“Era un oggetto mitico, uno di famiglia. Era il pozzo dei desideri, dove immergersi per sessioni di shopping a costo zero, spesso, perché già solo sfogliarlo ti dava soddisfazione. E sì, univa un po’ tutta l’Italia, perché al di là del ceto sociale e possibilità economiche i sogni di un bel vestito o di un oggetto per la casa erano gli stessi. Insomma, sognare non costava nulla”.
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