Nel cuore del Giappone del XV secolo, un’era di cambiamento radicale si stava preparando a irrompere sulla scena storica, un periodo che avrebbe segnato la fine di un’epoca di stabilità per avviare uno dei capitoli più turbolenti della storia giapponese: l’Era Sengoku, o “periodo degli Stati Combattenti”. Questa fase di conflitti incessanti non fu il risultato di un unico evento, ma piuttosto il culmine di tensioni politiche e sociali che avevano iniziato a corrodere la struttura di potere consolidata nel paese.

Fino a metà del 1400, il Giappone era governato dallo Shogunato Ashikaga, un sistema che poneva lo Shogun, il comandante militare supremo, come la figura centrale del potere politico, spesso più influente dell’imperatore stesso. Sotto questo sistema, circa 260 Daimyo, o signori locali, erano responsabili del controllo delle diverse province. Questi Daimyo, che possedevano vasti territori, avevano eserciti propri, spesso composti da contadini arruolati durante i periodi di guerra, e un sistema di governo che rispondeva direttamente ai loro interessi. Sebbene ogni Daimyo avesse una certa indipendenza, il potere centrale dello Shogunato Ashikaga sembrava garantire la stabilità, almeno fino agli anni 60 del XV secolo.
Il conflitto che sarebbe stato conosciuto come la Guerra di Onin, che ebbe luogo tra il 1467 e il 1477, segnò un punto di non ritorno. Quello che iniziò come un conflitto tra due delle famiglie Daimyo più potenti – gli Hosokawa e gli Yamana – presto coinvolse l’intero Giappone, mettendo in evidenza le fragilità di un sistema già indebolito. Alla base del conflitto c’era una lotta per il potere all’interno della famiglia Ashikaga: lo Shogun Yoshimasa, alla ricerca di un successore, decise di cedere il potere al figlio minore, Yoshimi, ma questo suscitò l’opposizione della fazione degli Yamana, che sosteneva il fratello di Yoshimasa, Yoshihisa.
Le alleanze e i tradimenti tra le diverse fazioni spinsero la capitale Kyoto in una spirale di violenza. Quando Yoshimi fu tradito dal suo stesso alleato Hosokawa, che si schierò con gli Yamana, lo Shogunato si trovò diviso, incapace di controllare gli scontri che infuriavano non solo nella capitale, ma anche nelle provincie circostanti. Kyoto, nel settembre del 1467, fu devastata, e l’intero paese venne risucchiato in un conflitto che sembrava non avere fine. Il conflitto si concluse nel 1477, ma non senza lasciar tracce indelebili: Kyoto era ridotta in macerie, e migliaia di persone persero la vita, tra cui molti a causa della ferocia dei combattimenti e delle torture, come nel caso dell’attacco di Ouchi Masahiro, che fu responsabile della raccolta di oltre otto carri di teste mozzate, un’immagine simbolo della brutalità di quella guerra.
Con la fine della Guerra di Onin, la famiglia Ashikaga si trovò rapidamente a perdere il controllo, riducendosi a semplici burattini nelle mani della potente famiglia Hosokawa. Nel 1490, Yoshitane, figlio di Yoshimi, salì al potere come Shogun, ma il suo regno fu breve, dato che fu deposto nel giro di tre anni dai reggenti Hosokawa. Questo segnò l’inizio di un nuovo conflitto interno che continuò a indebolire il già fragile potere centrale. Durante il periodo successivo, molti Daimyo approfittarono della crisi per espandere i propri domini. Famiglie come gli Shimazu, i Takeda, gli Imagawa e i Mori approfittarono delle circostanze per affermare la propria indipendenza, dando inizio a una serie di guerre che non avrebbero visto fine fino a circa un secolo più tardi.

Tra gli anni 1500 e 1600, la scena del Giappone fu dominata da un uomo che avrebbe cambiato per sempre il corso della storia giapponese: Oda Nobunaga. Nato nel 1534, Nobunaga cominciò a consolidare il potere nel suo piccolo dominio di Owari, unificando i clan della regione. La sua geniale strategia militare lo portò a vincere battaglie decisive, come quella di Okehazama nel 1560, dove riuscì a sconfiggere un esercito dieci volte più grande del suo. Nel 1568, marciò su Kyoto e riuscì a sottomettere lo Shogun Ashikaga Yoshiaki, che divenne un semplice burattino nelle sue mani. In seguito, Nobunaga continuò la sua espansione, sottomettendo le regioni dei clan Asai, Asakura, Nagashimi e Takeda, e nel 1582 sembrava ormai vicino a unificare l’intero Giappone sotto il suo controllo. Tuttavia, la sua morte improvvisa per mano di un traditore segnò la fine del suo regno e l’inizio di una nuova fase di lotte interne.
Dopo la morte di Nobunaga, il suo alleato Tokugawa Ieyasu e il generale Toyotomi Hideyoshi si spartirono le terre che Oda aveva conquistato. La rivalità tra i due portò a un altro conflitto, ma nel 1590, dopo aver sconfitto una forza di invasori provenienti dalla Corea nella battaglia di Odawara, Tokugawa e Hideyoshi raggiunsero un accordo di pace che pose fine a un periodo di guerra e instabilità. Questo accordo permise a Tokugawa di diventare Shogun nel 1603, segnando l’inizio della lunga era Tokugawa, che avrebbe garantito al Giappone un lungo periodo di pace e prosperità, noto come l’Era Edo, che si sarebbe concluso solo nel 1868.

Nel contesto di questo tumultuoso periodo di guerre e conflitti, molte opere culturali, tra cui il celebre manga Inuyasha, si sono ispirate agli eventi dell’epoca Sengoku. Sebbene nel manga non venga mai specificato un anno preciso, la storia di Inuyasha si colloca approssimativamente tra il 1550 e il 1560, un periodo cruciale per la storia giapponese, in cui Nobunaga cominciava a diventare una figura di spicco e le prime armi da fuoco, portate dai portoghesi, facevano la loro comparsa sul campo di battaglia.
La “Era Sengoku”, un periodo definito da incessanti lotte per il potere, cambiò per sempre la struttura del Giappone, portando alla fine di una dinastia, ma anche alla nascita di nuove potenze che avrebbero definito il futuro del paese. La figura di Oda Nobunaga, insieme a quelle di Tokugawa Ieyasu e Toyotomi Hideyoshi, rimane una delle più iconiche della storia giapponese, tanto per le sue abilità politiche e militari quanto per il suo carattere impetuoso e privo di misericordia. La sua morte, avvenuta prima di poter portare a termine la sua visione di un Giappone unificato, lasciò un vuoto che sarebbe stato colmato da altri, ma non senza prima attraversare nuove e sanguinose battaglie.
Fonti:
- http://www.inuyashaportal.it/
- http://www.wsu.edu:8000/~dee/WORLD.HTM
- http://www.samurai-archives.com/famousgenerals.html











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