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Il Faro del Gianicolo si illumina di verde per ricordare i Desaparecidos

Ieri, nel tardo pomeriggio domenica 24 marzo, in occasione dell’anniversario del golpe militare in Argentina del 1976, è stato acceso, dopo tantissimo tempo, l’iconico Faro del Gianicolo. L’inedita luce verde, almeno per i romani più giovani e per i turisti, che ha improvvisamente illuminato il faro di pietra bianca ha un significato profondo: è in memoria dei desaparecidos argentini, vittime della dittatura militare che ha scosso l’Argentina nel 1976. Un momento che ha colto di sorpresa e stupore chi si trovava nei paraggi del colle che domina Trastevere a Roma che hanno immortalato il suggestivo evento sui social!

Si tratta dunque di un atto simbolico promosso dal Comitato Cittadino “Roma ricorda i Desaparecidos Madres e Abuelas in memoria del 24 marzo del 1976 è il giorno del colpo di Stato che instaurò in Argentina la dittatura militare ed è una ricorrenza laica del Paese sudamericano, il “Giorno della memoria per la verità e la giustizia” (in spagnolo, Día de la Memoria por la Verdad y la Justicia), celebrata ogni anno a commemorazione delle vittime del regime militare. Questo tragico evento ha portato alla sparizione di migliaia di persone, spesso giovani, vittime di arresti arbitrari, sequestri e omicidi segreti. Inoltre, quest’anno si ricorderanno, tra gli altri, i soci della società calcistica “River Plate” di Buenos Aires sequestrati e fatti sparire.

Il Faro del Gianicolo, costruito nel 1911, si conferma ancora una volta come un simbolo importante per commemorare le vittime di questa pagina oscura della storia argentina, per riflettere sull’importanza dei diritti umani e condannare ogni forma di violenza.

All’evento, che ha il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale, hannoo partecipato: Enrico Calamai, ex diplomatico italiano a Buenos Aires all’epoca del golpe militare, che mise in salvo più di trecento perseguitati; Miguel Gotor, assessore alla Cultura di Roma Capitale; Adriano Labbucci, assessore alla Memoria del Primo Municipio; Lidia Ferrari, di Amnesty International Italia; Rosa Maria Grillo, dell’Università di Salerno; Florencia Santucho, sorella del “nipote 133” ritrovato e identificato dalle “Abuelas de Plaza de Mayo” nel 2023 e Patrizia De Mei, già professoressa alla Scuola Italiana Cristoforo Colombo di Buenos Aires.

Ricordare i desaparecidos è fondamentale per non dimenticare le atrocità del passato e sottolineare l’importanza dei valori umani e della democrazia. La luce verde che brilla sul Faro è un segno di speranza e solidarietà con le vittime delle oppressioni passate, per assicurare che tali orrori non si ripetano mai più.

Il Faro del Gianicolo, o meglio, il Faro degli italiani d’Argentina, con la sua lanterna che racchiude i colori del tricolore italiano, è stato donato alla città di Roma dalla comunità italiana di Buenos Aires come segno di legame con la patria d’origine. è una struttura monumentale situata nel rione di Trastevere. Costruito nel 1911 su progetto dell’architetto Manfredo Manfredi, questo faro non ha scopo navigazionale, ma rappresenta uno dei monumenti più iconici del parco del Gianicolo. Realizzato in marmo botticino, il Faro del Gianicolo è composto da un basamento circolare su cui si erge una colonna cannellata che costituisce la parte principale della costruzione. Sulla parte superiore, il capitello della colonna reca un abaco circolare con la dedica:

«A ROMA CAPITALE – GLI ITALIANI D’ARGENTINA – MCMXI».

Questo faro fu eretto grazie all’impegno di un comitato di italiani residenti a Buenos Aires per celebrare il cinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia e simboleggiare il legame tra gli italiani emigrati e la loro patria. I membri del comitato finanziarono il progetto e si offrirono di provvedere all’alimentazione della lanterna usando olio.

Manfredo Manfredi, sia architetto che deputato, si occupò delle pratiche burocratiche necessarie presso il Comune di Roma, con il sindaco Ernesto Nathan. Il Faro del Gianicolo venne costruito in soli dodici mesi, ma a causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, l’inaugurazione fu posticipata al 1920. Durante eventi speciali, la struttura veniva addobbata con bandiere.

Il detto popolare “sembri er faro der Giannicolo” fa riferimento alla stranezza dell’abbigliamento di una persona, ma nulla ha a che fare con il vero scopo del Faro del Gianicolo, che rimane un simbolo di commemorazione e unità per gli italiani d’Argentina e per tutti coloro che visitano il parco del Gianicolo.

Come comunica il sito del Comune di Roma, quest’anno si potrà godere di nuovo del pieno funzionamento della luce tricolore della lanterna del faro che, a causa di un guasto di difficile riparazione al meccanismo di rotazione dei fanali, negli ultimi anni poteva essere accesa solo in modalità fissa. Un delicato e complesso intervento dei tecnici di Areti sugli ingranaggi originali dell’epoca ha consentito il pieno ripristino del monumento.

Fonte: comune.roma.it/web/it/notizia.page?contentId=NWS1170533.

Immagine di Copertina puramente esemplificativa realizzata appositamente in attesa di foto ufficiali!

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