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Il Signore degli Anelli: Le Due Torri (film)

“Le Due Torri è il momento più delicato della trilogia, perché non è né l’inizio né la fine” dice Jackson. “Ma sarà anche il più sorprendente per i fan: ho sviluppato quello che Tolkien spesso lasciava come sottinteso, ho sottolineato, interpretato, spiegato”. La durata finale è di ben 3 ore e 14 minuti. La scena dell’epica battaglia al Fosso di Helm da sola dura la bellezza di 50 minuti.

Cosa fossero stè du’ torri non l’ho capito fino a quando sono tornata a  casa.. mi mancano i riferimenti bibliografici per capire questo pezzo di film.. comunquesia tante cose le ho riconosciute!! Per esempio la palude, fantomatica scorciatoia dove Gollum conduce Cip e Ciop, cioè Frodo e Sam (la lealtà, l’onestà, la correttezza.. ), richiama a noi fanciulli anni ’80 quel liquame vischioso della Storia Infinita, quando Atreiu si zozza fino al collo e il suo cavallino bianco schiatta mi pare.. molto ben costruita questa qui di Tolkien. Robin Hood!! Che poi sarebbe il biondazzo incappucciato (Faramir), fratello del biondazzo (Boromir) che è morto nel primo film. Caruccio, viso molto comune, di quelli molto usati nelle fictions.. e poi i combattimenti, grande azione, niente scene sanguinose e truci, solo omaccioni di fango (forse il sangue non ce l’hanno.. ) con una dentatura improponibile, che un po’ richiama quella della dentiera usata nell’ultimo episodio di Hannibal.

I fantomatici 45 minuti di botte  ci sono, ma sopportabilissimi, vuoi sapere chi vince tra Legolas e il Nano, anche se all’inizio lui è in vantaggio con 19 morti ammazzati, e probabilmente ha uno skateboard segreto per scivolare meglio sulle scale.. (nota anche il salto carpiato per salire a cavallo). Sono dinamiche da cartone animato quelle del combattimento di Helm, un po’ in stile Tartarughe Ninja. Quello che veramente non si regge sono i nomi, corredati del nome del padre e dell’indirizzo, la prossima volta suggerisco qualche semplificazione all’italiana tipo Marco, Mario, Valentina.. Qualcosa in cui eccelle questa seconda puntata è la neve: la neve è ritratta ad arte, senti il freddo sul viso! E le casette di Rohan, che fanno invidia ai presepi napoletani. Notevoli anche gli alberi parlanti peace and love. Molto vere invece le rughe, le borse  e le occhiaie distribuite quasi equamente tra i personaggi. Anche Gollum fa la sua porca figura raccapricciante, dopo che ti hanno costretto a guardarlo per 3 ore, rimane per me estremamente penoso pensare a lui, così storto, rachitico, sdentato, e i suoi 4 capelli.. sigh! Stupefacente che in questi tempi di tette e culi ubiquitari, non se ne vedono affatto, solo sguardi neanche troppo languidi e catenine regalate. Roba da promessi sposi. Alle scuole elementari si scrive la morale della favola.. questa favola ci insegna chenon fanno paura il dolore e la morte, ma la gabbia, dove ogni speranza di valore è perduta. 

 

Sanna

 

 
 
 

 

Il primo grande titolo in uscita nei cinema italiani nel 2003 è sicuramente Il Signore degli Anelli – Le due torri, seconda parte della ciclopica traslazione sul grande schermo del capolavoro tolkieniano firmata da Peter Jackson, giusto ad un anno di distanza dai record messi a segno dal capitolo primo, campione d’incassi in tutto il mondo, e poco dopo l’uscita de La compagnia dell’anello in videocassetta e DVD. In ossequio al principio di fedeltà filologica alla fonte letteraria più volte professato da Jackson, anche Le due torri – nessuna allusione alla tragedia dell’11 settembre 2001: il titolo è d’autore ed era stato confermato in tempi non sospetti – si profilano come un’accurata messinscena filmica della parte seconda della trilogia, girata in un’unica soluzione di continuità in Nuova Zelanda e programmata in tre uscite a cadenza annuale. La storia prende avvio senza riassunti di sorta della puntata d’esordio – la cui visione, negli auspici di Jackson, è fortemente consigliata se non obbligatoria – rispetto alla quale, esattamente come avveniva nella saga fantasy letteraria, si entra nel vivo dell’azione dopo un attacco più distensivo a livello narrativo, peraltro necessario viatico per sviscerare lo scenariofantasy della Terra di Mezzo in tutta la sua straordinaria complessità.

 

La prima avventura s’era interrotta con la traumatica scomparsa del mago Gandalf e la divisione della Compagnia dell’Anello in tre gruppi – e tre saranno infatti le linee direttrici delplot –, e da qui la storia riprende avvio: gli hobbit Frodo Baggins e Sam Gangee, vaganti per le colline di Emyn Muil, si accorgono d’essere seguiti dall’enigmatico Gollum, un essere rimasto deforme in seguito al contatto con l’anello unico. L’ambigua creatura, elaborata in computer graphic, promette ai due hobbit – contrastati tra la diffidenza e la compassione nei suoi confronti – di condurli alle porte oscure di Mordor. Nel frattempo Aragorn approda al regno di Rohan, sotto assedio, e comincia a avvertire il fascino della splendida Eowyn, la nipote del re, senza dimenticare la promessa d’amore resa all’altrettanto splendida principessa elfica Arwen. L’obiettivo di Jackson segue infine le peripezie degli hobbit Merry e Pipino, in fuga per la foresta di Fangorn, sotto la guida di un albero dotato di mobilità.

 

Punto culminante de Le due torri è la lunghissima sequenza della leggendaria battaglia dei buoni contro l’infinita orda malvagia di Sauron al fosso di Helm, un conflitto altamente spettacolare che, si mormora, pare sia costato a Jackson ben tre mesi di riprese. Il secondo capitolo cinematografico de Il Signore degli Anelli ovviamente semplifica, nei limiti del possibile, l’intricata architettura narrativa della saga di Tolkien, ricca di trame principali e sottotrame in serie. Da segnalare, nel già strepitoso cast, la new entry della bella Miranda Otto. L’avventura continua, dunque, promette nuovi record d’incassi e secondo programma dovrebbe concludersi il prossimo Natale, con l’uscita americana deIl ritorno del re.

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