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Castlevania Portrait of Ruin per Nintendo DS

E’ innegabile il fascino che è capace di suscitare ogni nuovo capitolo di questa storica saga: ormai sono passati 20 anni dalla pubblicazione del primo Castlevania per NES, e da allora la famiglia Belmont è passata attraverso migliaia di avventure attraverso tutte le console distribuite sul mercato. Nato come semplice gioco d’azione a scorrimento, nel corso degli anni il gameplay è stato arricchito con numerosi elementi esplorativi e di GdR, che troviamo per la prima volta nel 1997 con Castlevania Symphony Of The Night per PSX.

 

Dopo questa pietra miliare del mondo videoludico, però, gli ammazza vampiri di Konami sembravano aver perso la bussola durante l’avvento delle tre dimensioni. Evidentemente non era quella la strada giusta. Le due dimensioni, quelle erano le vere radici della serie, e allora quale piattaforma se non il GameBoy Advance sarebbe stato più adatto per far risorgere Dracula? Così dal 2001 la serie si sposta sul portatile Nintendo, riproponendo la formula che aveva fatto la fortuna di SOTN, e trovando largo consenso tra il pubblico, tanto che gli episodi usciti fino ad oggi su questa console sono ben 3, uno migliore dell’altro. Konami, soddisfatta del successo riscontrato, ha deciso, dunque, di far approdare la serie anche su Nintendo DS con il diretto seguito dell’ultimo capitolo per GBA, che, nonostante la magnificenza, è innegabile che sia troppo simile al predecessore. Oggi nel 2007, Koji Igarashi (producer) centra l’obiettivo, proponendo Portrait Of Ruin. Ma vediamo cosa ci attende questa volta…
 
1944, il mondo nel caos… …La seconda guerra mondiale è una realtà ovunque: il dolore e la paura di migliaia di vittime ha evocato un antico castello che è stato simbolo di disperazione negli anni passati. Il castello di Dracula (Castlevania) è di nuovo realtà, un furioso scontro tra bene e male avverrà al suo interno, la leggenda si ripeterà nuovamente. Se non fosse per il fatto che questa volta sono assenti sia Dracula che un discendente dell’antica casata Belmont, cacciatori di vampiri dal lontano 1094. La Chiesa brancola nel buio, e incarica Jonathan Morris, figlio di Jhon Morris (protagonista di Castlevania Bloodlines per Saturn ndr.) e più vicino discendente dell’antica famiglia, di investigare sulla compars  di Castlevania. Armato della antica frusta “Vampire Killer” che sconfisse Dracula più volte in passato, Jonathan si addentra nell’antico maniero in compagnia della sua amica d’infanzia, Charlotte Aulin, per far luce su questo nuovo mistero.
 
Due teste sono meglio di una. Rieccoci dunque nuovamente nello stesso maniero, sempre uguale a se stesso, ma sempre diverso ad ogni capitolo. Il castello può essere definito senz’altro il vero protagonista di questa serie di giochi, che ci vedrà alle prese con la sua esplorazione in modo non lineare, in base alle abilità che man mano acquisteranno i protagonisti. Esatto: due personaggi principali. Come si evince dall’antefatto, la novità più eclatante di questo Portrait Of Ruin è l’inserimento di due personaggi giocanti, che riprende le basi della modalità Julius di Dawn Of Sorrrow, ampliandola notevolmente. I due personaggi sono gestiti in maniera piuttosto semplice: possono essere alternati (grazie alla pressione del tasto X), usati in tandem (tasto A), oppure ci si può servire dei poteri del compagno (tramite il dorsale R). Jonathan è il tipico personaggio di Castlevania munito di frusta, tanto forte nel combattimento quanto abile a resistere agli attacchi nemici. Purtroppo non essendo un vero e proprio Belmont non è capace di usufruire del vero potere della Vampire Killer, che risulta infatti inutile. Di conseguenza nelle prime fasi di gioco la cara e vecchia frusta verrà relegata nell’inventario in favore di tutta una serie di armi standard quali spade, spadoni, asce, ance e via discorrendo. Se Jonathan rappresenta “il braccio”, Charlotte è sicuramente “la mente”: non altrettanto brava nell’attaccare e nel difendersi come l’amico, ha dalla sua devastanti magie di vario tipo, passando da quelle d’attacco a quelle di difesa, da quelle di guarigione a quelle di supporto. Tutti e due possono attaccare con la propria arma principale con il tasto Y, mentre la semplice combinazione della croce direzionale in alto più l’attacco, farà sfoderare le varie armi secondarie (coltelli, asce, croci e altri) nel caso di Jonathan e gli incantesimi in caso stessimo usando Charlotte. In ambedue i casi potremo scegliere tra una vasta gamma di attacchi, che troveremo sparsi per il castello o nei cadaveri dei vari mostri che popolano il castello. Oltre al lato prettamente offensivo, è possibile personalizzare i due eroi attraverso vari parametri, come l’equipaggiamento del corpo, della testa, delle gambe, due accessori vari a testa e una mossa speciale denominata Dual Crush (eseguibile tramite la pressione della croce direzionale in alto più X), con la quale i due sfodereranno una mossa di coppia spesso devastante, a scapito di una notevole quantità di Magic Point. Tutti questi equipaggiamenti andranno a incrementare i valori delle statistiche dei personaggi secondo i criteri tipici dei giochi di ruolo come la Forza, la Costituzione, l’Intelligenza, la Mente e la Fortuna, che comunque aumenteranno anche con l’acquisizione di punti esperienza, che riceveremo sconfiggendo i nemici. Infatti, tipico della nuova stirpe di Castlevania è la crescita del personaggio secondo i dettami dei classici GdR, con l’incremento del Livello.
 
Un castello decisamente esotico. Altra gradita novità è che stavolta non ci sposteremo tra le solite quattro mura del castello di Dracula: lungo il corso dell’avventura, infatti, i protagonisti si imbatteranno in tutta una serie di dipinti che, come in Super Mario 64, condurranno ad altre località decisamente nuove, diverse per un gioco come questo, ma non per questo meno affascinanti. Tra le varie mete che offrono questi dipinti troviamo una città londinese dell’età Vittoriana, decisamente intrigante, con tanto di cattedrale e edifici a tema (City Of Haze). Anche se meno originale, il quadro ambientato nel torrido deserto risulta senz’altro una bella variante che vede Jonathan come un novello Indiana Jones, alla scoperta di una grande piramide (Sandy Grave). Decisamente fuori di testa, poi, la città devastata dalla guerra (Nation Of Fools), con la sua planimetria contorta che vede i protagonisti camminare addirittura sui soffitti! Deliziosa invece l’ambientazione boschiva (Forest Of Doom), estremamente pacata e tranquilla, ma che non esiterà nel regalare qualche problema di troppo. I quadri senz’altro aggiungono notevole varietà al classico castello, la quale grandezza risulta sacrificata in favore dell’inserimento delle varie locazioni all’interno dei quadri. Ciò non toglie nulla comunque alla planimetria di esso, che anche questa volta risulta impeccabile nonostante tutto.
 
This is your mission. L’esplorazione del castello non è mai fine a se stessa: infatti, solo così sarà possibile entrare in possesso di determinate armi e oggetti. A ciò va poi aggiunta la presenza di Wind: questo misterioso fantasma, infatti, durante il corso del gioco si renderà utile commissionandoci delle missioni come il ritrovamento di un determinato oggetto o l’uccisione di un certo nemico e così via. Il completamento di queste missioni è fondamentale per ottenere gli oggetti posseduti da Wind quando era in vita, che ci aiuteranno durante le missioni. In nostro soccorso arriverà anche Vincent Dorin, un prete incaricato dalla Chiesa di aiutare i due protagonisti, che non mancherà di fornire aiuto vendendo vari oggetti, curativi o meno, armi ed equipaggiamenti, il tutto in cambio dei soldi che si trovano sparsi per  l castello nei classici candelabri.
 
Un vampiro su due schermi. Konami e il suo Team di sviluppo si sono impegnati molto nello sfruttare nel migliore dei modi le peculiarità offerte dal portatile Nintendo. I due schermi vengono utilizzati sapientemente, con l’azione di gioco che si svolge nello schermo inferiore. In quello superiore è relegata la mappa, di facile consultazione grazie alla presenza in contemporanea con l’azione di gioco. In alternativa alla mappa viene in nostro soccorso una schermata che visualizza i dati sue due eroi, il denaro posseduto, l’esperienza accumulata, le armi equipaggiate e le informazioni sul nemico che si sta affrontando in quel momento: decisamente utile, anche se per la maggior parte del tempo usufruirete della mappa. In questo nuovo episodio è stato abbandonato l’uso del Touch Screen in quanto spezzava troppo il ritmo di gioco, anche se comunque può essere usato per indirizzare il proprio compagno. Quasi a voler strafare, il gioco gode anche di una modalità multiplayer sia Offline che Online, relegata a due giocatori, nella quale bisogna collaborare con il proprio partner per ripulire un determinato numero di stanze da vari nemici in una corsa contro il tempo. Apprezziamo il tentativo di implementazione di questa modalità, ma sia comunque ancora in fase embrionale. Decisamente più interessante risulta essere la modalità denominata Shop, nella quale potremo comprare e vendere oggetti con altri giocatori sia su rete mondiale che locale. Grazie a questa modalità sarà possibile entrare in possesso di oggetti che magari non si è riusciti ad ottenere da un determinato mostro, o magari mettere le mani su un’arma più potente per poter affrontare un determinato punto del gioco. Insomma la componente collezionistica è un elemento da non sottovalutare.
 
Stile nelle vene. o stile è da sempre un elemento che ha caratterizzato la serie di Castlevania, e quest’ultimo episodio non fa eccezione. Se sotto il profilo tecnico siamo comunque su ottimi livelli, con sprite sapientemente realizzati e ambientazioni in tre dimensioni magistrali, è sotto il punto prettamente stilistico che Portrait Of Ruin mostra i muscoli. Ambientazioni squisite, realizzate a regola d’arte, caratterizzano l’interno del castello, cieli cupi e grigi nella cittadina londinese o un placido tramonto che si staglia su infinite dune di sabbia nel deserto. Ogni ambientazione è capace di far dimenticare al giocatore di trovarsi all’interno di un quadro. I personaggi principali poi sono caratterizzati con una notevole mole di animazioni che ne delineano il carattere, come gli innumerevoli gesti di sprezzo di Jonathan. Anche i nemici sono realizzati egregiamente con campionamenti diretti dagli episodi più apprezzati della serie come Symphony Of The Night, Rondo Of Blood o il più recente Dawn Of Sorrow. Grandioso anche il filmato iniziale, realizzato interamente in stile anime giapponese, così come i vari personaggi durante i dialoghi (solo scritti), che, anche se realizzati con gusto, non raggiungono i livelli di quelli disegnati da Ayami Kojima, character Design dei vecchi episodi, caratterizzati da un tratto gotico, decisamente più adatto.
 
Sinfonia Della Notte. Michiru Yamane, compositrice della colonna sonora, si fa nuovamente artefice di un’opera eccelsa, perfettamente in linea con le ambientazioni offerte dal gioco. Da ascoltare rigorosamente con le cuffie, per aumentare l’immersione, le musiche che fanno da sfondo alle vicende di Jonathan Charlotte spaziano dai ritmi che sanno di antico come “Hail From The Past ” di Sandy Grave, a quelli solenni che caratterizzano il castello vero e proprio, come “Gaze Up at the Darkness” del Master’s Keep. Un’opera decisamente di gran classe che annovera tra le sue traccie “Invitation of a Crazed Moon” per l’Entrance o “Victorian Fear” di City Of Haze. Tra le musiche trovano spazio anche glorie dal passato remixate per l’occasione come “Theme Of Simon” direttamente da Super Castlevania IV o “Iron Blue Intentino” di Castlevania Bloodlines. Un vero must per gli appassionati, da ascoltare anche fuori dal contesto di gioco.
 
L’immortalità della gloria. Ormai dovreste aver capito che Konami, in occasione del 20° anniversario della serie, ha fatto le cose in grande: Castlevania oltre ad essere un bel gioco, è anche piuttosto longevo e difficile. L’avventura principale, infatti, offre differenti finali a seconda di quanto e come si sia esplorato in profondità il castello, ma oltre questo, l’esplorazione completa dello stesso, la ricerca di tutti gli oggetti e la risoluzione di tutte le missioni affidatevi da Wind vi terranno indaffarati a lungo; poi, per condire il tutto, questa volta sono presenti ben tre coppie di personaggi secondari con i quali riaffrontare l’intera avventura principale. Una di queste (Stella e Loretta, le due vampire) è interamente basata sull’uso del Touch Screen. I tasti principali vengono infatti abbandonati in favore dello stilo, che sarà necessario per eseguire gli attacchi, che variano nel metodo di esecuzione a seconda di quale delle due protagoniste si sta utilizzando. Infine, il multiplayer e la Wi-Fi Connection sono un buon contorno per una portata come questo Castlevania Portrait Of Ruin.
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