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Emilio Salgari e le sue avventure straordinarie

Emilio Salgari è stato uno dei più famosi e prolifici scrittori italiani di romanzi d’avventura, apprezzati da generazioni di lettori di tutte le età. La sua vita, però, fu tutt’altro che avventurosa e felice, segnata da difficoltà economiche, problemi familiari e una profonda insoddisfazione personale che lo portò al suicidio nel 1911.

Salgari nacque a Verona nel 1862 da una famiglia di commercianti. Fin da bambino coltivò la passione per il mare e i viaggi, leggendo avidamente libri e riviste che raccontavano di terre lontane e misteriose. Si iscrisse al Regio Istituto Tecnico e Nautico di Venezia, ma non riuscì a conseguire il diploma di capitano di lungo corso, a causa della sua scarsa attitudine per la matematica e la fisica. Abbandonati gli studi nel 1881, tornò a Verona e iniziò a collaborare con alcuni giornali locali, scrivendo articoli e racconti.

Il suo esordio letterario avvenne nel 1883 con il romanzo Tay-See, ambientato in Cina, pubblicato a puntate sul giornale La Nuova Arena. Nello stesso anno uscì anche La tigre della Malesia, primo episodio della saga del ciclo indo-malese, che aveva come protagonista il pirata Sandokan, detto la Tigre di Mompracem. Questo personaggio, ispirato al vero condottiero malese Raja Haji Fisabilillah, divenne presto il più celebre e amato tra quelli creati da Salgari, che gli dedicò altri dieci romanzi. Sandokan era un eroe ribelle e romantico, che combatteva contro gli inglesi per difendere la sua libertà e il suo amore per la bella Marianna, detta la Perla di Labuan.

Nel 1892 Salgari si trasferì a Cuorgné, in Piemonte, dove sposò Ida Peruzzi, figlia di un editore torinese. La coppia ebbe quattro figli: Omar (1893), Nadir (1895), Romero (1897) e Fátima (1900). Salgari continuò a scrivere romanzi a ritmi frenetici, spinto dalla necessità di mantenere la famiglia e dalle richieste dei suoi editori, che gli imponevano scadenze sempre più strette e condizioni sempre più svantaggiose. Tra le sue opere più note di questo periodo ci sono il ciclo dei corsari delle Antille, con il personaggio del Corsaro Nero; il ciclo del Far West, con il personaggio del Cacciatore di Scalpi; il ciclo dei corsari delle Bermude, con il personaggio del Corsaro Rosso; e vari romanzi storici, come Cartagine in fiamme, ambientato durante la terza guerra punica.

Salgari non viaggiò mai nei luoghi che descriveva nei suoi romanzi, ma si documentava accuratamente su fonti bibliografiche e iconografiche. La sua fantasia era così vivida che egli stesso si convinceva di aver vissuto le avventure che narrava. In una lettera del 1907 scrisse:

“Io ho navigato sui mari dell’India e della Malesia; ho attraversato l’America da un capo all’altro; ho combattuto contro i mori in Africa; ho seguito Garibaldi in Sicilia; ho assistito alla distruzione di Cartagine; ho visto Roma bruciare sotto Nerone; ho partecipato alla presa della Bastiglia; ho fatto parte della spedizione dei Mille; ho combattuto contro i russi nella guerra di Crimea” .

La realtà era ben diversa: Salgari viveva in una modesta casa a Torino, dove si sentiva isolato e incompreso. Soffriva di depressione e di una malattia nervosa che lo rendeva ipersensibile al rumore. La sua situazione peggiorò quando sua moglie Ida fu ricoverata in un ospedale psichiatrico nel 1909 e morì due anni dopo. Salgari si sentì abbandonato anche dai suoi figli, che non condividevano la sua passione per la letteratura. Il 25 aprile 1911, dopo aver scritto una lettera di accusa ai suoi editori, si tagliò la gola con un rasoio, morendo dissanguato.

Salgari lasciò incompiuti alcuni romanzi, che furono poi terminati da altri scrittori, come Luigi Motta. La sua opera fu oggetto di numerose imitazioni e apocrifi, che sfruttavano il suo nome e i suoi personaggi per attirare i lettori. La sua fama, però, non si è mai spenta: i suoi romanzi sono stati tradotti in varie lingue e hanno ispirato film, fumetti, cartoni animati e serie televisive. Salgari è considerato uno dei padri della letteratura popolare italiana e uno dei precursori della fantascienza in Italia. La sua scrittura, pur con i suoi limiti e i suoi stereotipi, ha saputo trasmettere il fascino dell’avventura, il senso dell’amicizia, il rispetto per la natura e per le culture diverse, il valore della libertà e della giustizia.

Redazione

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