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Il Finale di Evangelion

Il finale della serie TV è stato accolto in modi differenti. È completamente incentrato sulle introspezioni mentali di Shinji e dalla sua presa di coscienza del significato della vita, accompagnate da un’animazione spesso definita “sperimentale” (totalmente differente da quella presente negli altri episodi, grezza, segue la linea dei pensieri del protagonista piuttosto che mostrare una vera e propria storia); non vengono date risposte in merito al destino dell’umanità, alla Seele, alla Nerv: nessun accenno alle conseguenze che ha sul mondo la fine della lotta contro gli Angeli, nessuna risposta ai molti interrogativi ancora aperti sulle vicende della storia. Questo finale è stato molto apprezzato da molte persone interessate al lato umano dei personaggi, alle tematiche della vita, ai percorsi mentali dei protagonisti; la crescita adolescenziale, unita alle problematiche freudiane e al tema della solitudine, sono percorsi delicati che ben si prestano a riflessioni e ragionamenti. Il finale perfetto per una serie che fa dell’indagine della mente umana e delle relazioni interpersonali una delle sue caratteristiche principali.

D’altro canto però, la mancanza di risposte al complicato intreccio della serie ha scontentato molti altri appassionati, interessati meno alla filosofia della vita e più ai risvolti terreni. Il finale (da non considerarsi alternativo, ma semplicemente differente rispetto a quello della serie) che appare nel lungometraggio del 1997 End of Evangelion sarebbe in realtà il finale originale, accantonato all’inizio per una mancanza di fondi: il film vanta spettacolari scene di combattimento e comprende risposte ad alcuni dei più ricorrenti interrogativi della serie. Molto discussa la scena iniziale (ripresa da Death & Rebirth), in cui si intuisce Shinji intento a masturbarsi eccitato dal corpo degente di Asuka. Questa scena spiega la drammatica crisi interiore del protagonista, che lo porta spesso ad agire in modo riprovevole o a ferire gli altri, ma mostra anche la sua fragilità caratteriale e il suo lato ancora in parte “bambino”, che lo porta ad infrangere quella finta barriera del suo animo che lui stesso crede “vuoto” e che smentisce il suo stesso pensiero quando afferma che lui “non è in grado di relazionarsi con gli altri se non tramite l’Eva”. Anche nella conclusione cinematografica, tuttavia, rimangono degli interrogativi destinati a non avere una risposta e che a tutt’oggi sono terreno di accese discussioni tra gli appassionati. Uno stile palesemente differente da quello del finale originale: secondo alcuni si tratterebbe semplicemente di due differenti versioni, realizzate da prospettive antitetiche, degli stessi eventi.

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