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La Cripta di Adriano

La “Cripta di Adriano” venne interamente scavata all’interno di un grande nucleo in blocchi di tufo che recenti studi identificano con il podio dell’Ara Massima di Ercole nel Foro Boario. Sappiamo che i lavori di scavo e demolizione dell’antica struttura romana durarono circa un anno, richiedendo quindi uno sforzo notevole per permettere la costruzione della chiesa nell’ VIII secolo. Alcuni blocchi di tufo sono ancora visibili nell’area della cripta, in un corridoio dietro la piccola abside, sul soffitto e all’ingresso dell’ambiente sotterraneo.

Si tratta di blocchi di tufo dell’Aniene, una pietra utilizzata nelle costruzioni romane a partire dal II secolo a.C., e che quindi testimonierebbe una ricostruzione di etá repubblicana, avvenuta probabilmente dopo l’incendio del 213 a.C. dell’antico Altare di Ercole che la tradizione ricorda costruito giá prima della fondazione di Roma.

La piccola e suggestiva cripta venne creata da papa Adriano I (772-795) sotto il presbiterio della chiesa.

Sul fondo della cripta di apre una piccola abside che contiene i resti di Santa Cirilla. La Cripta doveva sicuramente ospitare altre reliquie, come dimostrano le sedici nicchie disposte lungo le pareti laterali e sul lato interno delle pareti d’ingresso. Dagli inventari delle reliquie sappiamo alcuni nomi di questi martiri: Adautto, Amelia, Antonino, Clemenzia, Generoso, Ottavio, Patrizio, Olimpia e San Giovanni Battista de’ Rossi. La Cripta dopo alcuni secoli di abbandono venne riaperta nel 1717, e in quell’occasione si ha notizia della creazione di un’altra sala di accesso sul lato sinistro del presbiterio, per la costruzione della quale si ricorda l’ennesima demolizione dei grandi blocchi di tufo appartenenti all’Ara Massima. Una leggenda antica parla di una galleria segreta dietro l’abside della cripta che doveva collegare l’antica chiesa con le catacombe sulla via Appia.

di Annarita Sanna

Redazione

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