Un nuovo capitolo si apre nella storia di Disneyland.
I personaggi iconici del parco divertimenti più famoso del mondo, da Paperino a Minnie, hanno deciso di unirsi al sindacato Actor’s Equity Association. La scelta, maturata dopo mesi di mobilitazioni, rappresenta una svolta storica per i “cast members”, come vengono chiamati i lavoratori che indossano i panni dei beniamini Disney.
Un grido di ribellione contro le condizioni di lavoro.
Le maschere, stanche di stipendi bassi, turni massacranti e molestie da parte degli ospiti, hanno deciso di prendere in mano la propria situazione. L’associazione “Magic United”, nata proprio per tutelare i loro diritti, ha ottenuto un successo schiacciante: il 79% dei lavoratori ha votato a favore dell’iscrizione al sindacato.
Non solo salari, ma anche rispetto.
Le richieste dei lavoratori non si limitano a questioni economiche. Le maschere chiedono anche maggiore trasparenza nella programmazione dei turni e nelle assunzioni, oltre a un ambiente di lavoro più sicuro e rispettoso.
Un segnale forte per il futuro.
La nascita del sindacato delle maschere di Disneyland rappresenta un monito per il gigante Disney. Nonostante gli investimenti miliardari annunciati dal Ceo Bob Iger, i lavoratori chiedono a gran voce di essere ascoltati e valorizzati.
Un’eco che risuona oltreoceano.
La mobilitazione delle maschere di Disneyland si inserisce in un panorama più ampio di lotte per i diritti dei lavoratori nel settore dei parchi divertimenti. Anche i colleghi della Walt Disney World di Orlando, in Florida, hanno aderito a un sindacato, la Teamsters.
La magia si incrina? La ribellione delle maschere rischia di incrinare l’immagine fiabesca di Disneyland. Ma forse è proprio da questa crepa che può nascere un nuovo modello di lavoro, più giusto e rispettoso per tutti coloro che contribuiscono a creare la magia del parco divertimenti più amato del mondo.
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