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In questi ultimi anni si parla moltissimo dei cinecomic, film tratti da storie a fumetti: pochi sanno che questo genere cinematografico (anche se all’epoca non veniva utilizzato questo termine) venne girato anche nel passato: non solamente negli States (ad esempio i Fantastic Four di Roger Corman), ma vi furono anche produzioni Italiane che diedero vita ai primi lungometraggi tratti dai fumetti “locali”. Infatti nel 1968, uscì nelle sale cinematografiche il film “Danger: Diabolik”, prodotto dalla Dino De Laurentiis in cooproduzione italo/francese: questo fu uno dei primi adattamenti al cinema di una serie a fumetti italiani basato sulle celebri avventure create dalle Sorelle Giussani.

Per il film, alla regia venne scelto  Mario Bava, che fu anche collaboratore agli effetti speciali insieme a Carlo Rambaldi, conosciuto per film come gli Occhi del Gatto,  per la colonna sonora venne ingaggiato Ennio Morricone. Tra gli interpreti del film, dopo non poche difficoltà, alla fine fine venne scelto per il ruolo di Diabolik, John Phillip Law, in quanto ritenuto più somigliante al personaggio del fumetto, e il ruolo di Ginko venne assegnato a Michel Piccoli, attore francese già famoso all’epoca, anche se come somiglianza non era molto attinente al personaggio, come avevano fatto notare le stesse sorelle Giussani, la sua interpretazione si adattava perfettamente al personaggio. Tra gli altri interpreti figura anche Adolfo Celi, noto per film come 007 Thunderbolt, Amici Miei e altri,. Per il personaggio inventato apposta per il film del gangster Valmont, il ruolo di Eva Kant era stato affidato all’inizio a Catherine Deneuve, che però venne sostituita dall’attrice Marisa Mell, in quanto tra l’attrice francese e il regista Mario Bava non c’era intesa: il regista non si riteneva soddisfatto della recitazione della Deneuve, e l’attrice stessa rifiutava di girare le eventuali scene di nudo richieste dal copione, così alla fine il ruolo fu della Mell.

Le riprese vennero effettuate presso gli studi De Laurentis di Roma, dove ora sorge il parco divertimenti Cinecittà World, mentre le scene esterne vennero girate a Torino e Tor di Caldano. Visto il budget totale che la Dino De Laurentiis mise a disposizione, circa 200 milioni di Lire, le scenografie delle riprese interne erano molto scarne, povere, infatti la grande caverna rifugio di Diabolik che si vede nel film, in realtà era completamente vuota, e lo stesso Law quando dovette girare la prima scena con Diabolik che entrava con la sua Jaguar all’interno del rifugio ne rimase completamente spiazzato, in quanto il set era completamente spoglio. Il regista , vedendo lo stupore e anche il disappunto degli attori, fece vedere  gli effetti speciali che aveva inserito per ricostruire il rifugio: Mario Bava, con l’utilizzo di fotografie e pezzi di vetro applicati direttamente sull’obiettivo della macchina da presa, riuscì nell’impresa di realizzare il rifugio senza dover rischiare di sforare col budget. Oltre agli attori venne piacevolmente colpito anche il produttore stesso Dino De Laurentiis: con poca semplicità Bava era riuscito a realizzare un set colossale.

Nonostante tutto però,  il film in patria non ottenne il successo sperato, incassando un totale di circa 265 milioni di Lire, tanto che De Laurentis, prima interessato a un sequel, dopo aver preso visione dei bassi incassi e del poco interesse del pubblico, rinunciò completamente all’idea del seguito. Altro destino invece ebbe all’estero: Diabolik ottenne molto più successo che in patria specie in Francia il paese co-produttore della pellicola. Come accade per molti film del genere, solo in tempi recenti è stato inserito tra i Cult Movie, come  uno dei migliori film della cultura Pop degli anni ’60 e film senza troppe pretese che riprende un personaggio rimasto nella collettività dei fumetti.

Clerville, l’Ispettore Ginko si appresta a organizzare un trasporto di denaro, circa 10 milioni, e per evitare brutte sorprese, organizza un secondo trasporto anche per mettere nel sacco la sua nemesi: il grande criminale conosciuto da tutti come Diabolik. Il piano di Ginko sembra procedere senza intoppi, ma il Re del Terrore, coi suoi ingegnosi trucchi, riesce a evitare la trappola di Ginko e a prendere la refurtiva sotto gli occhi di tutti. Dopo una rocambolesca fuga in auto, in motoscafo e successivamente in auto, inseguiti dalla polizia, Diabolik insieme alla sua fedele complice e amante riesce a far perdere le tracce e ad arrivare a bordo della sua Jaguar nella caverna rifugio. Dopo l’ennesima beffa perpetuata da Diabolik, il Ministro degli Interni si dimette, e il nuovo Ministro in carica, invece di pretendere le dimissioni da Ginko, gli dà pieni poteri esecutivi, per poter finalmente catturare Diabolik e la sua compagna Eva Kant. Da quel momento l’Ispettore Ginko effettua una serie di retate in ogni angolo dove la malavita locale opera, dal piccolo spacciatore fino agli alti vertici; costringendo  così i vari boss riuniti al comando di Ralph Valmont, il “capo dei capi”, a fare un patto con l’Ispettore: se grazie a questa collaborazione forzata riusciranno a catturare Diabolik, Ginko lascerà la presa contro i loro “affari”. Ignaro di questa “alleanza” tra Ginko e Valmont, Diabolik è in procinto di studiare un nuovo colpo, e in occasione del compleanno di Eva decide di regalarle la collana di Smeraldi di Lady Clark, tenuta nella cassaforte all’intero del suo castello. Nonostante la sorveglianza delle forze di polizia di Ginko e le misure di sicurezza del castello, Diabolik riesce a rubare la collana; però, dopo il colpo, egli ha un amara sorpresa, infatti Valmont, grazie al suo giro di prostitute e spacciatori, riesce a scovare e rapire Eva Kant, e chiede un riscatto a Diabolik per la sua liberazione. Giunto sul luogo dello scambio,  Diabolik riesce a ingannare Valmont e i suoi scagnozzi, e dopo aver eliminato Valmont, riesce a liberare Eva e a fuggire insieme a lei. Intanto il Ministro degli Interni decide di mettere una taglia di un miliardo di dollari sulla testa di Diabolik. Per tutta risposta Diabolik fa saltare in aria tutti i palazzi e le sedi del fisco di Clerville, con tutte le relative cartelle esattoriali. Il Ministro delle finanze si rivolge così ai cittadini, in quanto non essendoci più traccia delle cartelle esattoriali, confida nel buon senso della popolazione di pagare spontaneamente le tasse senza la relativa cartella, l’appello viene accolto dalla cittadinanza con un ilarità generale, portando così il governo, in una grave crisi economica, quasi al collasso. Per evitare la bancarotta, il governo di Clerville, decide di vendere parte della sua riserva Aurea all’estero per poter risollevare le sorti dell’economia, però Ginko per evitare che Diabolik possa approfittare della situazione e rubare l’oro, fa fondere tutti i lingotti in un unico lingotto di diverse tonnellate. Nonostante tutte le precauzioni di Ginko, Diablik riesce a far deragliare il treno dove viene tenuto il “lingotto” e a farlo cadere in mare, grazie a un sommergibile, Diabolik trasporta il bottino al suo rifugio. Mentre Diabolik con un potente Laser e protetto da una tuta di amianto è intento a fondere il lingotto, Ginko grazie a un trucco, riesce a scoprire dove si trova il rifugio del criminale, e dopo averlo circondato fa irruzione con tutti i suoi uomini. Vistosi alle strette, Diabolik dimentica il laser acceso e dopo aver fatto fuggire Eva, viene investito da un getto di oro fuso provocato dall’esplosione del laser che si è surriscaldato, rimanendo immobilizzato sul posto. Ginko e i suoi uomini smantellano il rifugio e lasciano lì la “statua” di Diabolik che visto il peso è impossibile da spostare e se ne vanno. Dopo che i poliziotti sono andati via, Eva vestita a lutto, si dirige verso il capezzale di Diabolik per un ultimo saluto, e qui trova Ginko pronto ad arrestarla, ma non senza concederle un ultimo saluto all’amato. Mentre Eva piange davanti alla statua, Diabolik le strizza l’occhio facendole intendere che non è morto, e, mentre viene portata via da Ginko, ma con un nuovo sorriso sulle labbra, nella caverna riecheggia la Diabolika risata di Diabolik!

Nonostante i vari problemi insorti durante la lavorazione e anche le ristrettezze di budget e alcune scelte più che altro volute da De Laurentis per evitare il forte taglio di “forbici” della censura, il prodotto finale visto da un certo tipo di ottica non è poi così da buttare, come diceva la critica dell’epoca, è vero che con il fumetto non ha molto a che spartire, però anche i film odierni dei cinecomics non sono proprio fedeli all’originale e alla fine nessuno è perfetto.  Dopo averlo visto almeno un paio di volte posso dire che Diabolik si è meritato un posto fisso nella mia collezione di film cult, in quanto riassume anche un po’ della cultura pop dell’epoca, mescolata al noir del fumetto. Per dirla breve a me è piaciuto, e come sempre è il mio parere disinteressato: l’unica maniera per sapere se vi può piacere o no è solo una, quello di vederlo magari in compagnia di amici, e così potrete giudicare da voi.

Alla prossima!

By Marco Talparius Lupani

Marco Giovanni Lupani

Marco Giovanni Lupani

grande appassionato di cinema di fantascienza, fantasy, horror e Trash. Interessato anche ai fumetti di ogni genere dai comics ai manga a quelli d'autore. Cosplayer della vecchia guardia dagli anni 90
intrigato da ogni cosa che possa stimolare la sua curiosità

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