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Il Natale nel Mondo (e le sue tradizioni)

Il termine italiano “Natale” deriva dal latino cristiano Natāle(m) / natālem Christi (“giorno di nascita di Cristo”), a sua volta dal latino natālis, derivato da nātus (“nato”), participio perfetto del verbo nāsci (“nascere”). Il Natale, per i cristiani è la principale festa dell’anno, data simbolica della nascita di Gesù Cristo. Il periodo natalizio parte dalla vigilia, il 24 dicembre, fino all’Epifania, il 6 gennaio.  Questa festa deriva da una mescolanza e sovrapposizione di feste, confluite poi in una sola di matrice cristiana.   La prima traccia del Natale risale al Commentario su Daniele di Sant’ Ippolito di Roma, datato al 203-204, molti anni prima delle testimonianze di analoghe festività del “Sole Invicto“.

La tradizione cristiana ha basi comuni con quella popolare e contadina, dal momento che più o meno nello stesso periodo si celebravano una serie di ricorrenze e riti legati al mondo pagano. A Roma, la prima celebrazione del Natale avvenne nel 336 fino al 354, quando papa Liberio decise di fissare la data come nascita di Cristo, tale celebrazione era considerata come una celebrazione pagana dedicata al Sole. Dal 17 al 23 si festeggiavano i Saturnali in onore di Saturno, dio dell’agricoltura, durante i quali avvenivano scambi di doni e sontuosi banchetto. Venivano scambiati doni per augurare un periodo di pace e di prosperità. Successivamente, l’imperatore Aureliano sostituì i Saturnali con la festa del Sole, ovvero veniva festeggiato il giorno più breve dell’anno, il solstizio d’inverno. Altri riferimenti poco certi sulla festività del Natale risalgono al IV secolo. Originariamente, i Celti festeggiavano il solstizio d’inverno erroneamente, perché questo avviene il 21 e non il 25 dicembre. Nel nord Europa si celebrava invece la festa del raccolto. Il 25 dicembre non è la data reale della nascita di Gesù e non ci sono tracce di questa nei Vangeli. La Chiesa Orientale festeggiava la nascita di Cristo il 6 gennaio perché coincideva con l’originaria festa di Dioniso. Solo nel IV secolo d.C., quando il cristianesimo divenne religione ufficiale dell’Impero Romano, Papa Giulio I decise di far confluire le feste di origine popolare con la cristianità: nasce così il Natale come lo conosciamo. Molte delle tradizioni, come lo scambio dei doni, l’albero e il presepe, non sono di origine cristiana, ma pagana e solo in seguito hanno assunto questo carattere religioso, unendosi con altre feste di matrice cristiana come l’Epifania, che nasce originariamente come commemorazione del battesimo di Gesù. Il presepe, ad esempio è derivato da rappresentazioni medievali che la tradizione fa risalire a san Francesco d’Assisi. l significato religioso attuale è però diverso: poiché rappresenta la fine del periodo natalizio e simboleggia l’avvento dei Re Magi che portano doni a Gesù Cristo.

La festa commemora la nascita di Gesù, ma inaugura anche un periodo di cambiamento e di rinnovamento, caratteristiche che si adattano perfettamente alla religione cristiana. Nell’antichità, la festa inaugurava la fine dell’anno e l’avvento di un nuovo periodo, in cui ci sarebbe stata serenità e prosperità. Nel mondo cristiano non è il passaggio dall’anno vecchio al nuovo, ma la nascita di Cristo stesso che porta e inaugura un nuovo tempo, un periodo di pace. È comunque la festa più popolarmente sentita tra i cristiani; anche se in tempi più recenti ha assunto nella cultura occidentale sempre più un significato laico, con lo scambio di doni, legato alla famiglia e a figure del folclore religioso cristiano o pagano come Babbo Natale.  Sono strettamente legate alla festività la tradizione del presepe e dell’albero di Natale, entrambe di origine medioevale; la seconda più legata ai Paesi del Nord Europa.  Anche la tradizione di scambiarsi doni è molto antica, e presumibilmente è sempre di origine pagana. Nei paesi del Nord Europa era abitudine scambiarsi doni il giorno del Solstizio d’Inverno, come forma d’augurio per l’inizio della stagione invernale.

Il Natale nella tradizione cristiana e in altre culture del mondo

Nella tradizione cristiana, come detto precedentemente celebra la nascita di Gesù. Il racconto è pervenuto attraverso i vangeli secondo Luca e Matteo, che narrano l’annuncio dell’angelo Gabriele, la deposizione nella mangiatoia, l’adorazione dei pastori, la visita dei magi. Alcuni aspetti devozionali (la grotta, il bue e l’asino, i nomi dei Magi) risalgono invece a tradizioni successive e a racconti presenti in vangeli apocrifi. Il significato cristiano della festa risiede nella celebrazione della presenza di Dio. Con la nascita di Gesù, Dio per i cristiani non è più infatti un Dio distante ma è un Dio che si rivela ed entra nel mondo per rimanervi fino alla fine dei tempi.  Nel corso dell’ultimo secolo, con il progressivo secolarizzarsi dell’Occidente, e in particolar modo dell’Europa Settentrionale, il Natale ha continuato a rappresentare un giorno di festa anche per i non cristiani, assumendo significati diversi da quello religioso. In questo ambito, il Natale è generalmente vissuto come festa legata alla famiglia, alla solidarietà, allo scambio di regali e alla figura di Santa Claus ( Babbo Natale ). Al tempo stesso la festa con connotazioni di tipo secolare-culturale, ha conosciuto una crescente diffusione in molte aree del mondo, estendendosi anche in Paesi dove i cristiani sono piccole minoranze, come in India, Pakistan, Cina, Giappone…

L’albero di Natale:

L’albero di Natale è un abete addobbato con piccoli oggetti colorati; palle, luci, festoni, piccoli regali impacchettati e altro. Le origini vengono in genere fatte risalire al mondo tedesco nel XVI secolo, sulla base di preesistenti tradizioni cristiane e pagane. Verso il secolo XI si diffuse nell’Europa del Nord l’uso di allestire rappresentazioni (sacre) che riproponevano episodi tratti dalla Bibbia. Nel periodo d’Avvento, una rappresentazione molto richiesta era legata al brano della Genesi sulla creazione. Per simboleggiare l’albero «della conoscenza del bene e del male» del giardino dell’Eden si ricorreva, data la regione (Nord Europa) e la stagione, a un abete sul quale si appendevano dei frutti. Da quell’antica tradizione si giunse via via all’albero di Natale dei giorni nostri, di cui si ha una prima documentazione certa risalente al 1512 in Alsazia.

                                               

La cucina tradizionale

La cena di Natale è tradizionalmente una parte importante della celebrazione delle festività e il cibo che viene servito varia da paese a paese. Alcune regioni hanno pasti speciali per la vigilia di Natale, come la Sicilia, dove vengono serviti 12 tipi di pesce. Nel Regno Unito un pasto natalizio include tacchino, sugo, patate, verdure, a volte pane e sidro. Si preparano anche dolci particolari, come il Christmas pudding, le Mince pie, la Christmas cake (o torta di Natale), il panettone, il pandoro, il tronchetto di Natale, il panforte, il torrone e il ceppo di Natale. Il pasto natalizio tradizionale dell’Europa centrale è la carpa fritta.

 

Santa Claus (Babbo Natale)

Santa Claus è un personaggio presente in molte culture della tradizione natalizia della civiltà occidentale, oltre che in Giappone e in altre parti dell’Asia orientale. Distribuisce regali ai bambini, di solito la notte della vigilia di Natale e viene rappresentato come un uomo anziano vestito con giacca, pantaloni e cappello rossi con bordi di pelo bianco. Un ruolo importante nella definizione della sua figura ebbe la poesia A Visit from Saint Nicholas, pubblicata nel 1823 e attribuita allo scrittore newyorchese Clement Clarke Moore, nella quale Babbo Natale venne proposto ai lettori con le fattezze che oggi conosciamo.  Tutte le versioni del Babbo Natale moderno, chiamato Santa Claus nei paesi anglofoni, derivano dallo stesso personaggio storico: san Nicola, vescovo di Myra (oggi Demre, città situata nell’odierna Turchia), di cui si racconta che ritrovò e riportò in vita tre fanciulli, rapiti ed uccisi da un oste, e che per questo era considerato il Protettore dei bimbi. L’appellativo Santa Claus deriva da Sinterklaas, nome olandese di san Nicola.  San Nicola è considerato il proprio patrono da parte di marinai, mercanti, arcieri, bambini, prostitute, farmacisti, avvocati, detenuti. È il santo patrono delle città di Bari, Lecco, Amsterdam e della Russia.

Prima della conversione al cristianesimo, il folclore dei popoli germanici, incluso quello inglese, narrava che il dio Odino (Wodan) ogni anno tenesse una battuta di caccia nel periodo del solstizio invernale (Yule), accompagnato dagli altri dei e dai guerrieri caduti. La tradizione voleva che i bambini lasciassero i propri stivali nei pressi del caminetto, riempiendoli di carote, paglia o zucchero per sfamare il cavallo volante del dio. In cambio, Odino avrebbe sostituito il cibo con regali o dolciumi. Questa pratica è sopravvissuta in Belgio e Paesi Bassi anche in epoca cristiana, associata alla figura di san Nicola.  I bambini, ancor oggi, appendono al caminetto le loro scarpe piene di paglia in una notte d’inverno, perché vengano riempite di dolci e regali da san Nicola che, a differenza di Babbo Natale, in quei luoghi si improvvisa ancora a cavallo. Anche nell’aspetto, quello di vecchio barbuto dall’aria misteriosa, Odino era simile a san Nicola (anche se il dio era privo di un occhio).

Il Babbo Natale moderno riunisce le rappresentazioni attuali del portatore di doni, di ispirazione religiosa o popolare, con un personaggio britannico preesistente. Quest’ultimo risale almeno al XVII secolo, e ne sono rimaste delle illustrazioni d’epoca in cui è rappresentato come un signore barbuto e corpulento, vestito di un mantello verde lungo e ornato di pelliccia. Rappresentava lo spirito della bontà del Natale, e si trova nel Canto di Natale di Charles Dickens sotto il nome di Spirito del Natale presente.

Secondo alcuni il vestito rosso di Babbo Natale sarebbe opera della Coca-Cola: originariamente infatti, tale vestito era verde, sarebbe divenuto rosso solo dopo che, negli anni ’30, l’azienda utilizzò Babbo Natale per la sua pubblicità natalizia, e lo vestì in bianco e rosso. Questa teoria non è però da ritenersi corretta, siccome  la Coca-Cola non fu la prima ad usare la figura moderna di Babbo Natale nelle sue pubblicità, ma venne preceduta in questo dalla White Rock Beverages, per la vendita di acqua minerale nel 1915 e per la vendita di ginger ale nel 1923. Ancor prima di queste pubblicità, tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo la figura di Babbo Natale apparve vestita di rosso e bianco in alcune copertine del periodico umoristico statunitense Puck  nonché nelle illustrazioni di raccolte di canzoni natalizie. Possiamo inoltre trovare un Babbo Natale vestito di rosso in una cartolina russa dello stesso periodo.

L’abitudine di scrivere una lettera a Babbo Natale è una tradizione natalizia che risale a molto tempo fa. Le lettere contengono una lista dei giocattoli desiderati e la dichiarazione di essere stati buoni.  In molti paesi, le poste accettano le lettere che i bambini scrivono a Babbo Natale; in alcuni casi le risposte vengono fornite dagli stessi impiegati postali o da volontari. In Canada, ad esempio, è stato predisposto un apposito codice postale per le lettere indirizzate a Babbo Natale: H0H 0H0  (in riferimento all’espressione “ho ho ho!” di Babbo Natale) e dal 1982 sono oltre 13.000 gli impiegati delle poste canadesi che si sono offerti volontari per rispondere alle lettere. In altri casi sono associazioni di volontariato per l’infanzia a rispondere alle lettere che vengono dalle zone più povere o dagli ospedali pediatrici, per rendere felici anche questi bambini con dei doni.

Fonti:

  • natale.it/origine-del-natale
  • it.wikipedia.org/wiki/Natale#
  • Giovanni Filoramo, Cristianesimo, Mondadori Electa, 2007, ISBN 88-370-4886-6.
  • Gary Forsythe, The Non-Christian Origin of Christmas, in Time in Roman Religion: One Thousand Years of Religious History, Routledge, 2012, ISBN 0-415-52217-X.
  • Giorgio Fedalto, Storia e metastoria del cristianesimo, Verona, Mazziana, 2006, ISBN 88-85073-76-X.
  • it.wikipedia.org/wiki/Babbo_Natale
  • Martyne Perrot, Etnologia del Natale. Una festa paradossale, traduzione di Guido Lagomarsino, Milano, Elèuthera, 2001, ISBN 88-85060-56-0.
  • Nicola Lagioia, Babbo Natale. Dove si racconta come la Coca-Cola ha plasmato il nostro immaginario, Roma, Fazi, 2005, ISBN 88-8112-693-1.
  • Arnaud D’Apremont, La vera storia di Babbo Natale, traduzione di Silvia Angrisani, Torino, L’Età dell’Acquario, 2005, ISBN 88-7136-224-1.

Chiara Vantaggio

Chiara Vantaggio

Chiara Vantaggio, Archeologa, ha conseguito la laurea triennale in Scienze storico e archeologiche del mondo classico e orientale presso l’Università Sapienza di Roma. Attualmente sta terminando la Magistrale presso l’Orientale di Napoli. Nel corso dei suoi studi accademici, ha avuto la possibilità di fare numerosi viaggi studio e scavi archeologici in Egitto, Nicaragua e Messico, luoghi bellissimi dalla cultura affascinante e millenaria. Grazie a queste formative esperienze di vita, Chiara ha avuto modo di entrare a contatto diretto con i loro usi e costumi. Questo le ha consentito di appassionarsi sempre più non solo all’aspetto Archeologico ma anche a quello Antropologico. Chiara pensa che l’interazione e l’approccio stretto tra culture è molto importante per comprendere a pieno lo stile di vita, il pensiero, la lingua, la scrittura e tutto quello che concerne lo sviluppo di una determinata civiltà.

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