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Come le “Lambo” sono diventate auto da “coatti” e “arricchiti”

Pensate ad una supercar, una macchina esagerata con cui battere Dominic Toretto per le strade di Los Angels o con cui girare per le strade di Sant’ Andreas.

Scommetto che avete pensato ad una Lamborghini.

Avete mai notato che in ogni video sui social in cui qualcuno voglia darsi le arie da “super ricco” prima o poi spunta fuori una Lamborghini? Per esempio, raramente vedrete i vari “guru” che offrono corsi per rendere chiunque un  miliardario in meno di 24 ore, alla guida di una Ferrari, di una Bentley o di una Rolls. Però è  probabile che vi mostrino  la “loro” Lambo dai colori sgargianti, circondata da donne ammiccanti. il termine “Loro” è volutamente messo tra parentesi, perchè il dubbio che la macchina sia stata noleggiata ad hoc per l’occasione è assolutamente lecito.

Però vi  siete mai chiesti perchè?

Come è nata la casa automobilistica

La casa automobilistica Lamborghini è nata come una sfida. La storia della sua fondazione ha una componente quasi leggendaria. Il suo fondatore, Ferruccio Lamborghini, aveva imparato l’arte della meccanica durante la guerra, smontando e rimontando mezzi militari nel Dodecaneso. Nel dopoguerra, mise a frutto le sue competenze modificando mezzi militari per trasformarli in macchine agricole. Il paese era infatti in piena ricostruzione, servivano macchinari, ma la produzione nazionale non era in grado di soddisfare la domanda. C’erano però in giro numerose eccedenze belliche che con le giuste modifiche potevano essere riconvertite adeguatamente. Nacque così la Lamborghini Trattori, che fece suo lo stemma del Toro, ossia il segno zodiacale di Ferruccio.

Nel 1958 la fabbrica di trattori Lamborghini era ormai bene lanciata, e Ferruccio potè investire i suoi soldi in una delle sue passioni: le macchine sportive. Tra tutte le sue preferite erano le Ferrari. Tuttavia, forse per lo stile di guida molto aggressivo di Ferruccio, le sue Ferrari tendevano sempre a rompere la frizione. Stanco di mandarle continuamente in riparazione a Maranello, decise di cercare di risolvere il problema da solo, montando un modello di frizione per trattori modificato. Soddisfatto della sua “invenzione” si recò dall’Ingegner Enzo Ferrari.

Da una parte il “Drake”, “L’ingegnere”, il mago di Maranello, dall’altra il meccanico bolognese arrivato dal nulla: Non poteva andare bene. Enzo Ferrari disse che le sue auto erano perfette, e che se Lamborghini non era capace di guidarle poteva farsi una macchina sportiva lui stesso. Nacque così la Lamborghini Automobili.

Per quanto oggi Lamborghini sia considerata un brand di Lusso, al tempo era tutta una scommessa. Ma la prima Lamborghini era davvero potente e performante.

Un simbolo di eccesso

Ma le Lamborghini non riuscirono davvero a rivaleggiare le Ferrari: mentre quest’ultime sfornavano continuamente nuovi modelli, Lamborghini poteva solo costruire un modello alla volta. Anche la produzione era davvero insignificante paragonata alla rivale, anche in  un settore nel quale, per forza di cose, i numeri si assestano verso il basso.

Eppure, grazie a modelli davvero estremi come la Countach degli anni ’80 o la mitica Diablo degli anni ’90 la Lamborghini non è mai stata del tutto offuscata come era successo per altre case come la “De Tomaso”. Anzi, negli anni erano riuscite a conquistarsi una nicchia di mercato tra quei ricchi che amavano le super car potenti e meno “borghesi”.

Perchè mentre il marketing di Ferrari, Porsche, Aston Martin puntava ad una borghesia raffinata ed elegante, già dagli anni ’90 Lamborghini era diventato un simbolo di “eccesso”, stravaganza e “lusso fuori dal comune”.

Fu proprio grazie a questo “anticonformismo” che  le Lamborghini ebbero un discreto successo negli USA, che era il principale mercato per la casa. Il nome Lamborghini era così conosciuto negli USA, da essere considerata da molti americani una  casa automobilistica nazionale.

Tuttavia la vera “esplosione” del marchio sarebbe arrivata con l’acquisizione da parte di Audi – WW. E se all’inizio l’idea era di usare la tecnologia Lamborghini per rilanciare verso l’alto il marchio Audi, ben presto i vertici di Ingolstad si resero conto delle potenzialità del marchio

Il posizionamento

Il mercato statunitense delle supercar è storicamente  molto differente rispetto a quello Europeo. Mentre gli europei apprezzano aspetti come l’eleganza nelle forme, i dettagli costruttivi, il pubblico americano è piu interessato alle performance “pure”. Questa differenza è evidente nelle “sportive” di fascia bassa,  come le Mustang, le Firebird o le Camaro, radicalmente diverse come concezione rispetto a Porsche, ad Alfa Romeo o Audi.

Allo stesso modo anche le supercar di fascia alta  devono essere “esagerate” per il mercato americano. Così  mentre Ferrari, Aston Martin, Maserati puntavano ad un pubblico europeo legandosi a concetti di stile, eleganza e pulizia nelle linee, Lamborghini ha seguito il pubblico americano imponendosi come potenza, aggressività, eccesso.

Il mostrarsi anticonformista rispetto ad altri Brand blasonati ha spinto molte personalità dello spettacolo, della musica e dello sport che volevano imporre una visione di ricchezza più “sfrontata” a mostrarsi al volante di Lamborghini.

Da qui le Lamborghini sono diventate macchine perfette per gli arricchiti, che si sono sentiti “cullati” dal Brand. Da qui a diventare l’emblema della cosiddetta ” Riccanza” il passo era breve, ma non scontato.

Lamborghini ed i suoi clienti.

Un’altro aspetto importante è la differenza con cui Lamborghini tratta i propri clienti rispetto alla concorrenza. A questo si sono aggiunti altri due elementi importanti sulla concorrenza.

Prendiamo la concorrente per antonomasia, la fabbrica di Maranello. Ferrari inserisce i suoi clienti in  un club molto esclusivo, da cui è piuttosto facile essere ” cacciati”. Far parte di questo Club è un blasone speciale per i ferraristi e gli appassionati, perchè alcuni modelli della casa  non possono essere semplicemente “comprati”.

Quelli più esclusivi vengono venduti ancor prima di essere realizzati ai membri del club Ferrari, clienti selezionati e “speciali”.

Per entrarvi bisogna aver già posseduto e/o possedere una Ferrari e aver fatto ” i bravi”, ossia aver seguito le regole del club. Tra le attività che possono portare ad un esclusione c’è l’ aver modificato la propria auto,  aver denigrato o criticato la marca, aver usato la propria auto per creare contenuti non autorizzati. Ma sopratutto bisogna  astenersi da avere comportamenti nella vita privata giudicati non consoni per lo stile “Ferrari”.

La pena è finire in una Black list che impedisce di poter comprare un’altra auto della marca attraverso i canali ufficiali.  E se pensate che se si è famosi o ricchi si possa godere di un’eccezione vi sbagliate: personaggi come Nicholas Cage, 50 cent, il pugile Mayweather, Kim Kardashian e Justin Bieber sono entrati nella black list e non ne usciranno probabilmente più.

Una politica simile è perseguita dal marchio Rolls Royce e consociate. Questo concetto nasce per rafforzare l’idea di far parte di una comunità esclusiva.

E Lamborghini?

Lamborghini invece ha sempre promosso la possibilità di “esprimersi liberamente” con la propria supercar.

“Per tutti gli spiriti coraggiosi, ecco alcune opzioni per personalizzare la tua livrea. Vogliamo che tu esprima il tuo vero io senza limiti”

Una mossa che ha spinto i vari appassionati di tuning “estremo” a considerare le Lamborghini il non plus ultra dello “sborone”.

La concorrenza di Lamborghini

In pratica Lamborghini è riuscita a crearsi un propri bacino d’utenza in costante crescita. Oggi è la marca di auto di fascia alta con una crescita maggiore assieme a Bentley grazie al suo posizionamento.

Infatti, come abbiamo visto il brand ha acquisito la fama di marchio “anticonformista” di fascia molto alta. Ed in questa “fascia” di pubblico non ha concorrenti: altri marchi blasonati, come Aston Martin, Ferrari, Maserati o la stessa Porsche,( che tuttavia rientra in una fascia di prezzo molto più “accessibile”) hanno un posizionamento ” diverso”, più elegante o sportivo. Ma d’altra parte è lo stesso posizionamento che WW cerca di presidiare (malamente)  con Porsche ed Audi.

Altri marchi “inseguitori” che puntano allo stesso targhet di Lamborghini, si pongono su una fascia molto più cheap: pensiamo alle Muscle Car, la Ford Mustang Shelby, la Dodge Viper, ecc ecc. Oppure sono supercar-prototipi inarrivabili dal mercato limitato come le Pagani, le Mc Laren, o la Konisseg. Tutti modelli con una produzione talmente limitata da non aver nemmeno una vera e propria posizione di mercato: Aston Martin è l’Auto di James Bond, Ferrari l’auto sportiva per eccellenza,  Lamborghini è il non plus ultra del mondo di  “Fast N’ Furius”.

Una scelta di Marketing

Viene quindi spontaneo pensare che dietro l’utilizzo delle Lambo come simbolo dell’eccesso del “cafone arricchito” ci sia una precisa mentalità. Basta vedere i colori proposti per il lancio dei nuovi modelli: Se  fino a pochi anni fa le Lambo sfoggiavano colori “accesi” ma tutto sommato accettabili, oggi hanno livree Quasi ” eccessive” : verde elettrico, viola opalescente, bianco con riflessi madreperla. Pensateci bene, quand’è l’ultima volta che avete visto una lamborghini “sfoggiare” un colore sobrio in un film?

Probabilmente vi verrà in mente il  Cavaliere Oscuro di Nolan, quando Bruce Wayne, per non dare nell’occhio,  utilizza la sua Lamborghini nera al posto della Batmobile, e provoca lo sprezzante commento di Alfred “La Lamborghini? Molto più discreta”.

Ma poi? Altre volte in cui avete visto una lambo sullo schermo di che colore era? Stroboscopico, pieno di led, cangiante? Un simbolo, un simbolo per dire “Guardami”, guarda come sono ricco, ossia proprio quel concetto di  “riccanza coatta”, che piace a chi i soldi “veri” non li ha.

Guardami. Ed ecco allora che i social che vivono di visibilità hanno subito preso la palla al balzo. Ed è infatti su internet che le Lamborghini sono diffusissime, piu delle utilitarie.

E non è un caso se proprio una Lamborghini, precisamente una Ursus, sia stata scelta dal gruppo di youtuber ” The Borderline” per la loro challenge finita nel peggiore dei modi.

Un concetto di Sfrontatezza, Eccesso, sentirsi Iperpotenti che ora come non mai viene incarnato da molti ( ma non tutti) guidatori ( molto spesso non proprietari) del marchio di Sant’Agata.

Andrea De Benedetti

Andrea De Benedetti

Sotto lo pseudonimo di Axdeb ” Dio dei Draghi” si nasconde Andrea De Benedetti, coordinatore di Satyrnet, blogger, autore e sceneggiatore e master. Dopo essersi laureato in scienze della comunicazione, ed aver lavorato come redattore per A.P. Associated Press, Andrea lavora come creativo, interessandosi di temi legati al Fantasy, ai Giochi Ruolo, al cinema ed alle storie misteriose. Tra chi lo conosce è considerato un vero e proprio ” tuttologo” capace di disquisire su quasi qualsiasi argomento.

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