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Fumetto: evoluzione e fruitori

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Per cercare di capire l’evoluzione del fumetto,questo particolare genere tanto diffuso e amato quanto,da alcuni,contestato,mi sembra necessaria una breve esposizione della sua storia. La data comunemente accettata circa la nascita del fumetto in Italia è il 27 Dicembre 1908, quando fa la sua comparsa nelle edicole il primo numero del “Corriere dei Piccoli”;sfogliando le pagine di questo progenitore del fumetto italiano risulta subito evidente che una delle caratteristiche che hanno successivamente reso famoso il fumetto in tutto il mondo ancora non è stata introdotta:il Baloon. La componente scritta,infatti,è affidata a didascalie in rima e si deve attendere fino al 17 Dicembre 1932 per il primo utilizzo del baloon in un fumetto.Tra gli anni ’50 e ’60 in Italia diventa massiccia la produzione seriale,contraddistinta dalla nascita del genere cosidetto “nero” (ad esempio Diabolik) ma anche dall’affermarsi di una produzione più “colta” con la nascita di Linus nel 1965.Questi dati storici hanno portato alcuni studiosi a individuare le “età dell’oro” del fumetto proprio 1)nella sua nascita,2)negli anni ’30 e 3)negli anni ’60.Proprio in quest’ultima fase si è creata quasi un’eccedenza,una sovraproduzione di fumetti che ha creato una sostanziale stagnazione di questo genere fino agli anni ’90 con l’invasione delle produzioni giapponesi.

Dopo questa breve introduzione storica può ora essere affrontato il discorso riguardante cosa il fumetto sia,le sue specificità:Il fumetto è un linguaggio e come ogni linguaggio serve a comunicare;quindi è essenzialmente un modo di comunicare e raccontare delle storie,la sua particolarità è costituita dal mettere in relazione un testo e delle immagini grazie ad un insieme di regole che ne definiscono la forma specifica.Proprio perchè il fumetto mette in relazione immagini e testo è stato definito da Hugo Pratt “Letteratura Disegnata” per metterne in rilievo la vicinanza con i romanzi e i racconti,ma può essere considerata anche come “Immagini in Sequenza” per sottolinearne la prossimità con le arti visive come il disegno e la pittura;da questo si deduce una sostanziale pari dignità accordata alle immagini e al testo da parte del fumetto.L’idea che ci sia un legame che unisce il fumetto al romanzo,proposta da Pratt,trova conferma nelle parole di Vittorio Giardini,autore di tanti fumetti di successo tra cui “Max Fridman”,il quale espone così il suo convincimento nel corso di un intervento tenuto proprio nel recente Festival del Fumetto:”Il fumetto è un parente stretto del romanzo,è necessario leggerlo girando le pagine e prestando attenzione ad ogni particolare.Non si può comprenderlo solo con uno sguardo fisso…non è un quadro!c’è bisogno di una serie di sguardi prestabilita dal fumettista,corrispondente al numero delle vignette”.Questa idea di movimento all’interno del fumetto,lo fa entrare in relazione con altri media che fanno delle immagini,del movimento e delle parole le loro caratteristiche fondamentali:il cinema e la televisione.

Il rapporto tra fumetto e cinema esiste da molti anni,ma nell’ultimo decennio è diventato quasi indissolubile con il continuo travaso di spunti e di idee dall’uno all’altro.Il fumetto,infatti,ha aiutato e aiuta il cinema fornendo storie,ambientazioni e tutta una lunga serie di super-eroi che diventano i protagonisti di molti dei film prodotti ultimamente.Il cinema a sua volta influenza il fumetto,ad esempio,fornendo modelli da disegnare(celebre è il caso in cui il volto di Robert Redford è servito per disegnare i lineamenti di Peter Parker,cioè di Spiderman).Il film che può essere considerato come la svolta verso una sorta di fusione dei due generi è Matrix(1999) nel quale viene utilizzata una nuova tecnica cinematografica,lo SlowMotion,grazie alla quale le immagini  sono rallentate a tal punto da sembrare quasi essere disegni montati in sequenza.Altri film che,negli anni,hanno rinsaldato questo legame sono,ad esempio, Gli Avengers, X-Men, DareDevil, V per Vendetta, Hulk e ,quello che forse ha avuto maggior successo, Iron Man e la lista potrebbe proseguire ancora a lungo. Cio che sicuramente può essere affermato riguardo a questo forte legame cinema-fumetto è che il cinema ha avuto il merito di avvicinare alle storie e ai personaggi del fumetto fasce di pubblico che normalmente il formato cartaceo non avrebbe raggiunto,attraverso una cosidetta rimediazione che ha attualizzato e rivitalizzato un genere che si trovava in una condizione di “stallo”.

In queste poche righe ho cercato di mostrare come e quanto il fumetto riesca a stringere rapporti funzionali e proficui con altri media,ma sembra opportuno dare spazio anche ad un’affermazione che,pur riguardando un solo media,va controcorrente:Ferruccio Giromini, giornalista e studioso di fumetti, ha fatto presente che il web,nonostante venga presentato come la nuova frontiera del fumetto,non è adatto a questo genere perchè implica un’eccessiva velocità di fruizione che non permette di dedicare alle pagine la stessa attenzione che invece viene utilizzata nella lettura del formato cartaceo.Riguardo a questa presunta incapacità del web di valorizzare le caratteristiche e assecondare le necessità del fumetto credo sia giusto aggiungere che con ogni probabilità niente può sostituire la sensazione fisica di tenere tra le mani un fumetto e sfogliarlo,ma è altrettanto vero che le strade che possono essere intraprese dal fumetto grazie all’utilizzo di nuovi media sono sicuramente valide e interessanti.

Queste considerazioni portano,infine,ad affrontare uno dei temi su cui più si è discusso e che maggiormente ha appassionato scrittori e studiosi di questo genere in questi ultimi anni ma non solo:il futuro del fumetto.Le ipotesi che più di altre hanno raccolto consensi circa il futuro del fumetto sono sostanzialmente tre:1)Digitalizzazione,2)Trasformazione in un genere di nicchia,3)Tramonto della sua dimensione di massa.A prescindere da quale di queste possa essere considerata più sensata e probabile,si può affermare che alcuni fattori che concorreranno a stabilire il futuro del fumetto sono comuni alle tre ipotesi sopra citate.Questi fattori sono la personalizzazzione, il cambiamento del rapporto produzione/consumo e infine l’assunzione da parte del fumetto del ruolo di prodotto culturale inteso come “ideale condiviso incorporato in una moltitudine di forme”,per riportare le parole usate dal professor Gianni Ciofalo dell’Università La Sapienza di Roma.Per spiegare quest’ultimo punto si deve ricorrere al concetto di “Long Tail” cioè,tradotto letteralmente,”Lunga Coda” che prevede che la direzione che il fumetto prenderà sarà quella della moltiplicazione di gadgets e oggetti di “culto” riguardanti un tipo di fumetto o un super eroe in particolare.

Ciò che può,tuttavia,rassicurare a pieno studiosi,autori ma soprattutto lettori e appassionati,sul futuro del fumetto è la quasi concorde convinzione che il fumetto non verrà mai totalmente soppiantato dai media moderni poichè ha la capacità di mutare e appropriarsi delle caratteristiche dei suoi competitori,anzi,il fumetto può essere considerato un mezzo di interscambio tra tutti i media pur mantenendo le sue caratteristiche e le sue specificità che da più di cento anni lo rendono uno splendido compagno di viaggio.

Redazione

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