassbender e Jeremy Renner, erano in laguna per presentare i rispettivi film The Light Between Oceans e Arrival; tutti e tre titoli in concorso. In concorso anche Nocturnal Animal di Tom Ford, che ha portato sul tappeto rosso Quicksilver aka Aaron Taylor-Johnson. Sono invece stati presentati fuori competizione The Bleeder, ottimo esempio di metacinema di cui è protagonista Victor Creed-Liev Schreiber (l’attore ha anche ricevuto il Persol Tribute to Visionary Talent Award) e Hacksaw Ridge, diretto da Mel Gibson, che vede nel cast sia Andrew Garfield-Spiderman e Hugo Weaving-Teschio Rosso. Infine, è approdata al Festival per ricevere il Kinéo International Award 2016, la bellissima Jean Grey-Sophie Turner (per l’occasione in versione biondissima). Oggi è, infine, la giornata di Natalie Portman-Jane Foster. L’attrice è qui per presentare due pellicole: Jackie di Pablo Larraìn (concorso) e Planetarium, film cha la vede protagonista accanto a Lily Rose Depp (Giornate degli Autori). Musical, melodramma in costume, fantascienza, guerra, thriller e biopic: generi diversissimi per interpreti di tutto rispetto.
La La Land (sugli schermi italiani dal 26 gennaio)
The Light Between Oceans (nelle sale italiane arriverà a febbraio 2017 con il titolo La Luce sugli Oceani)
Tratto dal romanzo omonimo, sceneggiato e diretto da Derek Cianfrance; con Michael Fassbender, Alicia Vikander, Rachel Weisz. Su una remota isola australiana, negli anni successivi alla Prima guerra mondiale, il guardiano del faro Tom e sua moglie Isabel, vedono cambiare le loro vite quando il mare spinge fino a loro una barca alla deriva con un morto e una neonata. La coppia, già provata da due aborti spontanei, dopo le prime resistenze di Tom decide di crescere la neonata e di chiamarla Lucy. Ma il destino ha in serbo delle sorprese… Accoglienza tiepida, da parte della stampa internazionale, per questo melò strappalacrime che è stato galeotto per la coppia, ora anche nella vita, Fassbender e Vikander. Si parla di sensi di colpa, di perdono ed espiazione, ma anche di amore, nel senso più ampio del termine. La bellissima fotografia ed i paesaggi mozzafiato, accompagnati dalla musica di Alexandre Desplat, non bastano a sopperire ad alcune pecche narrative, ma nel complesso – grazie anche all’ottima performance dei protagonisti – la pellicola si merita un voto di piena sufficienza.
Arrival (nelle sale italiane dal 24 novembre)
Tratto dal romanzo Story of your life di Ted Chiang; diretto da Denis Villeneuve. Con Amy Adams, Jeremy Renner, Forest Whitaker. Arrival è un provocatorio thriller fantascientifico. Quando misteriose astronavi atterrano in vari punti del pianeta, una squadra speciale, diretta dalla linguista Louise Banks, si riunisce per studiare la situazione. Mentre l’umanità è sull’orlo di una guerra globale, Banks e la sua squadra lottano contro il tempo alla ricerca di risposte. Per trovarle Banks azzarda una scelta che potrebbe mettere in pericolo la sua vita e forse l’esistenza dell’umanità. Finalmente delle idee nuove sul grande schermo! Finalmente degli alieni che non arrivano sulla Terra con intenzioni necessariamente bellicose. Finalmente una storia di fantascienza narrata con garbo e senza puntare tutto solo e soltanto su effetti speciali ed esplosioni. Ad oggi – siamo solo a metà Festival, ma tant’è – il film favorito da chi scrive fra quelli presentati. Teso fin dall’inizio, tiene incollati alla poltrona anche grazie al bellissimo – e ansiogeno – score originale di Johann Johannson. Straordinaria la Adams.
Nocturnal Animals (nelle sale italiane dal 17 novembre)
Tratto dal romanzo Tony and Susan di Austin Wright; sceneggiato e diretto da Tom Ford. Con Amy Adams, Jake Gyllenhaal, Aaron Taylor-Johnson, Michael Shannon, Isla Fisher, Armie Hammer, Laura Linney. Un inquietante thriller romantico, che esplora il sottile confine tra amore e crudeltà, vendetta e redenzione. Susan Morrow, una mercante d’arte di Los Angeles, conduce una vita agiata ma vuota insieme al marito Hutton. Mentre Hutton è via per un viaggio di lavoro, Susan trova un pacco inaspettato nella cassetta delle lettere. È un romanzo intitolato Nocturnal Animals, scritto dal suo ex marito, Edward Sheffield, con cui Susan non ha contatti da anni. Insieme al manoscritto c’è un biglietto di Edward che incoraggia Susan a leggere il libro e a chiamarlo durante la sua visita in città. Susan si immerge nella lettura. Il romanzo è dedicato a lei…ma il contenuto è violento e devastante. Susan è molto colpita dalla scrittura di Edward e non può fare a meno di ricordare i momenti più intimi della loro storia d’amore. Cercando di guardare dentro se stessa oltre la superficie patinata della sua esistenza, Susan vede sempre più chiaramente come quel libro sia il racconto di una vendetta, che la costringe a rivalutare le scelte fatte e risveglia in lei una capacità di amare che temeva di aver perso, mentre la storia procede verso una resa dei conti che riguarderà sia l’eroe del romanzo che lei. Sette anni dopo il trionfo di A Single Man, lo stilista porta alla Mostra di Venezia il suo secondo film da regista, Un film nel film, costruito su più piani narrativi, che alterna senza annoiare o confondere la storia di Susan con quella raccontata dal romanzo che Susan sta leggendo. Thriller cruento e minimalista, dove la violenza psicologica di una vendetta (servita, come vuole il proverbio, fredda) è più crudele della violenza fisica della seconda. Ottimi gli interpreti, in particolare il trio Gyllenhaal, Shannon e Taylor-Johnson.
Regia di Philippe Falardeau; con Liev Schreiber, Naomi Watts,Elisabeth Moss, Ron Perlman. The Bleeder è la storia vera di Chuck Wepner, venditore di alcolici del New Jersey che resistette 15 round contro il più grande pugile di ogni tempo, Muhammad Ali. La sua storia ha ispirato la serie Rocky, che ha registrato incassi record di miliardi di dollari. Nei suoi dieci anni sul ring Wepner subì due K.O., otto rotture del naso e 313 punti di sutura. Ma le sue lotte più dure furono fuori del ring, dove condusse una vita epica fatta di droghe, alcol, donne spregiudicate, incredibili successi e drammatiche cadute. Fra il biopic e un esperimento di metacinema, Falardelau confeziona un film esteticamente inappuntabile che ci trascina immediatamente negli anni ’70 grazie a colori, costumi, musica azzeccatissima; ma con poca anima. Non si riesce mai a provare empatia per Chuck, nemmeno in quelli che dovrebbero essere i momenti topici della sua storia.
Hacksaw Ridge (negli States lo vedranno in sala dal 4 novembre, ancora non ha una data di uscita italiana)
Regia di Mel Gibson; con Andrew Garfield, Vince Vaughn, Teresa Palmer, Sam Worthington, Luke Bracey. Hacksaw Ridge è la storia vera di Desmond Doss che, a Okinawa, durante una delle più cruente battaglie della seconda guerra mondiale, salvò 75 uomini senza sparare un solo colpo. Convinto che la guerra fosse una scelta giustificata, ma che uccidere fosse sbagliato, fu l’unico soldato che in quel conflitto combatté in prima linea senza alcuna arma. Doss fu il primo obiettore di coscienza insignito della Medaglia d’Onore del Congresso. Violento, crudo, diretto e cruento. Mel Gibson non risparmia nulla agli spettatori (nemmeno una certa dose di retorica, a dirla tutta) ma il suo cinema è potente e, soprattutto nella seconda metà, con le stupende scene di battaglia, meritevole di attenzione.
Regia di Pablo Larraìn, con Natalie Portman, Peter Sarsgaard, Greta Gerwig, John Hurt. Dopo l’assassinio del “suo” presidente Kennedy, la First Lady Jacqueline Kennedy lotta contro il proprio trauma e il proprio dolore per riconquistare fiducia, consolare i figli e definire l’eredità storica del marito. Qualcuno ha urlato alla Coppa Volpi già all’uscita della prima proiezione stampa. Natalie Portman si è calata decisamente molto nella parte, in un flusso di coscienza intenso, inetrvallato da sequenze che ricreano quasi alla perfezione filmati di repertorio dell’epoca. Vedremo se riuscirà a conquistare l’ambito premio. Il film è senz’altro un prodotto di ottima fattura, ma dal regista cleno forse ci si sarebbe aspettato di più.
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