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Tributo a Sergio Staino, il maestro della satira politica italiana

Il Maestro Sergio Staino, noto al grande pubblico come creatore di Bobo, il personaggio che ha incarnato lo spirito della sinistra italiana per oltre quarant’anni, ci ha lasciato all’età di 83 anni dopo una lunga malattia. Staino non era solo un vignettista e un giornalista, ma anche un grande osservatore, uno scrittore attento, un regista e un divulgatore culturale che ci ha insegnato a riflettere su noi stessi e sulla società che ci circonda. La sua opera ha attraversato diversi ambiti e generi, sempre con uno stile inconfondibile e una vena ironica e provocatoria.

Un testimone delle trasformazioni del paese

Staino è nato a Piancastagnaio, in provincia di Siena, nel 1940. Fin da giovane ha manifestato la sua passione per il disegno e la politica, militando nel Partito Comunista Italiano. Si è laureato in architettura a Firenze e ha iniziato la sua carriera come illustratore per varie riviste e libri. Nel 1979 ha creato il personaggio di Bobo, un operaio comunista con la barba e il basco rosso, che ha debuttato sulla rivista Linus. Bobo è diventato presto il simbolo della sinistra italiana, capace di esprimere le sue contraddizioni, le sue speranze e le sue delusioni.

Staino ha collaborato per decenni con l’Unità, il giornale del PCI, di cui è stato anche direttore anche se per pochissimo tempo. Le sue vignette sono apparse anche su altre importanti testate come l’Espresso, la Repubblica, il Manifesto, il Fatto Quotidiano e La Stampa. Ha sempre osservato con attenzione e ironia le trasformazioni del paese, dalla caduta del Muro di Berlino alla nascita del berlusconismo, dalla crisi economica alla pandemia. Ha saputo cogliere i tic, i vizi e le virtù della vita sociale italiana e della classe politica, senza risparmiare nessuno.

Un artista poliedrico e anticonformista

Staino non si è limitato alla satira politica, ma ha esplorato anche altri generi e forme d’arte. Ha scritto romanzi, saggi, racconti e poesie. Ha diretto film come “I cammelli” (1988) e “Il male oscuro” (1990), tratti dai romanzi di Giuseppe Berto. Ha realizzato programmi televisivi come Teletango (1984-1985) e Cielito Lindo (1993-1994), in cui ha portato la sua comicità intelligente e dissacrante sul piccolo schermo. Ha fondato e diretto riviste satiriche come Tango (1981-1983) e Cuore (1984-1995), in cui ha dato spazio a nuovi talenti del fumetto e dell’umorismo.

Staino ha fondato il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato nel 1988 e ne è stato presidente fino al 2017. Ha promosso eventi e iniziative per valorizzare la cultura e la creatività italiana. Ha partecipato a dibattiti pubblici e a manifestazioni civili. Ha sempre professato il suo credo politico di sinistra e il suo antifascismo. Ha pubblicato le strisce del suo personaggio “Hello Jesus” su un quotidiano cattolico come l’Avvenire, pur non essendo credente, sostenendo che Gesù era un personaggio storico importante e il primo socialista.

Un esempio di coraggio e resilienza

Staino ha affrontato con coraggio una grave malattia che lo ha colpito negli ultimi anni: una degenerazione della retina che lo ha reso cieco. Nonostante questa disabilità, non ha smesso di disegnare, grazie all’aiuto della tecnologia e della sua famiglia. Ha continuato a esprimere le sue opinioni e le sue idee attraverso le sue vignette, i suoi articoli e i suoi libri. Ha continuato a partecipare alla vita pubblica e a dialogare con il suo pubblico. Ha continuato a farci sorridere e pensare con la sua ironia e la sua saggezza.

La sua morte ha suscitato grande commozione e tristezza non solo tra i suoi “vecchi compagni” di sinistra, ma anche tra i suoi avversari politici. Molti esponenti della politica, della cultura e dello spettacolo hanno espresso il loro cordoglio e il loro omaggio. La scomparsa di Sergio Staino lascia un vuoto nel mondo della satira politica italiana. Il suo sguardo acuto e la sua voce critica hanno segnato un’epoca e hanno influenzato generazioni di lettori, di disegnatori e di cittadini. La sua eredità continuerà a vivere nelle sue opere e nei suoi personaggi, in particolare in Bobo, che rimarrà per sempre il nostro compagno di viaggio.

Redazione

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