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Matteo di Bella

OcelotMDB: Matteo Di Bella al Microscopio

Eccoci qui con un nuovo creator. Uno dei più competenti in campo anime e manga, soprattutto se parliamo di Dragon Ball. Se avete un dubbio sull’opera magna di Akira Toriyama, andate a visitare il suo canale YouTube e sicuramente troverete la risposta che cercate. La sua serie di punta infatti, è “Dragon Ball al Microscopio”, in cui ad ogni video ci spiega qualche retroscena o ci introduce una curiosità sul mondo di Dragon Ball. Sto parlando di Matteo Di Bella, in arte OcelotMDB, che oggi ho l’onore di intervistare!

Ciao Matteo! Benvenuto su Corriere Nerd. Presentati e parla un po’ di te

Questa è sempre la domanda più difficile per me, fin dai tempi in cui, a inizio di una nuova scuola, i professori ti facevano alzare per presentarti a tutti! Ahaha

Beh, sono OcelotMDB (che sta per “Matteo Di Bella”, il mio nome, per chi se lo chiedesse, anche se ormai ho aggiornato il nickname dei social con anche il mio nome completo) e sul web ho iniziato parlando di Dragon Ball, che è diventato poi un parlare di fumetti, che è ora un cercare di parlare a 360° di tutta la “cultura pop”; e come dico sempre “non sta a me però giudicare se ne sia davvero capace” ahaha

Il mio percorso di studi è un po’ ingarbugliato grazie a una pandemia globale al centro di esso, che mi ha fatto perdere la voglia di studiare per quasi 2 anni… ma di base inizio come studente di Lettere e Beni Culturali indirizzo Archeologico e finirò invece come Laureato (si spera?) in Lettere e Beni Culturali ma a indirizzo di Editoria. Sarò un editore molto preparato sulla storia dei popoli antichi? Dalla mia ho anche alcuni esami extra sulla storia delle Nazioni asiatiche, che vi assicuro che è utilissimo quando devi parlare di fumetti prodotti, pensate un po’, proprio da quelle parti.

Per il resto leggo molti libri sulla politica italiana, biografie varie, manuali di storia dell’arte, saggi specifici sul fumetto (quasi sempre in inglese o francese, perché figurati…) e saggi su cose apparentemente assurde che però dici “non si sa mai” (di recente uno sulla lavorazione della porcellana tipo, perché… non si sa mai).

E studio giapponese da autodidatta, sul motivo ci torneremo in altre domande ahahah.

Matteo: la persona dietro lo YouTuber

Quando ti è venuto in mente di aprirti un canale YouTube?

Io forse appartengo alla prima generazione di “spettatori” di YouTube, quelli che hanno visto nascere canali come Willwoosh, Frank Matano (si chiama ancora “Lamentecontorta”?), Yotobi, eccetera eccetera… e quindi banalmente ho sempre avuto un po’ il pallino di YouTube, e da più piccolo caricavo anche terribili video di gameplay. A 12 anni mi feci anche regalare -per un Natale? O un compleanno?- una assolutamente terribile videocamera, dai miei genitori; erano ancora i tempi in cui queste cose le facevano solo i cellulari di chi era ricco. Mi ci divertivo molto.

“OcelotMDB” però nasce, come ogni grande storia, con una rosicata: vidi un contenuto su Dragon Ball che non condividevo, e allora feci un video per dimostrare che “avevo ragione io”.
Per un mese rimase a 10 visual, improvvisamente -Dio solo sa come- in una notte ne raggiunse 800, e io passai da 0 iscritti a 200.

Questo mi portò a pensare “vuoi vedere che forse su Dragon Ball ho qualcosa da dire?”.

Il video è oggi privato, ovviamente. Mi vergogno troppo.

Poi tutto è venuto da sé… a me piacevano i fumetti ma non avevo mai avuto possibilità di parlarne chissà come con altre persone, venendo da un paesino davvero piccolo del profondo Sud (i tempi in cui ancora “essere nerd” non era un vanto; e non perché venissi bullizzato o cose del genere, ma semplicemente perché nessuno, se non 2 o 3 conoscenti, leggevano fumetti)… e dunque il canale è diventato sì un modo per parlare di Dragon Ball, ma anche per parlare in generale delle mie passioni.

Quali sono i tuoi anime preferiti, oltre ovviamente Dragon Ball?

Permettimi di mettere prima in chiaro una cosa: a me l’anime di Dragon Ball non piace.

Nella sua interezza l’avrò visto una singola volta quando facevo le elementari, e già allora leggevo il manga.  Non metterei l’anime di Dragon Ball neanche in una mia topo 20 anime.

Detto ciò, dopo essermi attirato l’odio di chiunque leggerà questa intervista, torniamo a noi: non ho un vero anime preferito perché sono sempre stato tipo da manga; se inizio un anime, e mi piace, la prima cosa che faccio e vedere se c’è un manga… la ragione è che, banalmente, preferisco leggere, dato che tendo a essere poco costante con le serie televisive, soprattutto quando escono un episodio a settimana.

Ci sono ovviamente le dovute eccezioni eh, come a esempio “Le situazioni di Lui & Lei” o “Toradora!”, che ho molto più piacere nel guardare che non nel leggerli, come anche tutti quei prodoti yonkoma (manga a 4 panel) come “Bocchi The Rock” o “K-On”, che nella loro versione animata ritengo superiori.

“Anime preferito”, anche se ormai a quanto pare ti fa apparire come banale quando lo dici, oserei dire “Evangelion”.

 E i tuoi autori (a parte Toriyama)?

Queste domande sono sempre difficili per me, anche la precedente, perché io sono sicuro che nel momento stesso in cui l’intervista sarà pubblicata io penserò “cavolo, ho dimenticato quell’artista!”… oh beh, eventualmente passate dai miei canali social per saperne di più 😉 😉

Scherzi a parte, se parliamo di mangaka oserei dire Yoshihiro Togashi, Natsume Ono, Kamimura e Inio Asano (l’unico che porto anche sulla pelle come tatuaggio)… in realtà vado molto a periodi, magari capita un mese che mi fisso su Fujimoto o Go Nagai, ma quelli sopra sono gli autori di cui molto raramente mi stanco, ecco, le mie “costanti”.

Autori in generare che amo sono davvero tanti… se vi è capitato di vedere un mio video collezione avrete sicuramente visto quanta roba ho, giusto? Ecco, considerate che io ho la regola “compra solo roba di autori che davvero ti piacciono” ahaha. Così su due piedi, Watterson e Schulz, Barks e Don Rosa, Craig Thompson, Marjane Satrapi, Manu Larcenet, Daniel Clowes, Andrea Pazienza, Silvia Ziche, Leo Ortolani, le storie di Spider-Man su cui era scritto “Stan Lee” ma in realtà erano palesemente di Steve Ditko… più ci penso, più me ne vengono, ops.

Cosa pensi degli adattamenti in italiano dei manga che leggi?

Eccoci qua. Sono quasi sicuro che per i miei pareri sugli adattamenti e traduzioni dei manga in italiano ci siano case editrici che mi hanno inserito sulla lista nera degli influencer da non contattare mai ahaha

Scherzi a parte, ho iniziato a studiare giapponese proprio perché volevo rendermi conto di alcune scelte fatte e… magari faccio anche la figura del pesantone puntiglioso, ma spesso ci sono proprio cose da mettersi le mani dei capelli. Da sensi del tutto cambiati (come notavo in un video che ho fatto su Berserk) a scelte poco felici tra diversi possibili sinonimi (come accade spesso su Dragon Ball)… ma questo anche perché il giapponese è davvero la lingua meno intuitiva del mondo.

Il problema che noto è che a lavorare alle traduzioni ci siano spesso persone professionali al massimo nel loro lavoro, che però non conoscono così tanto bene ciò su cui lavorano: sembra banale, ma alcune volte per una traduzione efficace serve che il traduttore sia a sua volta fan di ciò su cui sta lavorando. Lo abbiamo visto in parte con Initial D -alla sua prima stampa, poi sistemata-: tutto tradotto benissimo, nulla da dire, ma probabilmente il traduttore non era troppo ferrato sulle automobili e infatti molti termini tecnici sono stati sbagliati.

E questo succede anche con Dragon Ball, dove a esempio in un capitolo vi era un inside joke di Goku che citava una battuta fatta da un altro personaggio di Dr. Slump e, seppur siano entrambi editi da Star Comics, questa stessa battuta è stata tradotta in due modi diversi.

Soluzione a tutto ciò? Non lo so, dare più tempo per lavorare? Avere magari una figura più presente che controlli anche la “filologia” del manga?

Da quando ti viene l’idea per un video a quando poi effettivamente lo pubblichi, quanto tempo passa?

Dipende. Ci sono idee che sono banalmente “sarebbe figo fare un video su quella cosa…” che restano in questo stato per anche mesi, e idee più sicure tipo “devo parlare di quella cosa” che nel giro di una settimana sono già belle che pronte.

In linea di massima sono molto veloce nel lavorare ai video, quando voglio: Dragon Ball Al Microscopio – Saga di Bu #9 dura un’ora e passa, e tra scrittura, registrazione, montaggio, grafiche e tag vari sono tipo 4 giorni di lavoro… che se ci pensate è davvero poco.

E sapete che un copione di 7 pagine, Times New Roman, grandezza 11, è circa 25/30 minuti di video una volta montato? Dopo che lo fai per tanto tempo, inizi a rendertene conto.

E su Première ho raggiunto una dignitosa media di 20 minuti per montare 3 minuti di video.

E’ grazie a queste piccole consapevolezze che riesco a essere molto efficiente nella produzione dei video, programmando la lunghezza ancor prima di iniziare a registrare, e ritagliando il tempo per montare il tutto in maniera efficiente.

E tra l’altro anche i copioni sono a loro volta ben ragionati: già durante la scrittura divido il tutto in sezioni, usando poi grassetto e corsivo per ricordarmi punti in cui cambiare tono o modulare diversamente la voce, mettendo anche annotazioni per ricordarmi cose particolari durante il montaggio (a esempio, se scrivo “[…] questa vignetta qui!” metterò una annotazione con scritto “Volume X, pagina Y, vignetta Z”; o ancora vicino un “[…] questi erano i cartoni che guardavo da piccolo!” scriverò “Dividi lo schermo in 4 quadranti e metti le clip da questi cartoni, facendole entrare da destra e dissolvere”).

Grazie a tutto ciò, per un video da diciamo 20 minuti, dal momento in cui dico “voglio parlare di quella cosa” al momento in cui è pronto per andare online, possono anche passare solo 2 giorni.

Matteo l’Autore

Parlaci un po’ di “Punto e a Capo”

“Punto e a Capo” è stato il mio primo “tutto”, e sono davvero soddisfatto da come sia uscito, per quanto è davvero un qualcosa forse anche troppo auto-referenziale, col senno di poi.

Ho sempre voluto lavorare nel campo dei fumetti e, per quanto lo faccia ora di riflesso parlandone, in realtà “nasco” con la voglia di fare fumetto, non parlarne!

E ho sempre fatto fumetto anche per conto mio, mi è sempre e solo bastato fare fumetto, e se quel fumetto veniva apprezzato tanto meglio… ma non è un campo rose e fiori, e lo può ben dire chiunque voglia fare fumetto… poi in Italia abbiamo questa terribile abitudine di voler sempre andare con i piedi di piombo su tutto, ed ecco che magari finisci tra gli autori pubblicati professionalmente solo se hai davvero l’idea del secolo che solo un folle non riconoscerebbe, o se hai già una buona base di seguito che comprerebbe a prescindere il tuo lavoro (con dovute eccezioni, sia ben chiaro)… e in pratica mi sono quindi ritrovato con una cartella sul computer piena di progetti in cui mi ero estremamente divertito a lavorarci, ma impubblicabili per vari motivi.

Era un peso.

Sia sulla memoria del computer, che su di me: un mucchio di pixel a ricordarti che avevi fatto quello invece di… chessò, studiare, ecco. E che magari studiando, invece di produrre i sopracitati mucchi di pixel, saresti stato ora seduto a una scrivania a fare un lavoro che molti definirebbero “vero”. E quindi ho deciso che avrei voluto liberarmi di questo peso pubblicando autonomamente tutto in un singolo volume. Tutto ciò che c’è stato fino a ora è lì, punto, ora si va a capo e si ricomincia. Non potete immaginare come sia liberatorio rompere le catene che ti legano al passato. Come quando consigliano alle coppie che si lasciano di buttare nella spazzatura tutte le cose che ti ricordano lui o lei, avete presente?

A ogni storia ho aggiunto una postfazione per dare ai lettori uno scorcio di cosa ognuna significasse per me e… in realtà è anche andata bene. Il numero di copie in circolazione è un numero a tre cifre. Più di quanto avrei mai immaginato.

E ora parlaci un po’ di “Dragon Ball. Da Tezuka a Toriyama”

È il progetto su cui ho davvero speso più energie, e alcune di quelle pagine sono scritte con in corso il mal di stomaco di chi ha bevuto un energy drink di troppo per lavorare fino alle 5 del mattino, dormire fino alle 8, e rimettersi a lavoro… perché sempre così va a finire: anche se hai 8 mesi di tempo per scrivere, finisce che devi fare nottata fino al giorno prima della consegna perché se qualcosa può andare storto… beh, andrà sorto!

Ma parliamo di cose belle, dai ahaha

Crac Edizioni è una piccola casa editrice con un grande catalogo di saggistica musicale che ha deciso di buttarsi anche in quella legata al fumetto, e si dia il caso io sia stato il primo candidato a parlare di manga! La prima volta in cui ci siamo parlati, con l’editore, è stato in una videochiamata che ricordo a tratti perché -loro non lo sanno- avevo il Covid.

Ricordo però, perché credo sia stata la parte più bella di tutto il lavoro, che mi diedero completa carta bianca su qualsiasi cosa, a patto che fosse comunque inerente a ciò che faccio su YouTube. L’unica condizione era il cercare di non uscire dalle 250 pagine di lunghezza e… non l’ho rispettata, il saggio è di 310 pagine circa. Ops. Però questo può farvi anche capire come tutto ciò che è tra quelle pagine è così come l’avrei voluta io: niente è stato tagliato via durante l’editing.

“Dragon Ball. Da Tezuka a Toriyama” non l’ho mai inteso, durante la scrittura, come un saggio su Dragon Ball, bensì come un saggio su ciò che ha portato alla nascita di Dragon Ball… che sono concettualmente due cose molto diverse.

Dragon Ball è il punto di arrivo di quelle 310 pagine, perché prima di parlare di Dragon Ball, e dell’arte e narrativa di Toriyama, bisogna anche capire come mai il manga si sia sviluppato in una determinata direzione; cosa questo abbia a che fare con gli americani, la bomba atomica, Godzilla e il teatro Kabuki; come una compagnia di sole attrici femminili abbia modificato lo stile artistico di una generazione di mangaka; e come uno show anni ’60 con un tizio in calzamaglia che picchia mostri di plastica sia quasi un vero proto-Dragon Ball.

Scrivere questo saggio è stato in realtà semplice perché è davvero un argomento per cui sono io stesso il primo vero grande appassionato, la parte difficile è stata recuperare decine di libri -quando andava bene in inglese, ma per lo più in giapponese- da cui ricavare quante più informazioni possibili e riorganizzarle poi in maniera coerente.

Sono davvero contento che chi lo sta leggendo mi abbia scritto per dirmi che lo sta anche apprezzando… certo, mi hanno fatto notare 2 o 3 errori di battitura (in una pagina ho scritto “Tokusatsu” senza una “u” e non me ne sono accorto!!) che mi hanno messo addosso un’ansia tale che non ho più aperto il mio stesso libro (non sia mai scoprissi che da quei 3 errori di battitura se leggi bene esce fuori che ce ne sono altri 397), ma sapere di essere apprezzato per una cosa che ho scritto con tutta la mia passione è molto gratificante.

Oltre ai manga e agli autori giapponesi, segui anche autori di altri paesi?

Ops, a questo ho già risposto sopra!

Ne approfitto per dire che invece come registi provo una profonda ammirazione per Woody Allen e Roman Polanski. Ammirazione per i loro lavori, non per altro. Non sia mai qualcuno possa venire qui a dirmi che supporto cose che non è il caso di ricordare in questa intervista.

 Come sta messo il fumetto italiano secondo te, ora che inizi a vederlo anche in veste di autore?

Quando inizi a essere un “autore” inizi davvero ad avere possibilità di parlarne in maniera più ragionata, il problema è che questo però ti fa apparire anche come il “rosicone” che magari non riesce a raggiungere il traguardo sperato e quindi si lamenta dell’ambiente.

Paradossalmente, sei più ascoltato quando parli da esterno.

Questa cosa l’ho sempre percepita anche da semplice “youtuber”. Uno youtuber fa un brutto video? Se sei un utente puoi dirlo, puoi scrivergli che fa schifo, puoi dire a tutti di non guardare quel video… Se sei a tua volta un creator invece, e dici che quel video è brutto, allora stai sicuramente rosicando perché lui è più famoso di te.

Che possiamo farci? Niente.

Torniamo al fumetto però, non allo pseudo gossip. Sinceramente non so bene cosa dirti, perché in linea di massima sono sempre stato un pessimista a livelli patologici su queste cose: per me il fumetto in Italia è… “ok”… abbiamo grandi autori che tirano avanti il carrozzone, ma autori giovani faticano sempre più a imporsi a meno che non abbiano già decine di migliaia di follower capaci di assicurare vendite a prescindere da tutto.

È come aver ereditato una grandissima somma da un lontano parente (= pubblicare gli autori affermati, un Zerocalcare per dire) e campare di quella rendita facendo ogni tanto un lavoretto giusto per non dire in giro che passi il giorno a giocare ai videogiochi (= pubblicare piccoli autori).

Ma lo dico io, che oltre a rosicone sono anche un pessimista.

 Ho letto che stai lavorando a un altro fumetto. Vuoi svelarci qualcosa? Sarà serializzato o stand-alone?

È ancora davvero proprio un progetto in fase embrionale, quindi non saprei neanche come parlarne in maniera più specifica, ma so già che l’idea è quella di un volume singolo.

Ho quaderni di appunti a riguardo della storia che vorrei scrivere, ma il saggio ha completamente assorbito il mio tempo per praticamente un intero anno (dato che anche dopo aver consegnato il tutto ho comunque lavorato anche sul suo marketing)… quindi chissà quanto ci vorrà!

Però sarà una storia nata in parte da esperienze personali, perché come diceva anche Andrea Pazienza: noi fumettisti parliamo di noi perché siamo il modello più a buon mercato che conosciamo.

Progetti per il futuro?

A parte trovare il tempo di lavorare al sopracitato fumetto, sto già pensando a un nuovo possibile saggio… non è detto sarà nuovamente con la stessa casa editrice (non perché io non voglia, ma perché non ho ancora osato chiedere ahaha), ma nel peggiore dei casi sarà semplicemente autoprodotto. Perché banalmente è ciò che mi piace fare.

Argomento del futuro saggio? Chi lo sa, qualche spunto c’è, ma se ne riparlerà a tempo debito.

Su YouTube invece il progetto per il mio futuro è variare sempre di più gli argomenti… per quanto mi piacciano alcuni fumetti in particolare e ne parlerei per ore, non voglio precludermi di parlare di altre cose che mi piacciono solo perché “Ocelot è quello che parla di quella cosa”.

Un giorno mi piacerebbe anche provare la mossa “Zeb89”, come la chiamo io in codice scherzandoci sopra: fare video in inglese. Ovviamente senza abbandonare il pubblico italiano, ma fare un sorta di riciclo: registrare ogni audio sia in italiano che in inglese, quindi montare un singolo video limitandomi a caricare su OcelotMDB la versione italiana e su un secondo canale l’esatto identico video ma in inglese… alcuni miei video hanno già la possibilità di attivare i sottotitoli in inglese, e ho notato che hanno generato visual anche da spettatori non italiani.

 

E ora qualche domandina un po’ più leggera…

 I tuoi video sono sempre molto dettagliati. Quando li guardo mi immagino con quanta dovizia e meticolosità scegli le cose da dire, fai screening delle informazioni, filtri le fake news….e poi arrivano i commentatori molesti. Hai mai pensato “ma chi me lo fa fare?”

Ammazza, leggerissima ahahah Beh, sì, io penso “chi me la fa fare” costantemente. Non c’è un singolo video per cui non lo abbia pensato dalle 3 alle 30 volte anche nel solo giorno di uscita.

E chi me la fa fare?

Non l’ho ancora capito neanche io, ma immagino sia semplicemente perché, come tutti quelli che ci mettono così tanto la faccia in ciò che fanno, mi faccia anche piacere “essere visto”.

 

Se un domani ti trovassi davanti a una folla, durante una fiera del fumetto e stessi facendo una conferenza e qualcuno dal pubblico urlasse “Dragon Ball fa schifo!”…useresti la Kamehameha, il Garlic Cannon o una bella Genkidama creata con le energie di noialtri fan di DB?

È successo. Non letteralmente “Dragon Ball fa schifo”, ma qualcuno l’ha chiesto “non sarà un po’ sopravvalutato?” ahahah In realtà a me piace parlare con chi non la pensa come me, a patto che siano effettivamente disposti ad avere una conversazione costruttiva e non solo a strillare a caso… perché altrimenti sì, Kamehameha e via ahaha.

O un “Sokidan”, la mossa di mio fratello Yamcha ingiustamente insultato da tutti!

Vuoi lasciare un messaggio ai lettori di Corriere Nerd?

Anche nelle cose che la maggior parte delle persone considerano banali o stupide può esserci tanto di cui parlare, e ciò che faccio io ne è la prova. Chi mai avrebbe pensato che su Dragon Ball, prodotto conosciuto perché “si danno le botte e diventano con i capelli gialli”, ci fosse così tanto da dire? Eppure eccoci qua.

Quindi non abbiate paura di parlare delle vostre passioni con chiunque, e di mettervi in gioco.

La nostra intervista finisce qui ragazzi e ragazze. Se vi è piaciuta e volete seguire Matteo nei suoi progetti, eccovi i suoi link:

Linktree (con tutti i social) | Dragon Ball – da Tezuka a Toriyama (saggio) | Punto e a Capo (fumetto)

Roberto Romagnoli

Roberto Romagnoli

Nato sul pianeta Terra nel 1981, ma cittadino dell'universo.
Conosciuto in rete anche come Ryoga777, RyoGa o Ryoga Wonder.
Cantante degli X-Italy, band attiva tra il 2004 e il 2006, prima in Italia a proporre cover degli X-Japan. Successivamente canta anche nei Revolution, altra band italiana ispirata al mondo del Visual-Kei Giapponese e al Glam americano.
Negli anni si è occupato spesso di organizzazione di eventi a tema JRock, Cosplay, Manga e Musica in generale collaborando spesso con l'associazione Japanimation. È stato anche redattore di L33T, programma per ragazzi in onda su Rai 2 e Rai Futura tra il 2006 e il 2007.
Caporedattore e responsabile per l'Italia di Nippon Project e Presidente delle associazioni VK Records (etichetta discografica indipendente) e Steel Music Promotion (media dedicato alla musica e all'organizzazione di concerti)

Gamer incallito.

Il suo lato geek, sopito fino a qualche anno fa, ha cominciato a farsi sentire sempre più prepotentemente. Quindi alla fine ha deciso di aprirsi il suo blog geek robertoromagnoli.com e ha cominciato a scrivere anche su siti a tema gaming e tecnologia, tra cui Akiba Gamers e Stolas Informatica.

Amante di tutto ciò che riguarda la tecnologia, l'informatica, anime e manga, ma innamorato anche di DC Comics e Marvel.

Fondamentalista Trekkie, da quando c'è il covid e non ci si può più stringere la mano, ha trovato la scusa per fare il saluto vulcaniano.

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