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Deepfake nelle pubblicità: rischio o innovazione?

Ogni giorno le intelligenze artificiali ed il loro utilizzo ci pongono di fronte a nuove possibilità e nuove domande. Il confine tra innovazione, creatività ed etica si fa sempre più sottile.

L’utilizzo dei deepfake nelle immagini pubblicitarie è un tema di grande attualità e interesse, che solleva molte questioni etiche e legali. I deepfake sono tecnologie di intelligenza artificiale che permettono di creare video o immagini che sembrano autentiche, ma che in realtà sono state manipolate per modificare l’aspetto o le azioni delle persone rappresentate.

Nella pubblicità, l’utilizzo dei deepfake può essere visto come un modo per creare immagini accattivanti e coinvolgenti, in grado di catturare l’attenzione dei consumatori e promuovere i prodotti in modo più efficace. Tuttavia, l’utilizzo dei deepfake in questo contesto solleva molte preoccupazioni riguardo alla veridicità e all’etica delle immagini pubblicitarie.

In primo luogo, l’utilizzo dei deepfake può essere visto come un modo per creare immagini false e fuorvianti, che possono trarre in inganno i consumatori. Ad esempio, se un’immagine pubblicitaria mostra un volto modificato per apparire più giovane o più attraente, questo può indurre i consumatori a credere che il prodotto promosso abbia effettivamente questi effetti, anche se non è così. Questo può essere particolarmente problematico nel caso di prodotti per la salute o la bellezza, dove l’efficacia e la sicurezza sono questioni cruciali.

In secondo luogo, l’utilizzo dei deepfake può essere visto come una forma di manipolazione psicologica, che mira a influenzare le scelte dei consumatori in modo subdolo e non consapevole. Ad esempio, se un’immagine pubblicitaria mostra una celebrità che indossa un prodotto, questo può indurre i consumatori a credere che il prodotto sia di alta qualità o alla moda, anche se non è necessariamente così.

In terzo luogo, l’utilizzo dei deepfake solleva preoccupazioni riguardo alla privacy e alla sicurezza delle persone rappresentate. Se un’immagine pubblicitaria mostra il volto di una persona modificato senza il suo consenso, questo può violare la sua privacy e la sua immagine pubblica. Inoltre, se le immagini pubblicitarie diventano virali, possono essere utilizzate per scopi malintenzionati, come il cyberbullismo o il ricatto.

L’utilizzo dei deepfake nelle immagini pubblicitarie è un tema controverso e complesso, che richiede una valutazione attenta e ponderata delle implicazioni etiche e legali. Mentre i deepfake possono essere utilizzati in modo creativo e innovativo per creare immagini coinvolgenti e originali. E’ importante considerare il loro potenziale impatto sulle scelte dei consumatori e sulla privacy delle persone rappresentate.

In definitiva, la pubblicità dovrebbe essere basata sulla verità e sulla trasparenza. L’utilizzo dei deepfake dovrebbe essere limitato solo a quei casi in cui non vi sia alcuna alternativa migliore e in cui non vi sia rischio di fuorviare o manipolare i consumatori.

maio

maio

Massimiliano Oliosi, nato a Roma nel 1981, laureato in giurisprudenza, ma amante degli eventi e dell'organizzazione di essi, dal 1999 tramite varie realtà associative locali e nazionali partecipa ad eventi su tutto il territorio nazionale con un occhio particolare al dietro le quinte, alla macchina che fa girare tutto.

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